Gerbera - Gerbera jamesonii
la gerbera è originaria dell’Africa e dell’Asia orientale e fa parte della famiglia delle compositae. Ne esistono circa 70 specie di perenni, erbacee, semirustiche; sono particolarmente adatte per la produzione di fiori da recidere. Si coltivano facilmente in tutte le regioni a clima mite.
La specie più comunemente coltivata è la Gerbera jamesonii. Questa specie è originaria della regione del Transval, in Sud-Africa, può raggiungere l’altezza di 50-60 cm ed il diametro di 60 cm. Le foglie della
gerbera jamesonii sono lobate, internamente tormentose, di colore verde-glauco nella pagina superiore, bianco lanuginoso nella pagina inferiore; sono lunghe circa 20-40 cm. I fiori sono numerosi, isolati, di colore arancio-scarlatto, larghi anche 10-12 cm. Il periodo della fioritura va da maggio a settembre. Cresce a cespugli.
Numerose sono le varietà e gli ibridi in commercio, sia con fiori semplici che fiori doppi, dai colori delicati e dai colori più accesi.
Famiglia e genere | Fam. Asteracee, gen. Gerbera (contiene circa 100 specie) |
Tipo di pianta | Perenni erbacee decidue, vivaci |
Esposizione | Sole o mezz’ombra |
Rustico | Poco |
Terreno | Drenante, subacido |
Colori | Bianco, giallo, rosa, rosso, arancione |
Coltura | Media |
Rusticità | Media |
Fioritura | Dall’estate all’autunno. Può essere forzata. |
Altezza | 60 cm |
Propagazione | Seme, divisione, talea di radice |
La pianta è di dimensioni contenute. Le foglie partono dalla base e sono lanceolate di colore verde medio. Con l’avanzare della stagione le foglie più vecchie si esauriscono e vengono sostituite dalle nuove che nei primi giorni sono chiare e ricoperte da una fitta peluria. Gli steli fiorali sono nudi, si innalzano dalla base e possono raggiungere anche i 60 cm. Il fiore ha la tipica forma a margherita, ma molto regolare. I sepali sono appuntiti e la corolla può essere singola o doppia. Al centro vi è un anello più o meno largo di stami, estremamente decorativo. Il fiore si trova in moltissime colorazioni: bianco, giallo, rosso, rosa, fucsia e viola e anche un verde pallido.
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le gerbere possono essere coltivate all’aperto, nelle regioni caratterizzate da clima mite durante tutto l’anno, oppure in appositi contenitori, nelle regioni più fredde.
L’importante è aver cura di collocarle in una posizione soleggiata e ben riparata; se, durante il periodo invernale, vengono ritirate all’interno è necessario porle in ambienti illuminati, dove la temperatura non scenda al di sotto di 5-7 gradi.
In ogni caso il terreno deve essere ben drenato, leggero e sabbioso. La concimazione deve essere, di regola, effettuata in primavera.
si verifica dalla fine della primavera alla fine dell’estate. E’ possibile anche ottenere fioriture invernali; a tal fine bisogna interrompere l’annaffiatura in maggio, favorendo così il riposo della pianta durante il periodo estivo, e poi, in settembre concimare e riprendere ad annaffiare, costantemente ed in maniera abbondante la pianta, in modo da stimolarne la ripresa vegetativa.
Moltiplicazione: può avvenire per seme, per talea o per divisione. Le talee devono essere ricavate da getti non fruttiferi e vanno poste in vasi contenenti terriccio sabbioso durante la primavera. Anche nel caso della moltiplicazione per divisione la prassi da seguire è la stessa. Se, invece, la riproduzione è per seme, già in febbraio-marzo si pianteranno i semi negli appositi contenitori, inizialmente di piccole dimensioni. A mano a mano che la piantina crescerà, ci si preoccuperà di rinvasarla in contenitori più grandi.
non devono essere troppo frequenti o abbondanti, in quanto è preferibile che il terreno si asciughi tra un’annaffiatura e l’altra. Se annaffiata troppo frequentemente o in maniera troppo abbondante, la gerbera diventa vulnerabile al marciume radicale.
A compromettere la salute della pianta possono essere anche gli afidi; in tal caso consigliamo l’uso di uno dei tanti aficidi attualmente in commercio.
Queste piante sono originarie per la maggior parte dell’Africa, dell’Asia e del Sud America. Gli esemplari che troviamo in commercio sono un incrocio tra la gerbera jamesonii del Natal o del Transvaal e la G. viridifolia del Capo. Questi ibridi furono ottenuti in Inghilterra da Lynch alla fine del 1800.
