Camelia sasanqua
Le camelie sono arbusti o piccoli alberi appartenenti alla famiglia delle Theaceae; il genere comprende circa 250 specie, tutte originarie dell’Asia orientale, in particolare Cina, Giappone e Corea. Quella più coltivata in Europa è senz’altro la Camelia japonica, ma in commercio si trovano anche abbastanza facilmente varietà della sasanqua, reticulata e Hiemalis. Soprattutto la sasanqua, che approfondiremo in questo articolo, si sta diffondendo sempre di più grazie ad alcune sue caratteristiche peculiari. Innanzitutto si è dimostrata più tollerante per quanto riguarda terreno e clima; a questo aggiungiamo la profumata e prolungata fioritura, da ottobre a febbraio, periodo in cui giardini e terrazzi sono per lo più spogli.
La Camelia sasanqua appartiene alla famiglia delle Theaceae ed è originaria del Giappone e della Cina. Appartiene alla categoria di piante sempreverdi, raggiunge dimensioni massime di circa 3/5 metri di altezza, presenta piccole foglie dal colore verde. Le infiorescenze si presentano nella stagione autunnale e invernale, da novembre sino a marzo e, la loro forma varia secondo la forma e tipologia degli stessi fiori. Proprio per questo si possono trovare arbusti a fiore singolo, a peonia, ad anemone, semidoppi, doppi irregolari e formali. La vita di queste piante è molto lunga e durante questa, si nota l’alternanza tra periodi di ricca fioritura e periodi di poche infiorescenze. La moltiplicazione della pianta deve avvenire verso la fine dell’estate fino a fine inverno, mediante talea o gemme fogliari.
La camelia sasanqua è originaria del Giappone meridionale, in particolare dell’isola di Kiushu. Con tutta probabilità giunse in Occidente a metà del 1700, anche se la prima fonte certa fa riferimento al 1789, quando fu introdotta in Inghilterra da Charles Maries. In Italia arrivarono però molto più tardi ad opera proprio di alcuni nobili britannici che acquistarono dei palazzi sulle sponde dei grandi laghi nelle regioni settentrionali. Il clima, la qualità del terreno e dell’acqua erano infatti favorevoli a questa coltivazione, al punto che ancora oggi possiamo trovarvi collezioni invidiabili quali quelle dei giardini di Villa Taranto, sul Lago Maggiore.
È caratterizzata da rami più sottili rispetto alla japonica e con un portamento leggermente decombente. Ad osservarli da vicino si nota che sono coperti di una leggera peluria, rossastra e ispida. Le foglie sono coriacee e opache, allungate e con margine seghettato. I fiori, nella specie, hanno diametro di 5-7 cm e con petali bianchi, rossi o rosa. Il fiore è generalmente più aperto, singolo o al massimo doppio. Si distinguono varietà a fioritura precoce, media e tardiva. I semi si sviluppano verso settembre.
LA CAMELIA SASANQUA IN BREVE |
Nome comune | Camelia sasanqua |
Famiglia e nome latino | Theaceae, gen. Camelia, circa 250 specie |
Origini | Giappone |
Tipo di pianta | arbusto |
Colore delle foglie | Verde medio |
Fogliame | persistente |
Altezza | Fino a 7 metri |
Coltivazione | difficile |
Crescita | lenta |
Irrigazioni | Frequenti ma moderate, mai ristagni |
Esposizione | Mezz’ombra luminosa, gradita luce diretta al mattino |
Vento | Sensibile ai venti freddi |
Temperatura minima | -12°C |
Terreno | Leggero e sempre fresco; ideale terra di foglie e torba; tollera leggermente calcareo |
pH terreno | Meglio subacido |
Parassiti e malattie | Oziorrinco, cocciniglia, marciumi radicali, clorosi fogliare |
Propagazione | Talea, innesto, seme |
Uso | Arbusto isolato, gruppi, siepe informale, albero, vaso |
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La Camelia privilegia terreni non troppo calcarei e quindi, con un pH non troppo acido, ricco di sostanze organiche, ben drenato, morbido e molto fresco. In presenza di un terreno argilloso (quindi poco drenante), è bene creare una buca grande in modo tale da miscelare l’argilla presente sul terreno a torba, compost, letame maturo e terriccio di foglie. Secondo la situazione che si presenta, occorre collocare alla base della buca, un materiale drenante. Se invece, ci si trova davanti ad un terreno calcareo, bisogna sostituire totalmente la terra con del terriccio per arbusti acidofili. In altre parole, si deve creare una sorta di zona a pH acido, nella quale piantare le camelie. Per quanto riguarda la temperatura, la Camelia resiste anche alle basse temperature ma, non sopportano il forte vento e la neve sulle foglie che può provocare delle bruciature.
