Cedro del Libano - Cedrus libani
Il cedrus libani è una conifera sempreverde dalle dimensioni imponeneti originaria dell'Asia Minore. Ha crescita lenta e può raggiungere i 30-40 metri di altezza; la corteccia è scura e scabra, gli aghi sono corti, verde scuro, e spuntano riuniti in ciuffi che ne contano anche 20-30. Gli esemplari giovani hanno chioma piramidale, densa, con i rami che tendono verso l'alto; con l'età questa pianta tende a prendere una conformazione ad ombrello e i rami assumono una posizione orizzontale. In primavera il cedrus libani produce grosse pigne erette, con l'apice appiattito; i semi sono simili a scaglie e maturano a fine estate.
Il Cedro del Libano è una specie di Cedro originario delle zone montuose del bacino del Mediterraneo e più in particolare dell’Asia Minore, Libano e Turchia sud-occidentale. Si tratta, in generale, di conifere appartenenti alla famiglia delle Pinaceae, molto ornamentali e maestose.
Di questa famiglia fanno parte: il cedro del Libano, il cedro dell’Atlante, il cedro Deodara e il Cedro di Cipro. Alcuni testi considerano questi ultimi tre sottospecie della prima. Altri testi invece li considerano a tutti gli effetti specie a se stanti.
Famiglia, genere e specie | Pinaceae, gen. Cedrus Libani |
Tipo di pianta | Albero, conifera, con foglie persistenti |
Esposizione | sole |
Rustico | Abbastanza rustico |
Terreno | Ricco, soffice, ben drenato |
Colori | Fiori bianchi (o rosa nelle varietà ornamentali) |
Irrigazione | Di solito non necessaria |
Concimazione | Annuale con ammendanti |
Propagazione | Seme, innesto |
Coni | Viola-verdi, poi marroni, verso l’alto |
Parassiti e malattie | Marciumi, cancri rameali, afide del cedro |
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queste conifere amano le posizioni soleggiate, ma crescono senza problemi anche a mezz'ombra. Non temono il freddo o i venti. Non necessitano di annaffiature, poichè tollerano senza problemi la siccità, quindi si accontentano dell'acqua fornita dalla piogge. Poichè gli esemplari giovani tendono a ramificare molto, dando origine anche a ramificazioni molto deboli, si consiglia di potare in primavera i rami deboli, per promuovere l'irrobustimento degli altri. Questa conifera, nel suo habitat di provenienza, è una pianta dominante. Questo significa che diventa molto più alta delle essenze che la circondano e avendo maggior accesso alla luce. Dobbiamo quindi garantirle anche da noi una zona ben luminosa e possibilmente abbastanza aperta in maniera che giunto a maturità possa cominciare ad allargarsi parallelamente al suolo.
Questa conifera può raggiungere i 40 metri di altezza. Gli esemplari hanno portamento a cono espanso. Col tempo però tendono a perdere la punta e assumono una forma a colonna espansa, caratterizzata da bellissimi palchi larghi e appiattiti sorretti da rami di grandi dimensioni. Questo la rende una pianta dalle notevoli dimensioni e facilmente riconoscibile.
Il
cedrus libani presenta foglie aghiformi, lunghe fino a 3 cm, da verde scuro a grigio-blu. Sono portate singole sui lunghi rami, in densi verticilli invece sui rami laterali, che hanno una crescita più lenta.
La corteccia è grigio scuro e con il tempo tende a sfaldarsi in placche verticali.
Ha fiori maschili che vanno dal verde al blu, gialli però al momento dell’apertura. I fiori femminili, sono gialli ed eretti, su grappoli separati sulla stessa pianta, in autunno. I frutti, conici, hanno una forma molto simile a quella di un barile ed eretti. Sono lunghi circa 12 cm, viola-verdi e poi, maturando, marrone medio.
il cedro del Libano preferisce terreni sabbiosi, poveri, leggermente acidi, ma essendo una pianta molto rustica cresce senza problemi in qualsiasi terreno, anche basico e argilloso. Il cedro del Libano si adatta bene a tutti i terreni, ma, visto che è, nelle zone più piovose, particolarmente soggetto a marciumi radicali, sarebbe meglio inserirlo dove ci sia un terreno soffice, ben drenato e con un pH leggermente acido. Se il nostro substrato non ha queste caratteristiche possiamo sul fondo della buca, inserire una buona quantità di materiale drenante.