Il nome le deriva dal naturalista tedesco Traugott Gerber, amico di Linneo.
Sono piante poco rustiche e in genere non sopportano che le temperature scendano sotto i 5°C. È quindi opportuno coltivarle in piena terra solo dove gli inverni siano particolarmente miti. Altrove è caldamente consigliato tenerle in vaso per ritirarle durante l’inverno in un locale luminoso.
Ad ogni modo, se coltivate all’esterno, è sempre un’ottima idea offrire loro una buona pacciamatura invernale composta di foglie, stallatico e paglia.
Le gerbere amano le posizioni molto luminose e possibilmente ventilate. Quindi in quasi tutta Italia è meglio dar loro un’esposizione a Sud. Posizionarle a mezz’ombra può essere invece consigliato nell’estremo Sud della penisola perché il sole forte può dar luogo a scottature fogliari e alla comparsa di parassiti come il ragnetto rosso.
Le gerbere prediligono terreni subacidi e comunque drenanti e poco calcarei. Infatti sono particolarmente soggette ai marciumi radicali.
Se le coltiviamo in piena terra è quindi bene valutare con attenzione il nostro substrato ed eventualmente sostituirlo nella zona in cui andremo a metterle a dimora. Per ulteriore sicurezza si può inserire sul fondo della buca di piantumazione uno strato abbastanza spesso di ghiaia che aiuti l’acqua a defluire.
Un ulteriore problema che si potrebbe verificare è la clorosi fogliare, causata da un terreno troppo calcareo e quindi con un pH elevato. Si può provare a rimediare spolverando il terreno con solfato ferroso oppure, nei casi più gravi, procedere con la somministrazione di prodotti a base di ferro chelato.
Le gerbere sono molto sensibili alle irrigazioni. Bisogna quindi cercare di evitare in ogni maniera i ristagni idrici sia inserendole in un terreno adatto sia moderando gli apporti idrici.
In generale crescono meglio in climi secchi e quindi sarebbe meglio evitarle se viviamo in zone montane o molto umide.
Per ottenere un lungo periodo di fioritura è bene somministrare ogni 15 giorni un concime liquido per piante fiorite con un alto tenore in potassio e fosforo. È anche possibile diluirlo maggiormente somministrandolo ad ogni irrigazione.
Le gerbere in condizioni normali fioriscono dal mese di maggio alla fine dell’estate. Quando le temperature scendono con costanza al di sotto dei 10° C entrano nella fase di riposo.
Volendo possono essere forzate. Per ottenere la fioritura in inverno bisogna sospendere le irrigazioni ad aprile-maggio e riporle in un luogo fresco. Si riprenderà ad annaffiarle e a somministrare il concime in autunno, ponendole in una zona luminosa e con temperature costantemente al di sopra dei 13°C. Questo favorirà la ripresa vegetativa e riusciremo ad avere fioriture anche in pieno inverno.
Le gerbere, in realtà, vengono raramente coltivate nei giardini. È in effetti più frequente vederle utilizzate come piante d’appartamento. Infatti sono molto gradevoli sia per i loro fiori elegantissimi, sia per la loro capacità di fiorire a lungo e, forzandole, possono allietarci anche durante i mesi invernali.
Di solito vengono vendute in vasi molto piccoli. Se vogliamo farle vivere a lungo è consigliabile metterle in un contenitore profondo almeno 25 cm. È molto importante creare sul fondo un buon strato drenante spesso almeno due o tre centrimetri. Il terriccio deve essere leggero, ma non torboso. L’ideale è che contenga argille, pomice e perlite, ma non troppa torba.
È assolutamente meglio evitare il sottovaso e innaffiare quando il substrato risulterà asciutto anche in profondità.
Queste piante necessitano, anche all’interno, di posizioni molto luminose quindi è consigliabile posizionarle vicino ad una finestra o ad una fonte di luce diretta.
La riproduzione delle gerbere può avvenire in svariati modi. Quella da seme è particolarmente difficile e viene usata quasi esclusivamente per la produzione di nuove cultivar.
Prima di tutto è indispensabile utilizzare dei semi freschi. Infatti in poco tempo perdono la loro vitalità e rischiano di non germogliare.
Il seme è dotato di una piuma. Deve essere interrato pochissimo e la piuma deve essere a livello del terreno. Bisogna usare un terriccio molto leggero mescolato con vermiculite o agriperlinte.
Vanno seminate in cassette o direttamente in alveoli (non amano particolarmente essere ripicchettate) che vanno mantenute leggermente umide e con una temperatura di circa 15° C. Di solito germinano in una o due settimane.
