arte floreale liturgica
L’arte floreale liturgica viene considerata come una parabola dell’amore divino: i fiori, infatti, sono silenziosamente discreti all’interno di un mondo rumoroso, fragili in un mondo violento, naturalmente belli in un mondo sofisticato, fedeli nella loro rinascita in un mondo insicuro, apparentemente inutili in un mondo efficace e produttivo. La nascita dell’arte floreale per la liturgia può essere fatta risalire a circa trenta anni fa, da un’intuizione di Genevieve Vacherot. Il suo pensiero personale, di parlare di Dio mediante i fiori, divenne ben presto una convinzione comune a tutti coloro che nel mondo prestano servizio nella Chiesa. Attraverso i fiori e in generale gli elementi naturali, infatti, si può lasciar parlare Dio perché Egli sia in grado di trasformare, istruire e consolare con la contemplazione di un bouquet, ma al tempo stesso manifestare preghiere di tristezza, attesa, adorazione, lode o intercessione.
Dal punto di vista pratico, si tratta di decorare con fiori uno spazio liturgico (il battistero, l’altera, il cero pasquale, la croce o l’ambone) in vista di una occasione speciale (un battesimo, un funerale, un’adorazione, una domenica o un matrimonio), impiegando il materiale a disposizione (muschio, fiori, ceppi, coppe, vasi, cortecce di arbusto). La disposizione dei fiori (che potranno essere differenti per colore, numero e qualità) varierà a seconda delle esigenze e dei gusti: potrà trattarsi di bouquet a S, bouquet a L, triangolari, rotondi, dritti, e così via. L’importante è che la composizione entri a far parte di un cerchio il cui obiettivo sia di esaltare l’Altare della creazione dal punto di vista artistico. L’arte floreale al servizio della liturgia, come ogni altra arte, non serve a nulla e si dona a tutti. Genevieve Vacherot sottolinea che i fiori significano, e non decorano, poiché la chiesa rappresenta il luogo in cui ogni cosa deve essere significativa e bella. Il fioraio che intende utilizzare fiori in ambito liturgico si deve porre l’obiettivo di presentare la natura, nel senso di renderla presente, così che anche essa possa prendere parte all’azione liturgica tramite il proprio linguaggio, gesto di dono, trasfigurazione, gratitudine, accoglienza e vita eucaristica. Si tratta, in ultima analisi, di mettere a disposizione di Dio uno spazio che gli permetta di mettere in mostra la bellezza della creazione. Tramite la composizione florale, l’assemblea moderna è chiamata a entrare nella vita eucaristica.
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Ma cosa dice la liturgia a proposito della presenza di fiori? Essa permette a tutti di accedere, attraverso delle realtà per così dire visibili, all’invisibile, che così ha modo di incontrarci. Il bouquet liturgico è una di tali realtà visibili: parlare di simbolismo, per il bouquet, sarebbe però inesatto, in quanto il simbolo costituisce un’azione rituale vera e propria. I fiori in chiesa possono essere usati in qualsiasi momento: durante la solennità delle feste mariane, delle feste del Signore e delle feste degli apostoli; durante la Pentecoste, l’Avvento, l’anno liturgico, la Quaresima, il triduo pasquale, le memorie dei santi o Pasqua. Le composizioni, inoltre, possono essere collocate in corrispondenza dell’altare o delle icone mariane, ma anche sul luogo del battesimo, dell’unzione degli infermi, della riconciliazione, dell’eucarestia o delle esequie. Entrando nello specifico, per mettere in pratica l’arte floreale liturgica occorre selezionare quegli elementi che forniranno la linea principale, stabilendo la struttura del bouquet. Quando si parla di selezionare, si fa riferimento al saper eliminare. Ci vuole molta attenzione sotto questo profilo: i rami scelti, per esempio, dovranno essere eleganti come il segno di un calligrafo, e avere un senso.
L’arte difficile della sfrondatura riveste un ruolo fondamentale, in quanto la sovrabbondanza rappresenta un ostacolo, impedisce al bouquet di essere libero e respirare. Tra gli elementi vegetali deve esserci spazio, in maniera da favorire il passaggio di luce, che poi metterà in evidenza le forma sulla base dell’illuminazione diurna o notturna. Nel punto focale del bouquet, il vuoto indicherà accoglienza e disponibilità, verso un fratello o verso il Signore. I fiori durante la Quaresima evocano, senza dubbio, il desiderio e l’attesa, il vuoto che fa attendere la pienezza pasquale. La stessa cosa si verifica durante l’Avvento: per questo motivo un bouquet mariano dovrà essere realizzato tenendo una linea concava, con due linee principali a formare due mani aperte, in attesa. Bisogna tenere conto, insomma, che il bouquet va considerato uno spazio di silenzio, aperto, che permette di pregare Dio e meditare. Evidentemente, il fiorista non potrà non valutare lo stile architettonica della chiesa e del punto specifico in cui il bouquet andrà collocato. Insomma, non è detto che qualsiasi polo celebrativo debba essere fiorito e messo in risalto, così come risulta evidente che una composizione floreale destinata a una basilica sarà diversa da quella destinata a una cappella per quel che riguarda posizione, volumi e messa. Altrettanto importante sarà tenere in considerazione i colori di pitture, pavimenti, fregi, marmi, vetrate, eccetera, così da intonare il bouquet.
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Tutto ciò che vediamo intorno a noi rappresenta l'opera della mano di Dio. Egli, creatore del cielo e della terra, ha vo
visita : arte floreale per la liturgia
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