La moltiplicazione del cedrus libani avviene per seme, utilizzando in primavera i semi del'anno precedente.
Il cedrus libani viene attaccato in particolar modo dall'afide del cedro, soffre anche di cancri rameali. Si tratta in generale di piante resitenti.
Come abbiamo detto, però, uno degli inconvenienti più frequenti è il marciume radicale. In generale si può solo cercare di prevenirlo con i giusti accorgimenti al momento della messa a dimora. Se dovesse sopraggiungere ugualmente si può provare a distribuire su tutta la zona coperta dalla chioma una buona quantità di prodotto a base di foseti-alluminio, possibilmente in granuli
Il parassita più diffuso in assoluto è l’afide del Cedro, Cinara cedri. Sono insetti di color grigio-verde che vivono sui nuovi germogli pungendoli. Ciò causa delle necrosi che possono estendersi anche a tutto il ramo e causare ampie defogliazioni.
Un ulteriore danno deriva dalla secrezione di melata che sporca le foglie e i rami. È inoltre causa di attacchi fungini e richiama altri insetti (come le formiche).
Si può intervenire somministrando aficidi specifici per questo tipo di piante tenendo presente che il periodo di maggiore presenza è tra maggio e giugno.
Come tutte le conifere non necessita di irrigazioni, specie se viene messo a dimora in zone non troppo aride. Dovremo sicuramente intervenire nel caso di estati molto calde e siccitose su individui molto giovani o inseriti da poco. Si consiglia però di evitare le irrigazioni troppo frequenti perché potrebbero causare marciumi o asfissie radicali che in questi alberi (di solito con radici molto superficiali e allargate) possono essere causa di improvvisi cedimenti o di sradicamenti causati da vento e forti temporali.
È molto importante una buona concimazione di fondo per far in modo che la pianta possa svilupparsi velocemente e riprendersi dal trauma della messa a dimora. In quel caso è bene inserire sul fondo della buca abbondante stallatico maturo o concimi organici a base di cornughia o farina di ossa.
In seguito sarà bene arricchire il sottosuolo coprendo il piede della pianta durante l’autunno con ammendanti organici. Questi, penetrandovi, renderanno il terreno più aerato e capace di ospitare batteri che, vivendo in simbiosi con le radici, renderanno i micro e macroelementi di più facile accesso.
Generalmente queste conifere non necessitano di potature periodiche. Possono invece rendersi necessarie degli interventi di mantenimento con lo scopo di eliminare rami morti o malati. Al di là di questo è bene limitare al massimo le operazioni perché la pianta crescerà autonomamente con un proprio equilibrio. A questo proposito si sottolinea che in ogni caso diventeranno alberi dalle grandi dimensioni. È bene valutare questo aspetto prima di inserire un Cedro del Libano nel nostro giardino. Potremo godere al massimo della loro bellezza solo se avranno la possibilità di crescere liberamente. Non pensiamo di inserirli, magari nelle vicinanze di un’abitazione, per poi intervenire continuamente con potature. Questo non farà altro che rovinarne l’aspetto naturale oltre che essere veicolo per malattie.
Il cedro del Libano è piuttosto resistente al freddo. Può sopportare temperature fino a -20°C. Al di sotto di questo limite ( e anche al di sopra, soprattutto se in presenza di vento) potrebbe subire dei danni. Naturalmente i soggetti più vulnerabili sono le piante giovani e magari in vaso.
Si consiglia quindi, specie se viviamo al Nord o in zone montane, di coprire bene il tronco e il piede (e eventualmente il vaso) con materiale coibentante almeno durante i primi 3 anni di vita e sicuramente il primo anno dopo la messa a dimora.
