Boletus regius

Un porcino da re

Anche coloro che sono meno ferrati nel settore della micologia avranno sentito parlare almeno una volta del genere boletus, magari sotto il nome più diffuso di porcino. Si tratta di funghi che vengono accomunati da un aspetto piuttosto tozzo, ma anche da carni dal sapore e dall'odore estremamente peculiari, e molto apprezzati in cucina. Al genere appartengono tante diverse specie, non tutte però commestibili. Tra le più pregiate, ed edibili, si possono citate il boletus edulis, il boletus aestivalis, il boletus aereus, e infine il boletus regius. Quest'ultimo è meno apprezzato degli altri, forse perché meno diffuso, ma se un cercatore di funghi lo nota nel sottobosco non può fare a meno di gioire, in quanto nelle sue vicinanze ci saranno certamente altri esemplari di boletus. Inoltre, il boletus regius si riconosce con facilità dal colore del suo cappello.
Un esemplare di boletus regius

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Le caratteristiche del boletus regius

I tubuli e la reticolatura giallo oro del gambo del boletus regius Il boletus regius si riconosce con grande facilità rispetto alle altre specie di boletus, o anche di altri generi di fungo. Non è facile confonderlo con altri tipi di fungo, perché il suo cappello ha sempre una bella colorazione rossastra, che può oscillare tra il rosso fragola, il rosso lampone, il carminio o il fucsia. La cuticola che ricopre il cappello è piuttosto asciutta e grinzosa, e questo a volte conferisce al cappello delle caratteristiche screpolature. Il cappello ha forma emisferica negli esemplari giovani, poi mano a mano, con il tempo, si fa più convesso, fino a spianarsi quasi del tutto. Sotto al cappello ci sono i tubuli, che hanno un bel colore giallo oro, esattamente come il gambo. Da questa peculiare colorazione deriva il nome botanico del fungo, regius, ovvero da re: il colore giallo oro fa pensare ad una corona. In modo gergale, invece, il boletus regius è spesso detto anche cardinale, in questo caso per via del rosso del cappello.

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    Come si riconosce il boletus regius

    Esemplari di Boletus pulchrotinctus, che possono essere scambiati per funghi boletus regius Il gambo del boletus regius si contraddistingue non solo per il colore, ma anche per il fatto che è ricoperto da un fitto reticolo, e che ha la forma tozza, come è tipico del genere. Il capello può arrivare ai 20 centimetri di diametro, mentre il gambo può misurare fino ai 10 centimetri di altezza e sei di diametro. In genere, la parte bassa del gambo è più tozza e rigonfia, come una clava, e se è stato mangiucchiato dagli insetti, può assumere un colorito brunastro. Principalmente, ci sono due specie di boletus con le quali può essere confuso il regius: il boletus pseudoregius, che si distingue perché ha una forma più slanciata e carne che vira al bluastro, quando tagliata, mentre il boletus regius resta giallo anche all'interno, e il boletus pulchrotinctus. Quest'ultimo può causare delle intossicazioni, e si può confondere con il boletus regius perché il suo cappello è rosso ai bordi, ma a volte il colore si diffonde su tutta la superficie.


    Boletus regius: Dove trovare e come mangiare il boletus regius

    Un piatto a base di boletus regius Il boletus regius nasce in un periodo che va dalla primavera all'autunno nei boschi di latifoglie. Il tipo di vegetazione che predilige sono gli alberi di castagno o di faggio, e prolifera spesso negli anfratti più umidi e sabbiosi. Si tratta di un fungo che ama le temperature elevate, per cui è facile che spunti dopo una pioggia abbondante, quando si sviluppa molta umidità. In genere cresce in gruppi molto nutriti, e nelle vicinanze di altri funghi boletus. Il suo cappello è buono da mangiare, a non crudo. Cotto, sprigiona il tipico odore di fungo porcino. Da solo però non è molto facilmente digeribile, quindi, in genere, viene cucinato insieme al altri funghi boletus. Il gambo invece non viene mangiato, perché la carne è molto dura e coriacea. Un piatto gustoso a base di boletus regius consiste nel metterlo al forno con le patate, tipo di cottura che lo rende ancora più digeribile.