arieggiatura

Domanda : arieggiatura

Vorrei arieggiare il mio prato nelloe prossime settimane, perchè è due anni che non lo faccio, ma ha parecchi infestanti,come posso procedere?
arieggiatore

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Risposta : arieggiatura

Gentile Mauro,

praticare l’arieggiatura con regolarità, e quindi due volte all’anno, permette di contenere in modo intelligente anche la diffusione delle erbe infestanti, visto che molte di esse vengono tagliate e spesso anche rimosse tramite questa operazione. Se poi intendi praticare l’arieggiatura a fine inverno o inizio primavera, meglio ancora; in questo periodo dell’anno le piante infestanti sono in pieno rigoglio (così come le piccole piante che costituiscono il tappeto erboso), il fatto di tagliarle e di riuscire ad estirparne una gran parte, ci permette di controllarle meglio, in quanto le operazioni di arieggiatura rimuovono la gran parte dei fiori e dei semi delle piante infestanti, controllandone automaticamente anche la popolazione.

Quindi ti consiglio di praticare l’arieggiatura, e magari intervenire anche con una risemina del prato, nelle zone dove si è un poco svuotato; in questo modo oltre a levare fiori e semi dalle infestanti, permetterai di dare un vantaggio alle graminacee del prato nella corsa alla sopravvivenza: un prato sano e folto è più difficile da insidiare da parte delle erbe infestanti.

Se invece la quantità delle piante infestanti è massiccia, allora prima di arieggiare il prato, utilizza un diserbante selettivo su tutto il tappeto erboso, e permetti alle infestanti di disseccare: l’operazione di ariueggiatura permetterà di rimuovere anche le infestanti secche o eventuali infestanti morenti.

E un prato arieggiato è sicuramente più sano; con l’arieggiatura andiamo a rimuovere muschio e erbe infestanti con radici poco profonde; oltre a questo rimuoviamo il feltro, che consiste nel materiale che cade tra le piantine di erba del prato, dove rimane e si compatta, producendo un fitto strato compatto, che spesso non permette ad acqua e fertilizzanti di raggiungere il terreno. Il feltro si costituisce nell’arco dei mesi, ed è composto da un poco del materiale di risulta che on riusciamo ad asportare dopo aver tagliato l’erba, dalle foglie di graminacee che disseccano, da resti di foglie secche.

Levando il feltro diamo maggiore aria e respiro al prato, e anche al terreno su cui poggia.

Si procede tagliando il prato con la tosaerba, al livello più basso possibile, in modo che il feltro sia più vicino possibile all’aria; quindi si passa l’apposito rastrello arieggiatore, o anche un arieggiatore elettrico o a scoppio, dipende da quanto terreno dobbiamo trattare, ma anche da quanto tempo non pratichiamo l’arieggiatura: sicuramente il rastrello è lo strumento che più difficilmente intacca il feltro in profondità, in quanto tale operazione dipende da quanto sforzo siamo in grado di impiegare nell’operazione; con gli appositi macchinari invece, il lavoro viene eseguito più in profondità e con maggiore regolarità. Passando sul prato vedremo emergere erba secca, paglia, muschio e erbe infestanti, che vanno in seguito rimossi. Dopo aver arieggiato, il momento è propizio per spargere del terriccio per tappeti erbosi, soffice e ricco di fertilizzante, e per riseminare il prato.

In seguito, lascia che il prato si sviluppi per controllare se sono ancora presenti piante infestanti, nel tal caso procedi con un diserbante idoneo.

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