Calendula
La calendula è una pianta erbacea annuale originaria dell'Europa meridionale. Costituisce densi ciuffi di foglie allungate, di colore verde intenso, ricoperte da una fitta peluria grigiastra, soffici e tenere al tatto; i cespi sono alti 20-30 cm. Dalla primavera inoltrata fino all'estate produce numerosissimi fiori a margherita, di colore giallo o arancione; esistono molte cultivar a fiori doppi e stradoppi. I fiori di calendula profumano delicatamente di limone, e sono commestibili: si consumano crudi in insalata, oppure vengono utilizzati essiccati per tisane, hanno un sapore intenso e speziato. Queste piante annuali tendono ad autoseminarsi con grande facilità, quindi una volta messe a dimora si potrà avere un'aiuola di
calendule ogni anno.
La calendula è un’annuale estremamente facile da coltivare: cresce velocemente da seme e ha una lunghissima stagione di fioritura. Le sue corolle arancioni sono ideali da inserire nelle aiuole, nei vasi o nelle bordure e danno un tocco di allegria e vivacità al nostro giardino. Le varietà disponibili sono davvero molte: possiamo trovare diversi tipi di corolle, sfumature e dimensioni.
La calendula è una Asteracea endemica dell’Europa meridionale e dell’Africa settentrionale. Il genere è composto da circa 15 specie. Nel nostro paese se ne possono trovare due allo stato spontaneo: la Calendula arvensis (dal portamento prostrato, riconoscibile nei campi per i suoi petali color zolfo) e la Calendula officinalis. Quest’ultima è nota dalle notte dei tempi per la sue virtù medicamentose e per questo la sua selezione e coltivazione cominciò già nell’antichità: era una delle essenze più diffuse negli orti botanici dei monasteri. Se ne ottennero però anche varietà interessanti per le loro qualità ornamentali.
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In genere le calendule si accontentano della pioggia, sopportando senza problemi brevi periodi di siccità; per una fioritura abbondante è però bene annaffiare regolarmente la pianta, da aprile ad agosto, soprattutto se si verificano lunghi periodi senza precipitazioni. Ogni 10-15 giorni è bene fornire del concime per piante da fiore, mescolato all'acqua delle annaffiature. Attenzione però ai ristagni idrici! E' necessario evitare che il terreno della pianta sia troppo bagnato: in questo caso la calendula potrebbe mostrare difficoltà di crescita. Quando si presenta il periodo di fioritura invece, le irrigazioni dovranno essere più abbondanti.
Per crescere e fiorire con continuità la calendula necessita di un substrato sempre fresco. Dovremo quindi irrigare abbastanza frequentemente, specialmente in mancanza di piogge e all’arrivo dell’estate. Per ridurre i nostri interventi può essere utile predisporre una buona pacciamatura a base di sfasci alla base delle piante.
Il terreno non deve però essere sempre fradicio: un prolungato contatto delle foglie basse con l’umidità può favorire l’insorgere dell’oidio. Assicuriamoci che la superficie risulti asciutta dopo un paio di ore.
La Calendula officinalis è caratterizzata da foglie alterne opache lunghe fino a 15 cm e da un portamento cespuglioso allargato. Lo sviluppo, infatti, avviene su di un unico stelo solo raramente (nelle cultivar selezionate per la produzione di fiori da taglio). Diversamente cresce più in larghezza che in altezza e risulta quindi adattissima per il primo piano delle bordure, le aiuole, i giardini rocciosi o i contenitori, anche di piccole dimensioni.
Le corolle, di grandi dimensioni, hanno la tipica forma a margherita delle Asteraceae, semplice o doppia. Si aprono la mattina verso le nove (da cui deriva il loro nome calendula cioè fiore di ogni giorno, con la stessa radice di “calendario”) e si chiudono all’arrivo della sera. Si declinano nelle sfumature dell’arancione e del giallo e, più raramente, del bianco.
Le piante di calendula vanno poste in pieno sole o all'ombra parziale in quanto adorano i raggi del sole; in genere queste piccole piante vengono poste a dimora in primavera inoltrata, in particolare nel mese di aprile, poichè temono il freddo e le gelate tardive. Possono essere coltivate anche in contenitore, sul terrazzo di casa o sul davanzale.
La coltivazione della calendula è piuttosto facile e anche i meno esperti in materia di giardinaggio, possono coltivarla con semplicità e sfruttare inoltre le sue numerose proprietà come pianta officinale. La posizione ideale è il pieno sole in quasi tutta la penisola; solo nell’estremo Sud è consigliabile una posizione un poco più riparata durante le ore pomeridiane. Ciò che è veramente indispensabile è scegliere una collocazione aperta, dove vi sia una buona circolazione d’aria: in primavera e in autunno, infatti, la calendula è facile preda dell’oidio che, col tempo, può diffondersi in tutto il giardino.