I vivai specializzati tendono a riprodurre le piante tramite talea (nel mese di novembre) o anche per via gamica. A livello casalingo, e magari per la produzione di bonsai, è possibile provare ad ottenere un esemplare tramite semina. Non è neanche difficile trovare in vendita i semi presso alcuni rivenditori specializzati. Se vogliamo invece procurarceli personalmente dobbiamo sapere che i coni vanno reperiti durante l’inverno e poi tenuti ad una temperatura di circa 20°C: come reazione tenderanno ad aprirsi e potremo estrarne i semi. Andranno inseriti in vasetti contententi un substrato ricco, ma leggero e ben drenato per evitare i marciumi radicali. Si possono tenere all’esterno e in genere germinano in primavera. Appena si vedono spuntare possono essere trapiantate e posizionate in un luogo riparato dove andranno tenute per almeno tre anni. Sono infatti molto sensibili alle temperature rigide e al vento.
Il cedro del Libano è stato un albero fondamentale per molte diverse civiltà. Il suo legno era utilizzato dai Fenici per la costruzione di navi a scopo commerciale o militare. Era inoltre basilare per l’edificazione di case, palazzi e templi. La sua resina, molto profumata era utilizzata per il processo di imbalsamazione dagli Egizi. È un albero celebrato da tre importanti religioni: il Cristianesimo, l’Islamismo e l’Ebraismo. Il profeta Isaia usò il Cedro del Libano come metafora di orgoglio e speranza e il suo legno fu utilizzato per l’edificazione di edifici sacri come il Tempio di Re Salomone a Gerusalemme e il Palazzo di Davide e di Salomone. Le foreste di queste conifere in Libano e Turchia vennero sfruttate da moltissime civiltà: Greci, Romani, Babilonesi e Persiani. Si ebbe così una sempre maggiore deforestazione e oggi è rimasto molto poco delle estese popolazioni di quei tempi.
L’impatto più visibile si è avuto in Libano e sull’isola di Cipro. Negli ultimi anni però, soprattutto in Turchia, vi è un serio progetto di far rivivere quelle foreste. Sono infatti stati piantati più di 50 milioni di giovani cedri. Anche la popolazione libanese sta tornando ad espandersi grazie anche ad un programma che coniuga la protezione delle popolazioni storiche da parassiti, capre e incendi e l’impianto di nuovi esemplari. Come è noto questo albero è presente sulla bandiera del Libano ed ne è il simbolo nazionale. Purtroppo come risultato di un lungo periodo di sfruttamento, si può affermare che sono rimasti su quel territorio davvero pochi alberi millenari. Questa nazione sta puntando contemporaneamente alla rigenerazione dei boschi e alla preservazione dei vecchi esemplari. Sono state create numerose riserve proprio con questo scopo primario. La più famosa forse è la “Foresta dei Cedri di Dio” nei pressi di Bsharri.
Il legno che se ne ricava è massiccio e resistente, oltre che molto aromatico. Viene utilizzato anche in fitoterapia: le foglie e la corteccia possono essere utilizzate a scopo espettorante e antisettico, visto che contengono abbondante olio volatile. Il macerato glicerico delle gemme viene utilizzato per combattere la psoriasi siccome incentivano la rigenerazione del tessuto cutaneo. Il decotto di corteccia è tradizionalmente usato come anticatarrale e antibronchiale grazie al suo aroma fortemente balsamico.
Nel nostro continente questo albero è arrivato solo alla fine del 1700. In Italia i primi esemplari son stati inseriti in Toscana all’inizio del 1800. Attualmente si possono enumerare alcuni esemplari che possono essere definiti monumentali. Si possono ammirare due bei cedri a Ferrara, con un diametro di circa 15 metri. Altri di notevoli dimensioni si possono trovare sull’isola de La Maddalena, a Campobasso, a Como e La Morra, vicino ad Alba (Cuneo).
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