Calle selvatiche
La calla selvatica appartiene alla famiglia delle Araceae. Viene denominata anche Arum italicum (per la sua presenza diffusa nelle regioni italiane), Pan di serpe, Gigaro chiaro, Giaro, Erba biscia, ecc. ecc. Il nome di Arum deriva dalla parola greca "aron" che significa calore, poiché, questa pianta, emette calore durante il periodo della fioritura. Il suo habitat naturale sono boschi e prossimità di fiumi. Si tratta di una pianta perenne, che nasce allo stato spontaneo e che preferisce crescere in completa assenza di luce o, per lo meno, in zone di semi-ombra. I suoi fiori sono di colore bianco tendente al giallognolo, molto simili a quelli della calla domestica e si manifestano durante il periodo primaverile, mentre i primi frutti, costituiti da bacche, che maturando raggiungono una colorazione rosso-arancio, crescono ad un mese dalla fioritura. Nell'antichità al Gigaro venivano attribuite della proprietà magiche: allontanavano gli spiriti maligni, donavano amore a chi non ne aveva e proteggevano i neonati.
Di una altezza che non supera gli ottanta centimetri, le calle selvatiche sono caratterizzate:
- dallo spadice, una sorta di colonna centrale, alla base del quale si sviluppa il fiore;
- dalla spata, la quale racchiude lo spadice, proteggendolo;
- dai suoi frutti (che sono bacche raccolte a forma di pannocchia)
- dalle foglie, di una lunghezza massima di 30 centimetri, dalle venature biancastre e la pagina principale lucida.
È una pianta rizomatosa, ossia composta da un fusto sotterraneo, denominato, appunto, rizoma, il quale emette radici e fusti. Comprende, circa, trenta specie, delle quali quattro o cinque nascono spontanee nel nostro Paese ed, in particolare, in Sardegna e Puglia ad un'altitudine che non supera i 1000 metri. Un'attenzione particolare la si deve dedicare al fatto che questa pianta è velenosa: tossica, nel caso in cui si ingerisca una buona quantità di frutti, nonché provoca dermatiti ed irritazioni nel caso in cui la si tocchi.
Nonostante la calla selvatica sia una pianta che nasce allo stato spontaneo, la si può coltivare anche in una zona ombreggiata del nostro giardino, con un terreno fresco e ricco di sostanze organiche. Questa pianta perenne è molto resistente alle basse temperature, facendo si che non sia necessario ricoprire la parte aerea durante i rigidi mesi invernali. Durante il periodo primaverile ed estivo non ha bisogno di abbondanti innaffiature, ma solo di umidità nel terreno, mentre si può sospendere del tutto l'irrigazione durante l'inverno, in modo tale che la calla selvatica provveda, autonomamente, al suo fabbisogno idrico. Si moltiplica per semina (utilizzando i semi delle bacche), durante la stagione autunnale o per divisione dei tuberi, durante l'estate. Per la presenza delle sue foglie, e la colorazione di fiori e bacche è una pianta che terrà compagnia per una buona parte dell'anno.
Gli arum italicum crescono, ottimamente, in terreni ricchi di humus (che ne rende necessaria, per cui, la concimazione), ben drenati e morbidi.Nonostante la sua tossicità alcune parti della calla selvatica, opportunamente trattate, venivano utilizzate nel passato, in campo medico, per eliminare i parassiti intestinali e sono ancora usate in erboristeria e medicina omeopatica.Per una perfetta coltivazione è necessario scavare una buca profonda, circa, dodici centimetri, dove posizionare il tubero, la cui parte superiore deve essere rivolta verso l'alto ed in posizione ben eretta. Terminata tale operazione si dovrà ricoprire il tubero con terreno ben compatto ed innaffiarlo immediatamente dopo.Data la facilità della sua coltivazione, cura e la bellezza e varietà di colori di foglie, fiori e bacche, la calla selvatica è, senza dubbio, una pianta che fa venir la voglia di possedere in giardino.
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Le operazioni di annaffiatura sono certamente tra le più delicate quando si tratta della coltivazione della calla selvat
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