giardini verticali

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I giardini verticali: come sono fatti

I giardini verticali sono costituiti da una o più pareti che vengono coltivate con specifiche piante. Esse vengono radicate in appositi compartimenti collocati all’interno di materiale fibroso a strati attaccato alla parete. L’approvvigionamento idrico è garantito da un impianto situato proprio tra gli strati. I giardini verticali, in sostanza, si configurano come una forma di paesaggio urbano o agricoltura, ma non di rado le pareti verdi vengono considerate alla stregua di opere d’arte di eccezionale bellezza. Nella maggior parte dei casi, si trovano in città, specialmente in corrispondenza delle superfici verticali di palazzi e condomini. Le dimensioni variano a seconda dei casi, ma possono anche essere notevoli: basti pensare al Caixa Forum situato a Madrid, che si avvale della firma di Patrick Blanc, celebre botanica, ampio quasi cinquecento metri quadri e alto oltre venti metri. La creazione di una parete verde non rappresenta, naturalmente, solo un carattere distintivo a livello architettonico, ma realizza una seconda pelle vera e propria degli edifici, con vantaggi considerevoli dal punto di vista pratico.

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Gli effetti benefici

giardino verticale Si ottiene, infatti, un miglioramento considerevole dell’isolamento termico della struttura, evitando al tempo stesso l’irraggiamento diretto sulla parete dei raggi solari. Di conseguenza, la parete non si scalda e non diffonde il calore all’interno. Anche rispetto agli edifici circostanti, poi, si nota un miglioramento dell’impatto decorativo ed estetico; non va dimenticato, dal punto di vista pratico, che i giardini verticali permettono di attirare le polveri sottili, e quindi si traducono in benefici importanti per la protezione dall’inquinamento. Oltre che soluzione estetica, quindi, essi rappresentano un mezzo di regolazione termica, di depurazione dagli agenti atmosferici inquinanti e di isolamento acustico: quindi, in ultima analisi, uno strumento di risparmio energetico. Le facciate di un palazzo possono essere dotate di un rivestimento arboreo in virtù del principio per cui non è detto che una pianta abbia bisogno di terra per sopravvivere: molte specie, infatti, necessitano unicamente di anidride carbonica, ossigeno e acqua, per mezzo della fotosintesi clorofilliana. Ma come vengono realizzati i giardini verticali? Il sistema costruttivo fa riferimento a una struttura metallica di dimensioni contenuti, connessa all’edificio tramite zanche, oppure (a seconda del tipo) autoportante: su di essa viene applicato un telo in Pvc, a sua volta ricoperto con un rivestimento realizzato in cartonfeltro. Si crea, così, un tessuto tecnico su cui vengono inserite le essenze già sviluppate (o a volte semplicemente i semi); in un metro quadro, si trovano circa trenta piante. Talvolta, i sistemi impiegano pannelli modulari di dimensioni ridotte, pronti alla posa in quanto già inerbiti, che devono solo essere appoggiati sull’ossatura in alluminio.


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Irrigazione e innaffiatura

giardino verticale Per quel che riguarda la somministrazione di acqua, si sceglie un sistema di irrigazione totalmente automatizzato con diffusione omogenea, nascosto alla vista. La manutenzione, in media, è da eseguirsi almeno quattro volte all’anno, ma chiaramente la frequenza è in funzione delle specie selezionate e dell’effetto che si vuole ottenere (in sostanza, erba lunga o corta). Si può ridurre, in ogni caso, ricorrendo a impianti di fertilizzazione automatici, nei quali l’acqua viene arricchita con antiparassitari, fungicidi e elementi nutritivi. Quali sono le specie presenti nei giardini verticali? Le specie arboree ideali possono essere distinte in due grandi categoria a seconda dei fattori ambientali.


Quali specie possono essere impiegate

giardino verticale Le specie microterme, in particolare, risultano indicate per zone in cui le temperature si aggirino tra i quindici e i ventisei gradi, e tollerano in misura minore siccità, caldo, e salinità. A questo gruppo, che cresce soprattutto in primavera e in autunno, appartengono specie come la festuca rubra, la poa pratensis, il lolium perenne e la festuca arundinacea. Le specie macroterme, invece, risultano non adatta ad aree in cui le temperature vanno sotto zero, essendo più a proprio agio con climi caldi: addirittura, le condizioni di crescita ottimale si verificano tra i venticinque e i trentacinque gradi, mentre con temperature più basse le piante entrano in riposo vegetativo e diventano più pallide. Fanno parte di tale gruppo lo zoysie, il paspalum vaginatum, il cynodon dactylon e lo stenotaphrum secundatum. In conclusione, è opportuno ribadire come i giardini verticali mettano a disposizione delle facciate che rivestono benefici concreti come la regolazione termica (visto che l’aria viene rinfrescata dalla traspirazione delle piante, e la sua circolazione è resa possibile dall’intercapedine), la valorizzazione economica degli edifici, un’azione di filtraggio rispetto agli inquinanti atmosferici e in generale una depurazione complessiva dell’aria, resa possibile dalla produzione di ossigeno e dell’assorbimento di anidride carbonica. Non va dimenticato, inoltre, che la massa vegetale è in grado di assorbire le onde luminose e sonore, e ciò si traduce in una riduzione del riverbero e nell’abbattimento dell’inquinamento acustico. Sono sempre più diffusi, inoltre, i giardini verticali che presentano scritte e disegni particolari, realizzati a fini pubblicitari, ma anche i giardini verticali interni, non esposti al pubblico, realizzati solitamente, in scala ridotta, su balconi e terrazzi oppure in abitazioni particolarmente grandi.



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