camaleone
Il Camaleone, o Carlina Bianca (nome scientifico Carlina acaulis L. 1753) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae, molto diffusa nelle regioni montane dell' Europa Centrale. In Italia è comune in tutte le regioni settentrionali e centrali, più rara nelle regioni meridionali, mentre è assente nelle isole. Vegeta nei pascoli, negli ambienti rocciosi e nei prati secchi, predilige terreni silicei e calcarei, dove fiorisce da giugno a settembre, sino a 2.200 m.
Il suo nome botanico sembra derivare da Carlo Magno: una leggenda narra, infatti, che l' imperatore la usò per curare i suoi soldati durante una pestilenza nei pressi di Roma. In realtà, l'ipotesi più accreditata è che il nome derivi dalla parola carduncolos (diminutivo di cardo ,ovvero “piccolo cardo”) per la somiglianza con le piante del genere “Cardo” (Asteraceae). Il nome specifico acaule deriva dalla morfologia della pianta: priva di caule (fusto).
L'aspetto di questa pianta è erbaceo e spinoso ed è caratterizzato da grandi infiorescenze bianche, un fusto molto breve ,o addirittura inesistente (in pochi casi va oltre i 10 cm di altezza) , e, disposte a rosetta basale, da foglie che presentano una lamina divisa in vari segmenti spinosi (da 6 a 8 coppie) terminanti in aculei rigidi, con una superficie fogliare leggermente pelosa. Il fiore del Camaleone è propriamente definito capolino (tipica struttura delle Asteraceae), un' infiorescenza rossastra costituita da numerosi piccoli fiori, sorretto da un involucro di squame dalla forma cilindrica. L'involucro, detto ricettacolo, è formato da tre tipi di squame: le esterne (e più basse) sono di tipo fogliaceo, quelle mediane sono di colore bruno e dalla forma spinosa e, infine, quelle più interne (quelle superiori e vicine al capolino) sono lineari e appuntite all'apice, brunastre alla base e bianco - argentate sulla pagina superiore, mentre sulla pagina inferiore hanno delle scure venature. È quest'ultimo l'aspetto morfologico più appariscente e funzionale della pianta poiché attira gli insetti pronubi, quali api e farfalle, necessari per l'impollinazione.
Il Camaleone è notoriamente considerato una pianta officinale non solo per l' azione drenante e diuretica, grazie alla presenza dell' inulina, ma anche per l' azione depurativa su fegato e cistifellea, oltre che antibiotica per il contenuto di ossido di carlina. Inoltre, è ampiamente usata anche per favorire la funzione digestiva, per lenire le coliche e nei casi di inappetenza grazie alle proprietà carminativa e amaro - tonica. Come per qualsiasi estratto officinale, però, bisogna moderarne la quantità poiché dosi elevate possono provocare vomito e diarrea a causa dell' azione irritante sulla mucosa gastro - intestinale da parte delle sostanze contenute: è quindi indispensabile che
ogni trattamento terapeutico venga effettuato sotto stretto controllo medico.
Il Camaleone è anche molto ricco di magnesio, potassio e calcio.
- Da millenni l'uomo ha trovato nelle piante preziosi alleati per l'igiene e la salute del suo corpo, ed anche dello spirito; già nei secoli passati i primi medici utilizzavano fiori, radici, foglie e c...
- Il fiore dell’altea si presenta o di colore rosa o rosso porpora ed ha una corolla di forma regolare formata da cinque petali a forma di cuore. I frutti son appiattiti e a forma di disco e assomiglian...
- L’anice verde è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Umbelliferae ed è originaria del Medio Oriente, ha una forma ovoidale ricca di semi di cui per distillazione si ottiene l’om...
- Questo sempreverde originario del bacino del Mediterraneo, si trova oramai quasi in ogni zona del mondo. Il nome botanico è Illicium verum e la pianta viene denominata anice stellato proprio perché pr...
In cucina le parti più usate di questa pianta sono le radici, il cui centro, molto carnoso, è commestibile, e il ricettacolo del capolino (raccolto prima della fioritura) che viene consumato esattamente come avviene per i carciofi (lessati con olio e limone o fritti). Nei paesi di lingua tedesca il ricettacolo è chiamato "Jägerbrot", ovvero “pane dei cacciatori”. Il sapore di questa parte della pianta è simile alle mandorle o nocciole: non a caso, durante il pascolo del bestiame, i montanari da tempo se ne cibano denominandolo così "formaggio dei prati", essendo il formaggio elemento essenziale nella loro dieta.
Grazie alle proprietà digestive e amaricanti, le radici vengono usate anche nella produzione di amari.
In erboristeria, nel momento in cui viene usata sotto forma di infuso di radici, questa pianta si dimostra un ottimo diuretico, leggermente lassativo, oltre che un buon disinfettante per ferite: infatti in passato il Camaleone veniva usato essenzialmente per lenire il mal di denti, ma anche per combattere la scabbia, le vesciche e le piaghe mediante impacchi. Inoltre, l’infuso di polvere di radice nel vino rosso era indicato contro i reumatismi e come rimedio sudorifero negli stati febbrili, ed il decotto di Camaleone può essere usato per detergere la pelle colpita da eczema e da acne.
Nel corso della storia e delle tradizioni popolari, al Camaleone sono state attribuite proprietà che vanno ben oltre il classico uso gastronomico e omeopatico. Ad esempio, le popolazioni rurali utilizzano questa pianta come igrometro naturale per le previsioni del tempo basandosi sulla disposizione delle squame de capolino: infatti queste si aprono a stella se il clima è secco e si chiudono con l'umido ( accade sempre anche dopo il tramonto del sole per riaprirsi al mattino successivo), probabilmente per proteggere il polline dalla pioggia.
Anticamente da queste piante si ricavava dell'acqua distillata a cui si attribuivano poteri afrodisiaci, mentre le antiche popolazioni sassoni la consideravano un amuleto contro il malocchio e ogni malattia e la classificavano come allessifarmaco (antidoto ai veleni), motivo per cui veniva coltivata nei giardini dei monasteri.
In altre zone, invece, queste piante sono considerate dannose per l'alimentazione del bestiame in quanto hanno un basso contenuto nutritivo.
Oggi è un’erba poco usata poiché esistono rimedi più efficaci. In ambiente erboristico questa pianta viene anche chiamata radice di giunco.
Infine, si fa un ultimo e forse più frequente utilizzo del Camaleone come pianta ornamentale nelle composizioni floreali di fiori secchi.
COMMENTI SULL' ARTICOLO