La coltivazione dello zenzero
La coltivazione dello zenzero officinale, quello che troviamo comunemente in commercio, non è difficile, a patto di garantire condizioni climatiche tropicali in ogni stagione.
Segnaliamo che un’altra specie, il zingiber mioga, è più alla portata di tutti essendo molto più rustico. Si tratta di una pianta interessante per i suoi usi alimentari, ma anche per la bellezza delle foglie e dei fiori.
In quanto tropicale richiede climi caldi e umidità elevata: possiamo riprodurre queste condizioni coltivandola in vaso.
Clima, esposizione, irrigazionePer ottenere un buon sviluppo dovremo garantire un’esposizione estremamente luminosa. La luce diretta è ben tollerata, ma è meglio limitarla alle ore mattutine, soprattutto in estate.
Lo zenzero non è assolutamente rustico: la crescita vegetativa si arresta appena si scende sotto i 20°C e al di sotto dei 18°C si hanno i primi danni. Idealmente dovremo sempre mantenerci tra i 20 e i 25°C. Molto importante è anche garantire un buon tasso di umidità ambientale vaporizzando le foglie o usando appositi apparecchi elettrici.
Irrighiamo frequentemente, ma evitiamo assolutamente di lasciare il terreno fradicio a lungo.
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La pianta di zenzero può essere tenuta tutto l’anno all’interno, in una stanza sempre riscaldata e con grandi finestre rivolte a Sud. Da giugno ad inizio settembre è possibile portarla fuori, anche al sole diretto (esponendola gradualmente), ma garantendo sempre l’alto tasso di umidità.
La sua radice è un rizoma che si sviluppa per lo più orizzontalmente. Per evitare di intervenire troppo spesso con divisioni e ottenere porzioni di grandi dimensioni consigliamo di scegliere un contenitore a ciotola, largo almeno 40 cm e profondo circa 35.
Il substrato deve essere ricco, ma garantire anche un perfetto drenaggio: possiamo ottenerlo mescolando terriccio di foglie (o per acidofile) e sabbia di fiume in parti uguali, aggiungendo poi un po’ di stallatico sfarinato. Importantissimo è creare sul fondo uno strato spesso di perle di argilla.
Le piante si possono ottenere da una radice fresca acquistata. Consigliamo di scegliere un prodotto biologico: di norma non vengono trattati con anti germinanti. Possiamo iniziare in qualsiasi periodo dell’anno, anche quello ideale va dalla fine dell’inverno a metà primavera.
Poniamo il nostro rizoma “sospeso” su di un contenitore (possiamo trafiggerlo con lunghi stuzzicadenti); riempiamolo di acqua in maniera che questa arrivi a circa metà radice. Portiamo in una zona luminosa e sostituiamo l’acqua ogni circa 2 giorni. In breve tempo vengono emesse delle radichette verticali: possiamo quindi spostare nel vaso con il terriccio.
È abbastanza resistente, ma in interni può venire attaccata dalla cocciniglia: ai primi segni di infestazione interveniamo rimuovendo gli insetti, aiutandoci con cotton fioc imbevuti di alcool.
Se coltivato nelle giuste condizioni lo zenzero ha una crescita abbastanza veloce. La raccolta si può già effettuare 8-10 mesi dopo l’impianto. Per essere sicuri che sia il giusto momento attendiamo che le foglie e gli steli siano completamente ingialliti. Potremo quindi estrarre tutto, inserendo nel vaso solamente una porzione per l’anno successivo.
Chi ama i sapori più delicati può scegliere di raccogliere le radici precocemente, già 6 mesi dopo la messa a dimora (verso agosto-settembre). Le note piccanti saranno attenuate in favore di quelle agrumate e fresche.
Il massimo del sapore e delle virtù medicinali si hanno nel primo mese dalla raccolta. Le radici fresche possono essere tenute in frigo per circa un mese: controlliamo sempre, prima del consumo, che non vi siano marciumi (nel caso eliminiamo attentamente la parte). Consigliamo di porli in un barattolo di vetro insieme a della carta da cucina (che assorbirà l’umidità eccessiva). Evitiamo invece lo scomparto della verdura.
Se vogliamo usufruire delle nostre radici più a lungo (circa 6 mesi) è bene ricorrere al congelamentoi. Consigliamo allora di tagliarlo a piccoli pezzi e porlo in sacchetti chiusi, da cui avremo tolto il più possibile l’aria. Ancora meglio è il congelamento all’interno di sacchetti sottovuoto.
Al momento dell’utilizzo è bene grattugiare la radice ancora congelata e riporre subito nel freezer quanto rimane. Una volta decongelata, infatti, sarà troppo molle per essere utilizzata ulteriormente.
Una buona alternativa è l’essiccazione: teniamo presente però che verranno perdute le note agrumate e fruttate, mentre risulterà concentrata la nota piccante. Consigliamo di tagliare le radici a fettine sottili e di porle in forno ventilato a circa 60°C, fino a quando non saranno completamente disidratate. In alternativa sono ottimi gli appositi apparecchi per essiccare. Alla fine potremo polverizzare con un macinino e conservare a lungo in un barattolo ermetico, al buio e al fresco.