Le piante in vaso possono essere messe a dimora in ogni momento, evitando i periodi di forte gelo o calore. Cerchiamo però sempre di disturbare il meno possibile le radici. Se l’esemplare è a radice nuda o solo con zolla di terra operiamo preferibilmente a ottobre-novembre o da febbraio ad aprile.
Accertiamoci prima della qualità del terreno: deve essere il più possibile compatibile con quanto spiegato prima.
Se risultasse invece calcareo, argilloso o comunque poco drenante è altamente consigliato il cambiamento in profondità. Per un lavoro ottimale e per garantire nel tempo un migliore isolamento dell’area è bene inserire un grande vaso cui avremo tolto il fondo (o un manufatto in cemento come quelli che si usano in edilizia). Al fondo della buca (profonda e larga almeno 80 cm) inseriamo una buona quantità di lapillo vulcanico o argilla espansa. Inseriamo poi la zolla, copriamo con il terriccio apposito e irrighiamo.
IL CALENDARIO DELLA CAMELIA SASANQUA |
Messa a dimora/rinvaso | Ottobre-novembre; febbraio; meglio durante la fioritura |
Potatura | Alla fine della fioritura |
Concimazione | Marzo-settembre |
Protezione invernale | Da dicembre a febbraio |
Fioritura | Da ottobre a febbraio a seconda della varietà |
Prima di piantare la Camelia sasanqua, è bene scegliere la giusta zona del giardino nella quale metterla a dimora. Essa preferisce una zona ombreggiata, anche se non disdegna la luce solare diretta; in questo caso però, occorre tenere il terreno umido. Per quanto riguarda le innaffiature, devono essere abbondanti in estate, spruzzando le foglie durante le ore successive al tramonto. Un altro fattore fondamentale è di eliminare i rami secchi o i fiori in eccesso, in modo tale da non sovraccaricare la pianta. La concimazione con prodotti a lento rilascio, deve avvenire solo se la pianta lo necessita, durante la stagione primaverile e autunnale. Questa pratica può essere sostituita da una pacciamatura a base di materiale di origine vegetale e compost perché riesce a proteggere la pianta da freddo e caldo eccessivi.
Come tutte le camelie predilige un terreno da subacido ad acido, composto per lo più da terriccio di foglie, capace di mantenersi fresco a lungo, ma dotato al tempo stesso di un ottimo drenaggio. In assenza di queste condizioni sicuramente incorreremo in crescita stentata, calcola fogliare o all’insorgere di pericolosi marciumi radicali.
La sasanqua è tuttavia, soprattutto per quanto riguarda la qualità del suolo, molto più tollerante delle altre specie. Riesce a crescere bene anche nel caso vi sia una più alta percentuale di calcio e il pH risulti leggermente alcalino.
L’ideale è acquistare del terriccio specifico per acidofile o mescolare in parti uguali terra di foglie, torba e argilla sabbiosa (o sabbia grossolana).
A meno che il nostro suolo non sia già compatibile è consigliato scavare in profondità e cambiarlo totalmente.
La crescita e il normale sviluppo della pianta possono essere frenati da mancanze di Sali, da parassiti e da alcuni agenti climatici. Se si nota un ingiallimento delle nervature delle foglie (clorosi ferrica), significa che si stanno innaffiando le piante con dell’acqua calcarea. Mentre se si notano macchie nere e marroni significa che essa ha carenza di manganese. Come affermato in precedenza, la Camelia sasanqua non sopporta la neve e le gelate. Esse causano bruciature e danneggiano le gemme, i fiori e le foglie. I parassiti dai quali viene attaccata e, che sono visibili a occhio nudo, sono: la cocciniglia e le afidi. La loro presenza è evidenziata da macchie scure nella zona del fogliame e, se non vengono eliminate subito, assumono una consistenza appiccicosa. Gli afidi si eliminano lavando la pianta e trattandola con insetticidi specifici mentre, la cocciniglia si toglie manualmente, utilizzando un batuffolo di cotone imbevuto in alcool e poi, si termina con il lavaggio della pianta, in modo tale da eliminare l’alcool.
Se coltivate nel migliore dei modi raramente vengono attaccate da fitofagi. Il più comune è l’oziorrinco, da combattere con geodisinfestanti specifici. Abbastanza presente è anche la cocciniglia, specialmente quella a scudetto. Causa deperimento e l’avvento della fumaggine a carico delle foglie. Ricorriamo ad olio minerale attivato da insetticidi endoterapici e puliamo con sapone molle.
Problema comune è la clorosi fogliare: per rimediare si deve ricorrere al ferro chelato. Importante però è prevenire cambiando la composizione del terreno, irrigando con acqua priva di calcio e spargendo di tanto in tanto del solfato di ferro sul terreno.
