Ragnetto rosso
Che fare per questo noiosissimo ragnetto rosso? Esistono dei rimedi "naturali" efficaci?
A Torino, sul mio terrazzo esposto a sud diverse piante soffrono di questo problema, C'è qualcuno che sa fornirmi qualche suggerimento? Grazie. (Giusy)
Gentilissimo Marco,
La ringraziamo per averci contattato in merito al problema sulle sue piante tramite la rubrica dell’Esperto di Giardinaggio.it
Il
ragnetto rosso Tetranychus urticale appartenente alla famiglia dei Tentranichidi. I danni principali prodotti sulla vegetazione a seguito dell’attacco di questi litofagi, si manifestano con decolorazioni fogliari grigio-giallastre e con la comparsa di residui ragnatelosi riscontrabili sulla pagina inferiore; le foglie infestate possono cadere anticipatamente o necrotizzare ed anche i fiori possono risultare danneggiati.
La presenza di
ragnetto rosso a causa del suo sistema di alimentazione (succhia la linfa), può effettivamente pregiudicare la fioritura e deprimere lo sviluppo delle piante del suo terrazzo. Non siamo a conoscenza di rimedi “naturali” efficaci su questo noiosissimo parassita delle piante.
Distinti saluti
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Famiglia e genere | Acari, Tetranychus, urticae |
Nomi comuni | Ragnetto rosso, acaro rosso, ragnetto rosso delle serre |
Piante colpite | Numerosissime, fino a 1000 specie diverse |
Danni | Ingiallimento, perdita di vitalità, morte, bassa produttività |
Sintomi | Ingiallimento, comparsa di macchie color ruggine, foglie dall’aspetto “arido”, piccolissimi puntini sulla pagina inferiore, leggerissime ragnatele (se l’affezione è molto grave) |
Fattori scatenanti | Caldo secco, esposizione soleggiata, poca umidità |
Periodo di comparsa | Tarda primavera |
Rimedi | Aumento umidità, cambiamento esposizione, vaporizzazioni, acaricidi |
I maschi sono periformi con zampe larghe e femmine più rotonde. I colori possono andare dal rosso aranciato al giallo acceso con occhi rossi. Quando non sono ancora adulti presentano una forma simile a quella matura, ma sono dotati soltanto di 3 paia di zampe invece che di quattro e la colorazione è più chiara. L’uovo è rotondo, lucido e trasparente. Mano a mano che evolve il colore vira sempre di più all’arancione.
Le popolazione cominciano ad aumentare di numero all’inizio della primavera. Durante la stagione calda sono capaci di completare una generazione nel giro di una settimana. I tempi si fanno più lunghi quando le temperature si fanno più basse. Nelle zone in cui gli inverni sono miti (Sud Italia, zone tropicali) le generazioni possono susseguirsi per tutto l’anno, anche se nella stagione fredda risulteranno rallentate. Nelle regioni più fredde possono passare l’inverno sia sotto la forma di adulto sia sotto quella di uovo.
Alle nostre latitudini si possono avere al massimo 6-8 generazioni all’anno. La situazione cambia notevolmente se parliamo però di piante cresciute in serra.
Foglie: si ha un’evidente decolorazione a causa delle punture dell’apparato boccale del parassita. In genere questo si va a localizzare nei pressi delle nervature centrali ed è proprio lì che compaiono i primi sintomi. Le decolorazioni prendono un aspetto giallo-rugginoso e la foglia assume un aspetto arido e debilitato. Se non si interviene si ha poi la caduta, soprattutto in presenza di vento secco.
In alcuni tipi di agrumi vi è la comparsa di bolle arancioni.
Se non si interviene per tempo (e le condizioni climatiche sono favorevoli), vi sarà la comparsa anche di piccole ragnatele: si è in una fase molto avanzata dell’infestazione.
Frutti: nelle zone affette appaiono macchi scure che danno al prodotto un aspetto sporco.
Per riconoscere dai primi sintomi l’affezione bisogna osservare, possibilmente con una lente di ingrandimento, il retro delle foglie. Il problema è presente se si evidenziano puntini piccolissimi (appena visibili ad occhio nudo) di color rosso o anche marrone scuro.
La strategia da applicare va commisurata alle nostre condizioni climatiche. In alcune zone (ad esempio il Nord Italia), il ragnetto fa la sua comparsa in estate e riesce a portare a termine solo poche generazioni. In questo caso non è indicato l’utilizzo di acaricidi.
Per affievolire l’aggressività dell’acaro può anche solo essere sufficiente spostare il vegetale (che è quasi sempre in vaso) in una zona più ombrosa e vaporizzarne più volte durante la giornata la chioma. Può anche essere utile bagnare ripetutamente il pavimento intorno o porvi alla base un sottovaso riempito di argilla espansa e acqua. Importante è anche sollevare da terra il contenitore in maniera che non venga direttamente a contatto il pavimento surriscaldato: causerebbe l’aumento della temperatura del substrato e migliori condizioni di vita per l’acaro.
Un ulteriore aiuto può arrivare dall’uso di pacciamatura (corteccia di pino) che aiuti il substrato a mantenersi fresco e umido.
Mentre la situazione non diventa quasi mai grave nei giardini, può invece diventarlo su balconi e terrazzi molto assolati (e chiaramente nelle serre e nel Centro-Sud).
In questo caso può diventare indispensabile intervenire con prodotti acaricidi specifici. Il periodo in cui il ragnetto è più sensibile va da giugno ad agosto. Teniamo però presente che i prodotti in commercio per uso hobbistico non hanno una grande efficacia e purtroppo l’animale sviluppa velocemente delle resistenze. Evitiamo quindi di usarli eccessivamente. Di solito per uso domestico è consigliato un solo trattamento all’anno.
Poniamo particolare attenzione nella scelta del prodotto (sempre acaricida e non insetticida!): deve abbinare diverse molecole attive contro tutti gli stadi di sviluppo, da uovo ad adulto e che abbia un’azione translaminare o citotropica.
Per la prevenzione può anche essere utile, durante l’inverno, la distribuzione di olio bianco (che agisce per asfissia) su tutto il tronco della pianta (magari miscelato ad un ovocida).
I nemici naturali sono altri acari (Neoseiulus californicus y Phytoseiulus persimilis) e alcune coccinelle. A livello domestico difficilmente si ottengono buoni risultati, nelle serre possono invece essere utili per lo meno per limitare l’impatto.
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