Belladonna omeopatia
Pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Solanaceae, come la patata e il pomodoro, la belladonna, il cui nome scientifico è Atropa Belladonna, è costituita da un fusto robusto, ramificato e scanalato, da cui le foglie, di forma ovale-lanceolate, si dipartono alternate, ricoperte di una peluria presente anche sul fusto e responsabile di un odore sgradevole. I fiori sbocciano nel periodo estivo e sono caliciformi, di color porporino-violaceo, senza alcuna pretesa di particolare bellezza, mentre i frutti sono bacche nere lucide contornate da un calice a stella, che richiamano alla memoria i mirtilli per forma e colore. La pianta risulta interamente velenosa, comprese le bacche che di contro hanno un sapore dolciastro e gradevole; ne bastano poche per portare a morte da avvelenamento. Proprio a questo effetto letale è associato il nome Atropa, che nell'antica mitologia greca, rappresentava la figura responsabile della fine della vita degli uomini. Il termine Belladonna, deriva invece dall'uso cosmetico che le donne ne facevano in antichità, per dare colorito al viso e dilatare le pupille nel tentativo di rendere lo sguardo più ammaliante e languido.
La pianta, il cui uso inconsapevole può risultare addirittura letale, contiene tre alcaloidi, vale a dire atropina, iosciamina e scopolamina. Ognuno di essi ha un effetto abbastanza evidente sull'organismo umano; in particolare, l'atropina agisce sul sistema nervoso parasimpatico con effetti sedativi ed anestetici, ed è la più pericolosa. La iosciamina stimola il sistema nervoso centrale, mentre la scopolamina è un depressivo dello stesso. Sotto forma di cerotti, la scopolamina può essere utilizzata anche in casi di sintomatologia da cinetosi. A dosi misurate, sia la iosciamina che la scopolamina, contenute in semi, radici e foglie, possiedono proprietà antispasmodiche e possono essere d'aiuto in corso di attacchi d'asma, nevralgie, cefalee, spasmi e coliche sia intestinali che biliari, oltre che per alleviare dolori muscolari e reumatici. L'atropina, viene invece utilizzata localmente in colliri midriatici, per dilatare la pupilla e permettere la visione nitida del fondo dell'occhio. A causa della forte attività sul sistema nervoso degli alcaloidi presenti in questa pianta, la belladonna va consigliata ed utilizzata solo sotto stretto controllo e prescrizione medica.
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L'uso omeopatico della belladonna, è consigliato nei casi in cui i sintomi del disturbo si associano alle caratteristiche del rimedio. La sua attività simpaticolitica la rende adatta a ridurre situazioni di arrossamento delle prime vie aeree, a lenire infiammazione della gola, ad alleviare il senso di peso anginoso e a facilitare una deglutizione difficile, quindi può essere sfruttata quando esiste una certa tendenza a raffreddarsi frequentemente. Nella giusta misura, l'atropa belladonna può anche essere la soluzione alternativa a farmaci antinfiammatori e spasmolitici, perché espleta un effetto depressivo sul sistema nervoso parasimpatico, trovando impiego in una moltitudine di disturbi gastroenterici, come la colite e la costipazione. Attivo su dolori articolari, dentali e muscolari, può essere all'occorrenza un valido sostituto di analgesici farmacologici anche nelle congiuntiviti e nelle otiti, sia interne che esterne.La dose deve sempre essere consigliata in base alle necessità, tenendo presenti lo stato di salute ed eventuali patologie, i cui sintomi potrebbero sommarsi ai principi attivi della pianta e dare effetti sinergici dannosi.
Come già sottolineato varie volte, è importante che questo rimedio naturale, dato il suo alto potere fitoterapico che può risultare anche letale, vada utilizzato con cautela, alle dosi raccomandate e sotto stretto controllo medico. Difatti, le controindicazioni della belladonna sono di un certo rilievo e con conseguenze non poco trascurabili.Non è indicata per esempio in caso di asma bronchiale, bradicardia e glaucoma, perché la sua attività, in sinergia a questi disturbi, potrebbe produrre alterazioni del ritmo cardiaco, aumento della pressione endoculare, ed edemi polmonari. In caso di sovradosaggio i sintomi comprendono disturbi dell'accomodazione visiva, azzeramento della salivazione e diminuzione della produzione di sudore. Non sono escluse inoltre reazioni di rossore cutaneo, allucinazioni e spasmi.L'azione della belladonna è tutt'altro che lieve pur trattandosi di una pianta naturale, per questo va posta scrupolosa attenzione nelle associazioni farmacologiche che possono essere fatte in concomitanza del suo uso. A questo scopo è bene tener presente che si hanno amplificazioni dei suoi effetti con farmaci antidepressivi triciclici, anticolinergici, amantadina e chinidina.
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