Quando hanno raggiunto un buon sviluppo possono essere trasferite in vasetti da 8-10 cm di diametro per poi metterle a dimora quando le radici saranno ben visibili dal fondo del vaso.
Il periodo migliore è l’autunno, ma si possono avere buoni risultati anche con una semina primaverile.
Il metodo più utilizzato però è la divisione dei cespi. Si effettua di solito alla fine dell’inverno o in agosto-settembre.
Si estrae dal terreno una pianta in buona salute, senza rovinare le radici. Si cercano poi i getti giovani, si cerca di staccarli dalla pianta madre e infine si tagliano usando una vanga o una lametta molto tagliente.
Si consiglia di metterli a dimora inizialmente in vaso, aspettando che si riprendano e comincino a vegetare.
Successivamente potranno essere messi anche in piena terra.
Un ulteriore metodo per riprodurle può essere il prelevamento dalla pianta madre di una sezione di rizoma. L’importante è che ogni parte prelevata sia dotata di radici capillari e di almeno un occhio.
Dopo averle prelevate vanno messe a dimora appena sotto il livello del terreno. Il terriccio, per favorire l’attecchimento, deve essere molto leggero ed evitare i ristagni idrici. L’ideale quindi è che sia costituito da un miscuglio di sabbia, torba e eventualmente agriperlite.
La pianta non necessita sotto questo aspetto di grandi attenzioni. Durante il periodo vegetativo è sufficiente rimuovere le foglie che mano a mano appassiscono. Bisogna inoltre rimuovere i fiori avvizziti semplicemente tirandoli di lato, senza l’utilizzo di foglie.
Se la pianta è in piena terra è necessaria una pulizia stagionale alla fine dell’autunno e la conseguente pacciamatura utile al superamento del periodo invernale.
Le gerbere possono essere attaccate da molti insetti, ma i più frequenti sono gli afidi. Se l’attacco non è importante si può intervenire manualmente. Se invece vediamo che è causa di una debilitazione importante della pianta possiamo usare prodotti a base di piretro (utili anche per altri insetti fitofagi).
Più di frequente queste piante sono colpite da marciumi del colletto o radicali. In questi casi, come abbiamo già detto, è molto importante la prevenzione che si attua con una buona scelta del substrato e una irrigazione controllata.
Se dovesse però lo stesso verificarsi questa evenienza si può provare a porre rimedio somministrando prodotti a base di propamocarb o fosetyl alluminio.
Può anche capitare che le foglie vengano colpite dall’oidio. Capita di solito nei periodi e nelle zone in cui l’umidità dell’aria è molto alta e se vie è poco movimento d’aria.
Se le foglie sono molto danneggiate è sicuramente buona norma toglierle (per evitare di propagare ulteriormente il contagio). Si può poi intervenire con prodotti sistemici contro l’oidio o, se vi erano solo tracce di infestazione, con dello zolfo.
Negli ultimi decenni si è molto diffuso l’uso della gerbera come fiore reciso. Viene infatti molto apprezzato per l’eleganza dei suoi fiori, molto regolari, per la varietà dei colori, per la lunghezza dello stelo e perché, se ben trattato, può durare molto a lungo in vaso, anche diverse settimane.
Per mantenere al meglio il nostro bouquet è importante:
- Metterlo nel più breve tempo possibile in un vaso
- L’acqua deve essere pulita e quindi va sostituita frequentemente
- Si può aggiungere all’acqua della varechina o un prodotto specifico per aumentare la durata dei fiori recisi
- Bisogna prestare la massima attenzione quando se ne maneggiano gli steli perché potrebbero piegarsi e questo accorcerebbe la vita del fiore reciso
- Periodicamente bisogna intervenire tagliando con una forbice affilata la base degli steli rimuovendo la parte ormai rovinata. L’ideale è effettuare un taglio obliquo che, aumentando la superficie di contatto con l’acqua, facilita l’assorbimento dei liquidi.
La gerbera rossa è una delle varietà più ricercate dagli appassionati di fiori e giardinaggio. In commercio da fioristi e vivai si trovano facilmente gerbere gialle, arancio, rosse e rosa e le caratteristiche delle piante nei diversi colori sono le stesse.
Per fare splendere la nostra gerbera rossa dovremo assicurare alla pianta sole in abbondanza. La gerbera rossa è infatti una pianta eliofila che necessita di essere coltivata in posizioni soleggiate e in terreni asciutti.
Assicurando queste condizioni alle gerbere avremo una maggiore probabilità di garantire alle nostre piante una fioritura bella e prolungata.
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