Per evitarne l’insorgenza una buona aerazione è importantissima oltre ad evitare di irrigare dall’alto, bagnando le foglie. Scegliamo, se possibile, una collocazione illuminata già dalle prime ore del mattino: in questa maniera le foglie si asciugheranno velocemente contrastando l’instaurarsi delle spore di questa crittogama.
LA CALENDULA IN BREVE |
Famiglia, genere, specie | Asteraceae, gen. Calendula officinalis |
Tipo di pianta | Annuale erbacea, da fiore e medicinale |
Altezza | Da 20 a 60 cm |
Spaziatura | 10-30 a seconda della varietà |
Manutenzione | semplice |
Crescita | rapida |
Irrigazione | media |
Terreno | Indifferente, preferibilmente fresco |
Rusticità | Abbastanza rustica (fino a 0°C) |
Esposizione | Pieno sole, leggera ombra al pomeriggio; zona ben aerata |
Concimazione | Frequente, potassio abbondante |
Uso | Aiuole, bordure, giardino roccioso, orto, vaso |
Propagazione | semina |
Avversità | Oidio, afidi |
Queste piante preferiscono terreni ricchi, sciolti e leggeri, molto ben drenati; anche se possono svilupparsi in qualsiasi tipo di terreno, anche sassoso. Le calendule si possono coltivare anche in contenitore, utilizzando ciotole abbastanza spaziose, per permettere alle piante di svilupparsi senza problemi.
La calendula è una pianta poco esigente sotto questo punto di vista. Si adatta a quasi tutti i terreni, anche poveri. L’ideale è lavorare l’area con un certo anticipo inglobando una buona quantità di materia organica: ciò ci aiuterà, specialmente durante i mesi estivi, a mantenere il substrato fresco, senza ricorrere a frequentissime irrigazioni.
La calendula è una pianta dalle molteplici virtù. Oltre alle indubbie qualità ornamentali può tornare utile sia in cucina sia come erba medicinale. Tutta la pianta è commestibile: foglie e petali possono essere inseriti nelle insalate, nelle frittate o in altre preparazioni. Dai fiori si può trarre un colorante naturale molto utile per abbellire gelati, sorbetti e dolci. Ha anche un grande interesse erboristico per le sue proprietà antivirali, antitumorali, antiinfiammatorie e antiossidanti.
La riproduzione della calendula avviene generalmente per seme; è possibile seminare le calendule in semenzaio, in letto caldo in gennaio-febbraio; oppure si possono seminare direttamente a dimora, in autunno o in marzo-aprile.
IL CALENDARIO DELLA CALENDULA |
Semina a dimora | Ottobre (Centro-Sud), marzo-aprile (Nord) |
Semina in semenzaio | Febbraio-marzo |
Trapianto | Febbraio (Sud)-aprile (Nord) |
Fioritura | Da aprile a ottobre (a seconda del clima e delle varietà) |
Concimazione | Ogni 3 mesi (granulare), ogni settimana (liquido) |
Pulizia piante | settimanale |
In genere queste piante erbacee non vengono colpite da parassiti o da malattie e comunque in rare eccezioni. Quando questo avviene, i principali problemi sono dovuti all'attacco di piccoli insetti o pidocchi. Per risolvere il problema basterà applicare specifici prodotti aficidi. Un ulteriore problema potrebbe essere causato dallo sviluppo di funghi capaci di creare una patina bianca sulle foglie delle nostre calendule. La conseguenza è l'ingiallimento delle stesse e la loro finale caduta. Solo se presa in tempo questa malattia può essere curata e la pianta può riprendere il suo sviluppo senza troppi problemi. In caso contrario, se il mal bianco è gia ad uno stadio avanzato, per la pianta non ci sarà più nulla da fare.
Questa annuale è frequentemente vittima dell’oidio: per prevenirlo scegliamo posizioni ben ventilate e evitiamo, durante le irrigazioni, di bagnare le foglie. Se notiamo la presenza di muffa bianca sulle foglie, in quantità limitata, eliminiamo tutte le parti colpite. Se il problema dovesse persistere ricorriamo a prodotti specifici, curativi ed eradicanti.
Altro parassita comune sono gli afidi: in casi di grave infestazione spruzziamo con prodotti a base di piretrine, possibilmente la sera (esposti a luce e calore degradano velocemente perdendo di efficacia).
