Craterellus cornucopioides
Anche se la denominazione vulgata che viene data al Craterellus cornucopioides, trombetta dei morti, è un po' tetra, si tratta in realtà di una delle specie di funghi più apprezzate in cucina, anche se, essendo un fungo di piccole dimensioni, bisogna raccoglierne un notevole quantitativo per poterlo usare nella realizzazione di piatti e ricette. Il Craterellus cornucopioides è un fungo del genere Craterellus, che è molto affine al Cantharellus, e infatti somiglia molto al più noto finferlo, o Cantharellus cibarius. Si potrebbe pensare che la denominazione trombetta dei morti sia dovuta al colore di questo fungo, che è molto scuro, quasi nero; ma in realtà si deve al periodo in cui esso spunta nei boschi, ovvero intorno al due novembre, quando appunto si celebra la festività della Commemorazione dei defunti. Questo fungo viene ricercato per via del suo buon sapore, tale che spesso accade che esso venga usato per condire piatti preparati a base di altri funghi, appartenenti ad altre specie.
Il Craterellus cornucopioides si chiama così perché il suo nome botanico descrive alcune caratteristiche della specie e del genere. Il genere Craterellus prende la denominazione da un termine greco che vuol dire piccola coppa, perché il cappello somiglia in effetti ad un contenitore per liquidi. Cornucopioides viene pure dal greco e descrive l'aspetto tipico della specie, che si può comparare a quello di una cornucopia, il corno dell'abbondanza. In modo comune, il Craterellus cornucopioides è chiamato trombetta dei morti ma anche imbutino, per via della sua forma e delle sue piccole dimensioni. Complessivamente, infatti, non supera mai una decina di centimetri di altezza; il cappello può arrivare ad avere otto centimetri di diametro ed è praticamente attaccato al gambo. La sua peculiarità maggiore è il colore, che è nero fuliggine o bruno grigiastro. Il colore può variare in base al grado di umidità che c'è nell'atmosfera.
La trombetta dei morti si presenta dunque con una forma completamente irregolare; si può individuare nel sottobosco anche grazie al tipico odore che emana. Quando gli esemplari sono giovani, essi hanno un sentore di frutta; quando il fungo invecchia, il suo odore assomiglia di più a quello del tartufo. Il sapore delle carni è dolciastro, anch'esse hanno colore scuro, e sono molto elastiche. Il Craterellus cornucopioides si trova di solito nei boschi di latifoglie, durante il periodo che intercorre tra la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno. Predilige le faggete, e prolifera nei luoghi dove si trovano strati di vegetazione morta. Di solito cresce in gruppi molto folti: non è raro che ci si trovi a calpestare un tappeto di Craterellus cornucopioides senza rendersene conto. La raccolta va effettuata secondo le modalità consuete per i funghi, ovvero senza usare rastrelli, ma solo un piccolo coltello, utile per scalzare gli esemplari trovati dal terreno.
Per quanto le sue carni abbiano un buon sapore, non tutti amano usare in cucina il Craterellus cornucopioides per via del suo colore, che inevitabilmente finisce per tingere qualunque piatto si prepari. Se non si hanno di questi problemi, la trombetta dei morti, raccolta in sufficienti quantità, può essere davvero usata come un ingrediente versatile. La particolare consistenza delle sue carni, che sono molto sottili, fa si che questo fungo si presti particolarmente bene all'essiccazione. Una volta essiccato, può essere sminuzzato e ridotto in polvere, per condire e insaporire piatti di ogni tipo. Sia da fresco, che essiccato, il Craterellus cornucopioides si può usare per preparare risotti, o per condire la pasta e la polenta. Il suo sapore si sposa particolarmente bene con la cacciagione, oppure si può gustare semplicemente saltato in padella con un po' di burro.