La coltivazione in vaso è consigliata soprattutto se il nostro suolo è troppo alcalino o se il clima invernale o estivo sono del tutto inadeguati (troppo freddo, troppo caldo, troppo vento). In questa maniera potremo controllare meglio tutte queste condizioni. Scegliamo un contenitore grande almeno il doppio del pane di terra in maniera da procrastinare il più possibile i futuri interventi.
Sul fondo creeremo uno strato drenante con argilla espansa o lapillo vulcanico di buona granulometria. Inseriamo la pianta, copriamo con la mistura preparata (come quella sopra) e irrighiamo abbondantemente.
Anche sotto questo aspetto la sasanqua è più tollerante rispetto ad altre specie. Tollera, anzi vuole, una esposizione molto luminosa e anche un posizionamento con diverse ore di luce diretta è apprezzato. Chiaramente dovremo tenere presente la nostra collocazione geografica. Al Nord e in altura il sole mattutino, anche estivo, raramente causa scottature o disidratazione; al Sud può invece danneggiarla molto ed è bene quindi scegliere posizioni sempre luminose, ma più riparate.
Le camelie sono abbastanza rustiche (circa -12°), specialmente se in piena terra. Non è raro però, specialmente nei primi anni e negli esemplari in vaso, che gelo prolungato possa causare cascola fogliare e aborto dei fiori. Stessi effetti possono essere legati ad episodi ventosi singoli o ripetuti. Specialmente al Nord, quindi, è consigliato scegliere collocazioni riparate da un muro ben esposto, soprattutto la mattina, e che aiuti ad affievolire gli effetti nefasti dell’inverno.
Gli esemplari in vaso e quelli giovani in piena terra traggono beneficio da una spessa pacciamatura e dalla copertura della parte aerea con del telo apposito.
Questo è uno degli aspetti (insieme al terreno) cui prestare molta attenzione. Le camelie vogliono un terreno sempre fresco e un ambiente umido, simile a quello che si può trovare nei boschi. Allo stesso tempo vanno preservate al massimo dai ristagni idrici che provocano in breve tempo il deperimento.
Il primo sintomo di mancanza di acqua è la cascola fogliare; al contrario l’eccessiva presenza causa invece macchie sulle foglie e deperimento generale.
Prima di irrigare accertiamoci quindi che il terreno sia asciutto per almeno i primi 5 cm di profondità. Per mantenere fresche le radici e evitare interventi troppo frequenti è bene, sia in vaso sia in giardino, approntare una spessa pacciamatura. Preferiamo materiali derivanti dalle conifere, quali corteccia o aghi, oppure foglie o torba.
Dalla primavera all’autunno traggono beneficio da nebulizzazioni serali del fogliame: evitiamolo però nel periodo di fioritura, per non comprometterne la durata.
È importante inoltre, se possibile, utilizzare acqua piovana o il più possibile povera di calcio per non influenzare il pH e la composizione del terreno.
Per quanto riguarda le concimazioni in questo caso è meglio essere sempre più leggeri che esagerare, causando bruciature radicali a causa dell’eccesso di azoto. Le camelie sono piante a crescita lentissima e necessitano di un limitato apporto di nutrienti. In linea generale consigliamo di distribuire un granulare specifico per acidofile a marzo e settembre, alle dose minime consigliate. Evitiamo qualsiasi intervento entro 1 anno dalla messa a dimora e su piante in precarie condizioni.
Il rinvaso della Camelia sasanqua si fa nel periodo di fioritura: è vero che perderemo molti boccioli, ma la pianta lo sopporterà meglio. Evitiamo invece di lavorare durante la crescita vegetativa. Bagniamo bene il vaso prima di estrarre le radici, in maniera da danneggiarle il meno possibile. Scegliamo un contenitore di poco più grande per evitare gli eccessivi ristagni idrici.
La camelia sasanqua non necessita interventi di potatura, vista la sua crescita estremamente lenta. Inoltre nel tempo acquisisce naturalmente una forma elegante ed equilibrata e si presta meno, rispetto alla japonica, alla formazione ad alberello o per le siepi formali.
Nel nostro paese vi sono distretti vivaistici specializzati nella coltivazione e selezione di camelie. Ecco alcune varietà facilmente reperibili in commercio:
• Hiryu rossa a corolla semplice, fiorisce in autunno
• Kanjiro rosso acceso semidoppia, fiorisce a febbraio
• Navajo bianca con bordi rosa, semidoppio, fiorisce ad ottobre
• Marta Piffetti rosa intenso, fiore doppio, fiorisce ad ottobre
• Cleopatra rosa chiaro, fiore semidoppio,
• Hina Yuki bianco puro, fiore doppio, fiorisce a gennaio
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La camelia invernale è originaria del Giappone e precisamente dell'isola di Okinawa. Lì viene coltivata oramai da secoli
visita : camelia invernale
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