Nottue
Con il termine comune nottua, si indicano in giardino le larve di alcuni lepidotteri, che chiamiamo falene (ovvero farfalle notturne), che trascorrono i loro primi stadi vitali sul fogliame o tra le radici delle piante, di cui si nutrono; in effetti tali larve vengono deposte da farfalle appartenenti alla famiglia delle noctuidee, ma diversi generi di questa famiglia sono dannosi per le coltivazioni, sia nell’orto, sia nel giardino, sia in campo agricolo. Per fare alcuni esempi le larve Heliothis armigera (chiamata anche helicoverpa armigera) si nutrono di foglie, fiori e frutti, di orticole, piante ornamentali, tabacco, mais; Mamestra brassicae ama divorare il fogliame delle brassicacee; Agrotis segetam (e altre specie) prediligono invece le radici, e in genere si annidano quindi nel terreno, ai piedi delle piante. Il danno è in genere ingente, ma correlato al numero di larve (bruchi) sulle piante; gli adulti svernano nel terreno, e ne fuoriescono solo a primavera inoltrata, solo in estate divengono un problema, dopo che hanno deposto la prima cova di uova. Un singolo adulto di nottua può produrre centinaia di uova, e in una stagione le deporrà tre volte; quindi è importante controllare e contenere il numero di questi insetti prima che abbiano deposto le uova, o non appena l’hanno fatto, prima che divengono eccessivamente numerose. In genere, in agricoltura, si vigila la diffusione delle nottue, utilizzando delle trappole a feromoni, per catturare gli adulti; se il numero di adulti diviene eccessivo, si trattano le piante, per evitare che le future larve si sviluppino.
Le nottue terricole, chiamate anche vermi grigi, sono molto dannose, in quanto divorano rapidamente le radici delle piante, causandone la morte; in genere poi non riusciamo a vederle, fino a che non hanno cominciato a mangiare una buona parte dell’apparato radicale delle nostre piante. Oltre alle radici, queste nottue tendono a prediligere le giovani piante, i teneri germogli, le piante da poco sviluppate; sono quindi assai dannose, in quanto in un campo da poco seminato possono rapidamente divorare tutte le giovani piantine da poco germogliate. In genere, il danno maggiore, viene provocato nelle piante e coltivate in vaso, perché gli insetti attaccano spesso una sola piccola pianta, che quindi deperisce nell’arco di poche ore. Nell’orto e nei campi, questo tipo di nottue, si sviluppa con difficoltà, soprattutto quando si pratica una buona disinfestazione del terreno, prima di porvi a dimora le piante. La disinfestazione del terreno si pratica utilizzando delle esche insetticide; ma le larve di nottua presenti nel terreno in genere tendono a preferire i campi coltivati (visto che necessitano delle radici per sfamarsi) e di una buona umidità: quindi tendono a non fermarsi in un campo lasciato libero dalle infestanti e temporaneamente non annaffiato. Quindi, quando a fine inverno prepariamo l’orto per le future piantine, lavorando a fondo il terreno, e levando tutte le infestanti, in genere limitiamo naturalmente anche il numero div ermi grigi presenti nel terreno. Se purtroppo notiamo la presenza di questo tipo di nottue solo dopo che hanno attaccato le nostre piante, dovremo per forza trattare il terreno con un insetticida per il terreno, oppure cercare le larve e distruggerle, rinvasando le piante.
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Anche gli adulti di nottue che hanno sviluppo sugli organi aerei delle piante svernano nel terreno, sotto forma di ninfe; solo in primavera inoltrata inizia lo sfarfallamento, e la deposizione di uova sulle pagine inferiori delle foglie, o vicino a germogli e fiori. L’attività di questi bruchi è prevalentemente notturna, diviene quindi difficile capire cosa sta rovinando le nostre piante. Tipicamente tendono a causare mangiucchiature tondeggianti sulle foglie, anche di grandi dimensioni; oltre a questo, alcune specie prediligono i frutti, dentro cui si annidano, mangiandone la polpa e depositandovi i loro escrementi. In particolare, alcune specie tendono a preferire particolari frutti, come i pomodori. Per ogni frutto è di solito presente un solo bruco, che favorisce anche lo svilupparsi di malattie fungine: quindi, nell’arco di giorni, il frutto tende ad appassire e marcire. Altre nottue mangiano invece germogli o fiori, anche se le più diffuse e comuni sui terrazzi sono quelle che possiamo trovare sulle piante ornamentali; anche in questo caso, il danno tende ad essere abbastanza grave, perché anche solo pochi bruchi su una singola pianta di geranio possono causarne la morte in qualche giorno. Le nottue che si annidano nei frutti sono tra le più difficili da debellare, in quanto il frutto provvede anche a fungere da nido e riparo per questi bruchi, e quindi queste nottue vanno debellate allo stato adulto. Per le altre notte, se l’infestazione non è grave è sufficiente scuotere le piante di notte, e raccogliere i bruchi che cadono.
Se invece i bruchi sono molto numerosi, è necessario effettuare trattamenti con insetticidi come piretroidi o con altri principi attivi: in genere i bruchi non sono resistenti agli insetticidi, e quindi anche un insetticida generico funziona. Questi prodotti però funzionano solo per contatto, e quindi dobbiamo per forza colpire i bruchi per ucciderli con il prodotto. Se dobbiamo trattare delle piante in vaso, possiamo utilizzare anche un insetticida ad ampio spettro sistemico, ovvero da mescolare all’acqua delle annaffiature, che verrà assorbito dalle parti verdi della pianta e andrà a uccidere tutti gli insetti che se ne cibano
La prima azione utile per debellare le nottue, o quantomeno per contenerne il numero, consiste nel posizionamento di trappole a feromoni, che andranno a catturare gli insetti adulti, prima che possano deporre le uova. In questo modo, chiaramente, la popolazione di lepidotteri viene in sostanza decimata, e i pochi sopravvissuti causeranno danni decisamente minori, anche producendo centinaia di uova. Questo tipo di trappole vanno posizionate nel nostro terreno a partire da aprile-maggio, in modo da poter attirare già i primi adulti che escono dal terreno all’arrivo del caldo.
Un altro tipo di lotta biologica che viene facilmente praticato consiste nell’utilizzare, al posto degli insetticidi, un prodotto a base di bacillus thuringensis, facilmente reperibile in commercio; questo tipo di insetticida, completamente biologico, ha il pregio di essere innocuo per l’uomo, i piccoli animali, gli animali acquatici, ed anche per gli insetti utili, andando quindi a colpire solo l’insetto di cui ci vogliamo liberare. Al contrario, la maggior parte degli insetticidi ad ampio spettro, anche quelli che vengono dichiarati naturali (in quanto a base di piretro o di piretroidi), tendono ad uccidere tutti gli insetti con cui vengono in contatto, comprese ad esempio le api e le coccinelle, di cui noi invece non ci vogliamo liberare, in quanto la loro azione è di fondamentale importanza per il giardino.