Innaffiare bonsai
L'arte del bonsai è nata molto tempo fa in Cina. Anche allora la varietà ottenuta con la tecnica di riduzione è stata sorprendente, come è noto dal ritrovo di antichi disegni. Gli artisti cinesi spesso hanno modellato i loro alberi a somiglianza di figure animali e icone immaginarie. Mentre il bonsai era una tecnica già molto sviluppata in Cina, in Giappone invece si è evoluto e ha raggiunto il massimo splendore dal punto di vista artistico. Soltanto molto tempo dopo,
la cura e la pazienza necessaria, la complessità dei lavori in miniatura e la creazione di un'opera d'arte rispecchiò in pieno il temperamento degli artisti orticoli del Giappone. All’inizio i primi a sperimentare questa tecnica furono i monaci poi, man mano raggiunse la massa diventando un’arte popolare. Quando dopo secoli il Giappone ha aperto i suoi porti ed i palazzi agli occidentali, gli alberi in miniatura hanno suscitato stupore da parte dei visitatori. Ancora oggi in molte case giapponesi si adotta la pratica di collocare il bonsai in un 'tokonoma' cioè una nicchia speciale il cui scopo è quello di usarlo come strumento per valorizzare i beni preziosi di famiglia. Quando gli occidentali portarono nelle loro terre d’origine alcuni esemplari di bonsai cominciarono subito a costruire dei veri e propri musei che ben presto conquistarono tutto il mondo. La svolta definitiva si ebbe nell’anno 1900 in occasione del più famoso Expo Universale, vale a dire quello di Parigi. In quell’occasione in Europa scoppiò la mania del bonsai tanto che ai nostri giorni è considerata una delle meraviglie del mondo. Molti nuovi artisti anche non giapponesi hanno sviluppato nuove forme e tecniche per quest’arte vivente e attualmente essa è praticata e disponibile in tutto il mondo. I bonsai sono particolarmente apprezzati negli Stati Uniti ed in Asia, ma anche in Europa, Sud Africa e Australia. Ovunque c'è il sole abbondante si può trovare o coltivare un bonsai.
Una delle basi fondamentali per l’ideazione, realizzazione e coltivazione del bonsai è la scelta del terreno adatto. Esso deve essere poroso per un drenaggio efficace e rapido. Questa è soltanto una delle prerogative per una buona riuscita della coltivazione del bonsai. Ne seguono altrettanto importanti e vitali per la pianta. Il bonsai necessita infatti di frequenti ed abbondanti innaffiature ma, questo ha delle specifiche regole che bisogna seguire attentamente. Innanzitutto è bene sapere che l’acqua in eccesso può essere la causa di crescita di funghi nocivi e marciume radicale. Entrambi questi danni possono essere evitati, seguendo alcuni consigli. Sapere quanta acqua è necessaria è quindi il primo passo da affrontare.
- Salve ho ricevuto un bonsai in regalo e vorrei sapere notizie piu particolari rispetto a quello che ho letto sul vostro sito, che ritengo molto molto utile: Posso rivolgermi a voi o all'esperto di com...
- SECONDO VOI E' POSSIBILE CREARE DELLE TALEE DA UN'ALTRO BONSAI?...
- genere che comprende 100-150 specie di arbusti o piccoli alberi a foglia caduca, originari dell'Europa, dell'Africa settentrionale, dell'Asia e del nord America; generalmente si coltivano come bonsai ...
- conifera sempreverde dall'aspetto imponente, diffusa in Europa e in nord America, in natura può raggiungere anche i 40-45 metri di altezza; è l'abete che più spesso viene utilizzato come albero di nat...
E’ importante adottare un metodo per testare il contenuto di umidità del terreno. La cosa è piuttosto semplice; bisogna infatti toccare la superficie del terreno con il pollice non prima di essersi fatto spazio tra la ghiaia di protezione. In questo modo si potrà sapere il grado di umidità e regolarsi di conseguenza con l’innaffiatura. Un test più accurato è quello di utilizzare un misuratore di umidità normale analogico o digitale per una lettura accurata. Il terreno tuttavia potrebbe essere umido o secco in superficie o fino alla distanza del pollice della nostra mano ma da quel punto in poi, resta il mistero su come si trova la parte non raggiunta. Un sistema per scoprirlo è quello di vedere se nel vaso ci sono macchie secche che, sono dannose se vicine alle radici. È ovvio che se ci sono, vuol dire che più in profondità sicuramente ce ne sono altre e quindi la cosa si complica. Occorre quindi maggiore umidità per salvare la pianta. Per assicurarsi che tutto il terreno sia adeguatamente inumidito, una volta al mese bisogna immergere per intero il vaso fino alla base dell'albero in un secchio o nel lavabo riempito con acqua, lasciare che il vaso l’assorba (per alcuni minuti) quindi, rimuoverlo con cautela sollevandolo lateralmente e mai dall'albero. Se la miscela di terreno è corretta e la pianta non ha radici malate, l'umidità in eccesso si scaricherà sul fondo del vassoio porta vaso. Se il vassoio è pieno, allora conviene comunque inserire il vaso in esso in modo che l’acqua a noi visibile venga riassorbita dalle radici, considerandola come una scorta. Quest’operazione è importante in quanto riusciamo a sapere che l’acqua in eccesso defluisce ottimamente e quindi, il drenaggio del terreno non crea problemi alle radici evitandole perciò di marcire.
Alcuni bonsai potrebbero tuttavia richiedere una dose maggiore di acqua in un giorno. Questo dipende dal clima e soprattutto da specie a specie. I bonsai Pini ed altre conifere hanno per esempio bisogno di meno acqua. Essi tendono addirittura a trarre benefici da brevi periodi di siccità. Gli alberi da fiore invece necessitano di molta più acqua. Infine un ultimo consiglio per testare lo stato di salute della pianta e delle sue radici è quello di controllare se ci sono principi di foglie secche o di fiori appassiti. Tutti questi accorgimenti quindi nella loro facilità e semplicità si rivelano comunque di fondamentale importanza per conoscere lo stato di salute del bonsai, e sapere con certezza la quantità di cibo giornaliero (l’acqua) che bisogna somministrare per un crescita sana, rigogliosa e duratura .
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