Ibiscus
L'ibiscus tollera bene il caldo e anche brevi periodi di siccità, ma il suo ambiente ideale è quello umido. Il terriccio che accoglie la pianta, quindi, deve essere sempre bagnato ma senza eccessi d'acqua, perché i ristagni idrici possono danneggiare gravemente la pianta e marcirne le radici. Quelle che abbisognano di maggiori annaffiature sono le piante più giovani, aventi cioè un apparato radicale non ancora ben sviluppato. Per quelle più "datate", basta irrigare quando si nota che il terreno è troppo asciutto, mentre in inverno l'acqua piovana è, di solito, più che sufficiente a soddisfare i bisogni della pianta. L'ibiscus può stare sempre all'aperto ma, se la temperatura scende al di sotto dei 12° C, dovrebbe essere riparato da un "telo da giardinaggio in tessuto non tessuto".
Il metodo migliore per iniziare la coltivazione dell'ibiscus è quello del "taleaggio", ossia dell'impianto di una talea prelevata dalla pianta madre. Da quest'utlima, si recide un ramo semi-legnoso della lunghezza di circa 10 cm e lo si pone in un terriccio costituito, in parti uguali, da torba e da un substrato soffice e ricco di sostanze organiche. Dopo la radicazione, la talea deve essere reimpiantata su un recipiente più grande. Il periodo più indicato per la propagazione a mezzo del taleaggio è quello primaverile, quando la pianta riprende vigore dopo la stagione di messa a riposo. L'ibiscus, se ben curato, cresce velocemente, quindi si deve procedere al rinvaso in un contenitore adatto ma non superiore ai 30 cm di diametro. Il terreno indicato per queste piante è quello fertile e ben drenato.
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Per supportare la fioritura, l'ibiscus va aiutato con un'adeguata concimazione. Se si usano i fertilizzanti granulari a lento rilascio, basta somministrarli a inizio primavera e con l'arrivo delle prime giornate autunnali. I concimi liquidi, invece, vanno diluiti con l'acqua (in dosi inferiori a quelle indicate sulla confezione del prodotto), e nebulizzati sulla pianta con cadenza bimestrale. E' importante utilizzare dei prodotti ricchi di potassio ma con basso apporto di azoto, perché questo microelemento aiuta lo sviluppo della sola parte vegetativa e, se eccedente, potrebbe privare l'ibiscus dell'energia necessaria per la fioritura. A fine inverno, dopo il riposo, la pianta ha bisogno di un ulteriore integrazione di sostanze organiche: a tal fine, al substrato di coltura va aggiunto dello stallatico o del "compost".
La pianta di ibiscus è bersaglio di numerosi parassiti e funghi: tra i primi, i più usuali sono le afidi e gli acari che, succhiando la linfa, producono la "melatta", una patina zuccherina che ricopre le parti vegetative e che attira le formiche. Le malattie fungine più frequenti dell'ibiscus sono le fumaggini e l'oidio, facilmente riscontrabili dalla presenza di macchie biancastre e polverose sulle foglie e sui rami della pianta. In tutti questi casi, i rimedi sono rappresentati da antiparassitari e antifungini specifici che possono essere usati anche come valida profilassi preventiva. Per scongiurare l'attacco dell'oidio, può essere utile ricorrere a una terapia sistemica, volta a rafforzare i meccanismi di difesa della pianta: si tratta di sostanze attive, da usare seguendo le precise indicazioni del vivaista, a base di "rifloxystrobin", il "bupirimate" e "cyflufenamide".
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