Cedro
Il cedro è una conifera diffusa sulle montagne dell’area mediterranea e nella zona himalayana; esistono poche specie di questa conifera, tra cui le più famose sono il cedrus libani, diffuso in Africa, il cedrus deodara, diffuso in Asia e il cedrus atlantica, diffuso in Marocco. La diffusione in Africa del nord va sempre più restringendosi, e i cedri tendono a svilupparsi in luoghi montuosi, o in altre zone mediterranee, dove sono ormai naturalizzati. Queste conifere sono presenti nei boschi anche in altre zone del globo, dove sono però stati inseriti dalla mano dell’uomo, direttamente o indirettamente. Si tratta di conifere sempreverdi, di dimensioni grandi, che nel corso di molte decine di anni possono raggiungere i 40-50 m di altezza.
Hanno foglie aghiformi, di colore verde scuro, o anche bluastro, poiché sono spesso ricoperte da un sottile strato di cera pruinosa, bianca. Gli aghi sono riuniti in mazzetti, che contano fino a quaranta piccoli aghi, disposti a ciuffo. I coni sono grandi, legnosi, di forma cilindrica, rimangono sull’albero per circa un anno, per poi sfaldarsi in lamelle, liberando i piccoli semi alata. Il cedro è coltivato da millenni, per la sua chioma ampia e ombreggiante, ma soprattutto per il suo legno aromatico, che veniva e viene molto utilizzato per fare mobili e utensili, ma anche per sfruttarne le virtù repellenti nei confronti degli insetti. I vari tipi di cedro non sono molto diverse tra loro, a parte il cedro del Libano che è facilmente riconoscibile in quanto i rami si sviluppano perfettamente orizzontali rispetto al terreno; altre specie hanno invece ramificazioni più o meno pendule. Gli esemplari piantati singolarmente tendono a divenire molto ampi, raggiungendo i 15-20 m di ampiezza della chioma nella parte bassa. In vivaio esistono molte varietà di cedro, anche di piccole dimensioni, e anche con le ramificazioni pendule.
Queste conifere nei luoghi d’origine si sviluppano in zone collinari o montuose, caratterizzate da un succedersi di stagioni simile a quello presente in Europa; sono piante che ben si adattano al clima italiano, e che si sono acclimatate in certe zone tanto da divenire parte della flora spontanea. Anni orsono i cedri venivano utilizzati nei giardini e nei parchi cittadini, vista la velocità con cui producono una ampia chioma ombreggiante; per questo motivo sono alberi sconsigliati per coloro che possiedono piccoli giardini, a meno di scegliere varietà nane o di dimensioni particolarmente contenute. I cedri si coltivano in un buon terreno profondo, con ph alcalino, mediamente fertile; nei primi anni dopo l’impianto è consigliabile annaffiare le piante in primavera e in autunno, soprattutto in caso di prolungati periodi di siccità. Per il resto sono piante dalle scarse esigenze: una volta attecchiti i cedri divengono alberi resistenti alla siccità, al caldo, al gelo anche intenso, fino a -25°C, e anche prolungato. Sopportano piogge prolungate, ma non amano terreni pesanti e umidi, che possono portare anche alla morte della pianta.
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Nell’arco di alcuni anni divengono alberi maestosi; come avviene per molte conifere è sconsigliabile intervenire sulle piante molto grandi potandole, nel tentativo di fermarne la crescita: non appena si taglia l’apice di queste piante, uno dei rami sottostanti si svilupperà rapidamente per andare a rimpiazzare l’apice potato, causando una crescita ampia della pianta, nella ricerca di ripristinare velocemente la chioma persa. Quindi le potature si limitano a eventuali puliture primaverili, per levare rami rotti o rovinati dalle intemperie. Spesso queste piante vengono attaccate dagli afidi del cedro, che possono infestare la pianta anche pesantemente. Alberi di grandi dimensioni non vengono per nulla indeboliti dagli insetti, però al di sotto di essi si viene immancabilmente colpiti dalla melata che viene emessa dagli afidi, è quindi consigliabile curare le piante colpite da questi insetti, soprattutto quando sono piccole e la vaporizzazione della chioma con un insetticida è pratica e poco complessa.
La parola italiana cedro indica due piante completamente diverse, ovvero il cedrus, ovvero una conifera sempreverde, e il citrus medica, un grosso agrume; questa parola deriva dal greco, e probabilmente significa profumato. Possiamo facilmente capire che sia la conifera, sia l’agrume sono caratterizzati da un intenso aroma, del legno in un caso, dei frutti nell’altro.
Spesso però questi due alberi sono stati confusi; ad esempio in alcuni dipinti di storie bibliche e di santi vengono dipinti i cedri come piccoli alberelli di agrumi, mentre nella Bibbia ci si riferisce al cedro conifera, in quanto molto utilizzata anche anticamente, per il legno pregiato e profumato. Nell’industria si utilizza il legno di cedro per produrre prodotti anti tarme, da utilizzare in casa, per la biancheria. Anche in questo caso si intende la conifera, e non l’agrume.
Anticamente questo grande albero veniva utilizzato per piantare barche, e tradizionalmente per preparare frecce; gran parte della Turchia e dell’Africa settentrionale presentavano estesi boschi di cedri, in tutte le zone collinari o montuose; le modificazioni del clima hanno portato questi boschi di conifere a divenire i dimensioni decisamente molto più contenute.
Il cedro infine viene utilizzato anche in erboristeria; se ne utilizzano macerati, oli e gemmoderivati, che in generale traggono i loro principi attivi dal legno della pianta.
Anticamente il legno di cedro veniva utilizzato nelle saune e nei bagni turchi, in quanto si riteneva che il legno di cedro favorisse la sudorazione. I prodotti erboristici moderni a base di cedro si utilizzano per curare le affezioni della pelle, quali eczemi, dermatosi e psoriasi. L'essenza di questo arbusto è impiegata anche in aromaterapia.