vendita miele
Il miele è un prodotto alimentare naturale dalle notevoli proprietà organolettiche. È un alimento energetico, di rapida assimilazione, dal potere dolcificante superiore a quello dello zucchero , ricco principalmente di glucosio, fruttosio oltre ad acidi organici e oligoelementi. La sua composizione è tale da non generare lo sviluppo di microrganismi, per cui non richiede conservanti né pastorizzazione.
Nonostante possa sembrare un prodotto naturale che sgorga come acqua sorgiva dalla “bottega” delle api, il miele è uno dei prodotti per cui è stata ritenuta indispensabile una specifica normativa - Legge n°753 del 12 ottobre del 1982 (e successive modifiche) - a disciplina della produzione, del confezionamento e dell'etichettatura del prodotto. Pur rimandando a specifici approfondimenti normativi per ogni ulteriore indicazione in merito ai processi produttivi e alle caratteristiche fisiche, chimiche e organolettiche cui attenersi nell'immettere il miele sul mercato, riteniamo utile una panoramica sulle normative che regolamentano la commercializzazione del miele.
Innanzi tutto, il miele risponde ad una precisa ed accurata definizione: "il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche proprie, immagazzino o lasciano maturare nei favi dell'alveare. Tale prodotto può essere fluido, denso o cristallizzato." Si evince pertanto l’esclusione inequivocabile di quanto non elencato e ricompreso. Facciamo un esempio: quando al miele vengono aggiunti alimenti di altro tipo, quali frutta secca o liofilizzata, essenze aromatiche od altri prodotti dell'alveare, il prodotto non può essere definito miele e la normativa di riferimento in merito al confezionamento ed etichettatura deve essere quella dei prodotti alimentari.
La legge di riferimento elenca i vari tipi di mieli declinandoli secondo l’origine (miele di fiori o miele di melata) ed anche secondo il metodo di estrazione (miele in favo, miele con pezzi di favo o sezioni di favo nel miele, miele scolato, miele centrifugato, miele torchiato e miele filtrato). La normativa inoltre definisce dei parametri sulla composizione chimica del miele, specifici per floricoltura di provenienza. Un'attenzione particolare infine va posta all’indicazione d'origine da riportare sull'etichetta. Il miele infatti potrebbe originare da produzioni extracomunitarie o essere talvolta miscelato con produzioni locali o comunitarie. Questo è possibile nel rispetto delle norme sulla commercializzazione, che impongono una chiara denominazione di "miele extracomunitario", "miscela con miele extracomunitario" o "miscela di mieli extracomunitari" evidente sull'etichetta, insieme alla specificazione degli eventuali paesi di provenienza. Infrazioni in merito all’etichettatura incorrono in sanzioni amministrative.
Il consumo è chiaramente affidato al rispetto rigido delle indicazioni e della composizione che assicurano l’integrità delle qualità organolettiche del prodotto, valutate anche nel gusto e nella colorazione. La genuina trasparenza inevitabilmente premia l'impegno del produttore.
- Il miele è un alimento prodotto dalle api. Queste, posandosi sui fiori, utilizzano il nettare e la melata dando vita a una miscela composta da zuccheri semplici, ovvero glucosio e fruttosio. Alimento ...
- Il miele è, nell'immaginario collettivo, considerato esempio di dolcezza per antonomasia. Eppure la natura ci offre alcuni esempi che sovvertono questa regola, rovesciandola nel suo esatto contrario. ...
- Nelle zone centrali dell'Italia, in particolare nel Lazio, esiste una fitta vegetazione di eucalipti, alberi originari dell'Oceania importati e piantati nel territorio italiano durante il periodo dell...
- ll taràssaco è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteracee, meglio conosciuta come "dente di leone" o "soffione", nota fin dall'antichità per le sue proprietà medicamentose. Cresce in modo s...
Una volta superato i meadri burocratici e le impervie tortuosità della legge in materia di produzione, recuperiamo l’obiettivo principale dell’attività: vendere il nostro prodotto sul mercato. Nel caso di commercio all'ingrosso, rivolto quindi ad operatori commerciali in genere, la normativa di riferimento è quella del commercio in generale; non esistono particolari disposizioni che regolamentano specificatamente la vendita del miele. Lo stesso dicasi per la vendita al dettaglio del miele. Se questa avviene in forma itinerante, ad esempio il banchetto al mercato, l’esercente è soggetto a preventiva comunicazione al sindaco del comune dove ha sede l’azienda (itinerante) o al sindaco del comune presso cui si intende esercitare la vendita: in ogni caso la vendita può avere inizio trenta giorni dopo l’avvenuta comunicazione.
Oggi, sia i coltivatori diretti (iscritti al registro imprese) che i produttori agricoli, possono vendere i loro prodotti apistici nelle forme più opportune tra cui anche il commercio elettronico che si presenta la forma più comoda per raggiungere il più ampio spettro di consumatori.
Ricordiamo inoltre che per iniziare l'attività di vendita devono essere "osservate le disposizioni vigenti in materia di igiene e sanità" che, nel caso di vendita di prodotto confezionato si riducono al rispetto dell’agibilità dei locali utilizzati. I depositi non sono soggetti a norme sanitarie e pertanto, prendendo ad esempio un piccolo produttore consorziato che si serve di strutture comuni per la smielatura e il confezionamento (autorizzazioni sanitarie richieste dal gestore di tali strutture), egli procederà con la vendita del miele dopo aver semplicemente comunicato al Sindaco l'inizio dell'attività di vendita.
Un miele naturale di buona qualità si riconosce anche dall'aspetto. Un buon miele tende a cristallizzare, opacizzandosi e facendosi granuloso, quasi sabbioso. E' un processo naturale che avviene in tempi diversi, secondo i tipi di miele, molto lunghi per l'acacia e molto rapidi per il castagno. Del resto la conservazione del miele non richiede conservanti né pastorizzazione. Pertanto un miele millefiori troppo chiaro e fluido non deve trarre in inganno: molto probabilmente è stato trattato con la pastorizzazione e ha perso in parte le sue proprietà terapeutiche. Infatti il miele che non cristallizza mai è solitamente pastorizzato.
A chi si sta chiedendo come riconoscere possibili difetti nel miele consigliamo di valutare questi elementi dell'aspetto: la separazione della parte liquida da quella cristallina, la presenza di schiuma in superficie o di bollicine di gas all'interno della massa.
Quanto al colore si deve fare riferimento alla specie botanica di provenienza del nettare. Il consumatore deve sapere che dall’acacia deriva un miele piuttosto chiaro, giallo dorato, mentre dal castagno si ricava un miele più scuro, tendente al verdastro se poi si ottiene da conifere.
Anche l’odore è un elemento caratterizzante il miele naturale: delicato o intenso, secondo il fiore di provenienza. Possibili difetti sono l’emanazione di un sentore di fumo e l'odore pungente, di fermentato. Chiaramente il verdetto finale viene dal sapore che ne decreta la genuinità e per questo la ricchezza, la complessità del sapore pieno di sfumature e retrogusti.
Un miele biologico, nato nel pieno rispetto dell’antica tradizione in ambienti incontaminati e certificato secondo le dirette di EcoCert Italia merita il trionfo delle proprietà e della genuinità peraltro non riscontrabile nella produzione industriale.
Il miele racconta...
COMMENTI SULL' ARTICOLO