Crochi autunno

I Crochi autunnali

Chiunque ami i fiori e i giardini conosce i crochi, sono piccoli fiori a fioritura primaverile, diffusi anche allo stato selvatico nella nostra penisola, che spesso vengono posti a dimora anche nel tappeto erboso, per produrre un effetto più naturale nel prato; sono piante di coltivazione assai facile, che ben sopportano il gelo, e fioriscono ogni anno anche in condizioni di coltivazione non ideali. In effetti la fioritura delle tante specie di croco diffuse in coltivazione avviene in primavera, a volte nel tardo inverno, non appena le giornate cominciano ad allungarsi; e allora perchè nel mio prato sbocciano dei crochi anche in settembre e in ottobre?

In realtà in Italia vengono chiamati comunemente crochi alcune specie di piccoli fiori dalle forme somiglianti tra di loro, ma che non appartengono al genere croco; spesso vengono confusi con i crochi, e coltivati come tali.

Le specie di crochi-non-crochi più diffusi in Italia sono le Sternbergie, i Colchici e gli zephyranthes. Queste piante condividono molte caratteristiche, non solo di forma, con i veri crocus; la cosa che li differenzia in modo molto evidente è il periodo della fioritura, infatti le specie e varietà più diffuse di suddette piante producono i loro piccoli fiori a fine estate o in autunno.

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La Sternbergia

Sternbergia Il nome è difficile anche da pronunciare, spesso chiamate anche crochi autunnali, o crochi gialli; la pianta è in effetti assai simile ad un croco, la specie Sternbergia lutea produce fiori decisamente simili, se non fosse per il fogliame che è più cospicuo, e più grande, e per la fioritura, che comincia in settembre e continua fino ai primi geli.

Le Sternbergie non appartengono alla stessa famiglia dei crocus, bensì alle amaryllidacee; esistono circa cinque specie di questa pianta, dove la Sternbergia lutea è sicuramente la più diffusa in coltivazione.

Oltre all'aspetto condividono con i crocus anche la facilità di coltivazione, infatti basta porle a dimora in autunno inoltrato o a fine inverno, in un buon terreno ben drenato, e in luogo soleggiato; queste piante hanno un periodo di riposo vegetativo che dura per tutta la bella stagione; verso la fine dell'estate, quando il clima si fa fresco e umido, cominciano a produrre le lunghe foglie arcuate, a nastro, di colore verde chiaro; alle foglie seguono i fiori, simili a crochi gialli, ma più allungati e alti; il fogliame rimane rigoglioso per tutto l'inverno; non temono il gelo.

In genere si seguono soltanto il primo anno, annaffiando solo nel caso in cui il terreno rimanesse asciutto per svariati giorni; dal secondo anno in poi le sternbergie coltivate in piena terra vengono lasciate a se stesse, e vegetano senza problemi, tendendo a produrre sempre nuovi bulbilli, e ad allargarsi nelle zone incolte.

Se abbiamo spazio possiamo lasciare le piante a dimora, in modo che aumentino di numero; se vogliamo invece contenerle, ogni due anni circa, in primavera, estirpiamo i bulbi e diradiamoli, gettando quelli piccoli o rovinati.

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I Colchici

Colchici Detti anche gigli matti, o falsi crochi, i colchici sono diffusi in tutta Europa; hanno un bulbo di dimensioni medi, che produce un folto fogliame in primavera, lucido, ampio, allungato; il fogliame vegeta rigoglioso fino all'estate, e poi dissecca; quando le foglie sono ormai sparite, in tarda estate o in autunno, i colchici producono i fiori, che spuntano senza stelo direttamente dal terreno spoglio.

I fiori ricordano nella forma i crocus, ma sono più ampi, o più lunghi, nei toni del bianco e del rosa; esistono svariate specie e varietà di colchico, alcune anche con fiori doppi e grandi.

I colchici appartengono alla stessa famiglia dei gigli, e tutte le parti della pianta contengono colchicina, un alcaloide usato in medicina, fortemente tossico.

Si coltivano in piena terra, in un substrato abbastanza ricco e ben drenato, in modo da evitare ristagni d'acqua.

Amano posizioni soleggiate, e in genere non necessitano di cure; si pongono a dimora in tarda primavera o all'inizio dell'estate, per vedere i primi fiori già a fine estate.

Le foglie primaverili vanno lasciate sviluppare indisturbate, in modo che la pianta possa immagazzinare sufficienti sostanze nutritive per la fioritura autunnale.


Crochi autunno: Gli zephyranthes

Zephiranthes Anche gli zephyranthes, noti comunemente col nome di gigli della pioggia, appartengono alla famiglia delle amaryllidacee, come le sternbergie; questi bulbi, che producono fiori simili a crochi allargati,d ai colori vivaci, sono di origine americana, anche se molte specie sono ormai diffuse allo stato selvatico anche in altre zone del mondo.

La particolarità di queste bulbose è che spesso sono sempreverdi, con un bel ciuffo di foglie nastriformi, di colore verde scuro; inoltre gli zephyranthes fioriscono ogni volta che, dopo un periodo di siccità, il clima diviene più umido. Questo evento in Italia avviene in autunno e in primavera, non è inusuale infatti che alcune specie di zephyranthes fioriscano due volte in un anno.

Si pongono a dimora al sole o a mezz'ombra, in un buon terreno ricco e molto ben drenato; sopportano senza problemi la siccità, che se molto prolungata può causare la perdita di gran parte del fogliame.

Non appena in autunno il clima diviene umido la pianta comincia a produrre i boccioli, che sbocciano per la gran parte dell'autunno.

Non temono il gelo, e spesso la pianta perde il fogliame a causa della siccità estiva, e non a causa del freddo invernale.


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