L’uso di fertilizzanti non è strettamente necessario, ma, vista la lunga stagione di fioritura, può fare la differenza per quanto riguarda l’abbondanza e la vivacità delle corolle. Le piante in piena terra possono essere supportate con un prodotto granulare a lenta cessione in cui il potassio sia l’elemento preponderante. Il loro effetto dura generalmente tre mesi: indicativamente saranno necessarie due somministrazioni, una ad aprile e la seconda a luglio. Volendo potenziarne l’effetto possiamo, di tanto in tanto, aggiungere un concime liquido all’acqua di irrigazione.
Le piantine cresciute in vaso danno ottimi risultati con fertilizzati idrosolubili da aggiungere all’acqua. Si consigliano somministrazioni settimanali (ma è anche possibile un impiego quotidiano, in dosi minime, nelle annaffiature quotidiane).
La coltivazione in vaso è molto semplice. Scegliamo contenitori profondi almeno 20 cm e creiamo un buon strato drenante sul fondo, a base di ghiaia o argilla espansa. La calendula cresce bene in substrati studiati per piante fiorite: possiamo, volendo, aggiungervi un po’ di terra di campo e qualche manciata di stallatico. Ci aiuterà a mantenere più fresche le radici, specialmente se la coltivazione avviene su balconi o terrazzi (che si surriscaldano molto facilmente).
Irrighiamo frequentemente, appena vediamo che la superficie si è completamente asciugata; va evitato l’uso di sottovasi, causa frequente dell’insorgere di marciumi.
Piantine di calendula si possono acquistare, in primavera, presso i vivai specializzati ma la semina, il metodo più comune di propagazione, è davvero alla portata di tutti. Vale sicuramente la pena di cimentarcisi: risparmieremo, avremo molte più piante oltre alla soddisfazione di aver fatto tutto noi stessi.
Nel Centro-Sud si può partire già a ottobre, seminando a dimora o in vassoi alveolari: in questa maniera avremo le prime fioriture già a fine marzo. Nell’Italia settentrionale si può procedere, al coperto, da metà febbraio, a dimora invece bisognerà aspettare l’inizio di aprile: la germinazione avviene, infatti, con temperature minime di 15°C.
I semi, essendo molto piccoli, vanno mescolati a sabbia fine: eviteremo così di sprecarne molti oltre a far nascere piantine molto ravvicinate. Dopo aver sparso i semi sul terreno copriamoli con uno strato leggerissimo di terriccio, ben setacciato. Vaporizziamo ripetutamente, coprendo eventualmente con della plastica per mantenere alta l’umidità, ma arieggiando spesso. Una volta che le piantine saranno spuntate potranno essere spostate in un luogo più luminoso, ma non alla luce diretta. Sfoltiamole tenendo solo le più vigorose; utile è inoltre cimare ripetutamente le piantine (sopra la terza foglia) per ottenere esemplari ben accestiti e con molti steli fiorali. Il trapianto si effettua circa 45 giorni dopo la semina o comunque non prima della fine di marzo.
A fine primavera può essere utile seminare nuovamente per sostituire gli esemplari eventualmente esausti.
Le calendule sono abbastanza autonome: oltre alle irrigazioni e concimazioni richiedono solo una frequente pulizia delle corolle appassite. Questo lavoro è importante per garantire un ulteriore accestimento e una fioritura regolare e abbondante.
Vista la popolarità di questa pianta gli orticoltori hanno creato un gran numero di varietà e cultivar. Le caratteristiche peculiari sono il colore e la tipologia delle corolle, le dimensioni e il portamento.
Non è sempre facile trovare varietà pure: il più delle volte, in commercio, si trovano bustine con mix di semi.
Ecco le più comuni:
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Baby orange Fiori piccoli doppi arancio, da aprile a novembre, fino a 70 cm di altezza.
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Calypso fiori doppi arancio e giallo, con centro nero, da maggio a ottobre. Molto nana (fino a 25 cm).
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Chrysantha con fiori simili a quelli dei crisantemi, fino a 60 cm di altezza.
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Cream Beauty, lemon beauty, apricot beauty: corolle bianco crema, giallo o arancio, fino a 60 cm, lunga fioritura.
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Estérel mix dalla corolla doppia, gialla o arancione. Fiorisce da luglio ad ottobre e cresce fino a 50 cm.
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Fiesta gitana mix con fiori arancio e giallo, da maggio a luglio. Fino a 20 cm, adatta a vasi, piccole bordure e aiuole, anche formali.
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Indian Prince corolle arancio scuro, da giugno a ottobre, alta fino a 50 cm. Bella anche come fiore da taglio.
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Meteora fiori grandi, giallo e arancio. Alta fino a 50 cm
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Radio fiori globosi arancioni con petali a punta, fino a 45 cm.