Ibisco - Hibiscus
Al genere hibiscus appartengono svariate decine di specie, tra cui arbusti, piante annuali, erbacee perenni ed anche piccoli alberi; la gran parte delle specie di ibisco sono originarie dell’Asia, ma cene sono anche provenienti dal nord America, dall’Africa e dall’Europa. In Italia, nei nostri giardini, sono presenti solo alcune specie, ma la loro bellezza ci ha portati a produrre numerosissimi ibridi. Mentre in Italia si tratta prettamente di una pianta ornamentale, in Africa e in Asia, l’ibisco ha svariati usi; i fiori di questa pianta sono commestibili, e vengono utilizzati in insalate, ma anche come colorante naturale. Anche il fogliame di alcune specie viene utilizzato, in genere bollito o cotto al vapore.
Molto noto è l’utilizzo dei fiori di hibiscus sabdariffa nella preparazione di infusi, tutti conosciamo il karkadè, che è facilmente reperibile anche nei negozi italiani: è preparato con i fiori essiccati di questa varietà di ibisco di origine Africana, e viene a tale scopo utilizzato in tutto il mondo, specialmente in Africa (karkadè nella zona mediterranea), in Asia (gudhal in India)e in sud America (gongura, in Brasile). Altre specie di hibiscus vengono coltivate per altri scopi, ad esempio Hibiscus cannabinus è una specie annuale o biennale, erbacea, che produce lunghi fusti sottili, simili a canne di bambù, che in una sola stagione vegetativa possono raggiungere i tre metri di altezza; da tali canne si ottengono fibre utilizzabili per produrre carta o tessuti.
Specie diffuse in Italia
Viene anche comunemente chiamato Ibisco sempreverde, perché le sue grandi foglie dal margine ondulato, lucide e scure, sono persistenti sull’arbusto, e cadono solo in caso di siccità estrema durante i mesi invernali. In effetti nei vivai italiani, piuttosto che esemplari appartenenti alla specie, troviamo alcune varietà ibride, con grandi fiori dai colori sorprendentemente intensi; i fiori di ibisco sempreverde sono enormi, a forma di trombetta, e vengono prodotti da un arbusto abbastanza disordinato, che in genere non supera gli 80 cm di altezza. I fusti sottili e ben ramificati sono di colore scuro, quasi nero, e risaltano tra il fogliame. I fiori vengono sbocciano ed appassiscono in una sola giornata, e in genere sono privi di profumo; una singola pianta però può produrre decine di fiori, con una fioritura che perdura per molte settimane, dalla primavera inoltrata fino all’autunno.
Sono piante abbastanza esigenti, che necessitano di essere poste a dimora in un luogo ben luminoso, possibilmente con qualche ora di luce solare diretta ogni giorno. Prediligono un terreno fresco, ben drenato e ricco di materia organica. Si coltivano spesso in vaso, in quanto possono temere il freddo invernale molto intenso; esistono però varietà ibride molto resistenti al freddo, che possono sopportare temperature invernali inferiori ai -5°C.
Nelle zone con inverni freddi l’ibisco sempreverde viene tenuto in casa per tutto il periodo in cui le temperature minime sono inferiori ai 10°C; preferibilmente sarebbe opportuno evitare di tenere queste piante in appartamento, e posizionarle in un vano scale poco riscaldato, o su un terrazzo, al sole, in luogo protetto. A fine autunno, per favorire uno sviluppo più compatto dell’arbusto, si pota abbastanza vigorosamente, in modo da stimolare, la primavera successiva, la produzione di molte ramificazioni laterali.
I fiori di ibisco rosa-sinensis sono disponibili in vivaio in tutte le tonalità, dal bianco candido al rosa, dal giallo al rosso sangue; gli ibridi presentano colori particolarmente intensi e spesso fiori decisamente molto grandi.
- Arbusto a foglie caduche, originario dell’Asia, molto diffuso in coltivazione come pianta ornamentale, nei giardini e come arredo urbano. Ha portamento eretto, ben ramificato, e raggiunge i 2-3 metri ...
- L' ibisco è un arbusto di medie dimensioni, ma spesso può presentarsi anche sottoforma di erbacea perenne. L'hibiscus coccineus è una pianta originaria dell'America settentrionale che produce sottili ...
- Pianta erbacea perenne a foglie caduche, originaria dell'Asia e del continente americano; questi arbusti sviluppano fusti legnosi eretti, alti 80-150 cm, ricoperti da una sottile peluria, che portano ...
- Il nome deriva dal greco; probabilmente fu assegnato da Dioscoride, il più famoso medico dell’antichità, vissutonel primo secolo dopo Cristo. Notizie più precise ci sono state riportate da Ghislain ...
Meglio conosciuto come ibisco da giardino, si tratta di una specie di ibisco originaria dell’Asia, molto resistente al freddo, con foglie decidue. Gli arbusti sono grandi, e possono raggiungere rapidamente i 150-170 cm di altezza, se non potati; hanno foglie leggermente ruvide, di colore verde medio, non particolarmente decorative; a partire dalla primavera, fino a fine autunno, gli arbusti di ibisco producono numerosissimi fiori, a forma di trombetta, di colore bianco, rosa o lilla; esistono ibridi a fiore doppio o stradoppio, in genere di colore abbastanza vistoso, rispetto a quelli delle piante non ibride, che mantengono una colorazione quasi pastello. Questi arbusti sono molto diffusi in coltivazione nei giardini italiani ed europei, in quanto sopravvivono e fioriscono anche in condizioni poco favorevoli, producendo comunque abbondanti fioriture.
Prediligono terreni ben drenati, ma sopportano bene anche condizioni caratterizzate da alta umidità o da siccità che si protrae nel tempo. Non necessitano di copertura invernale, in quanto sopportano temperature anche vicine ai -15°C.
Preferiscono però posizioni ben soleggiate, altrimenti tendono a divenire poco fioriferi; per migliorare l’aspetto generale dell’arbusto, ina autunno si accorciano tutti i rami di circa la metà, altrimenti con il passare degli anni l’ibisco tende a svuotarsi nella parte bassa.
Durante i mesi invernali l’ibisco perde tutto il fogliame, che lascia i fusti grigi e lisci completamente vuoti; l’aspetto abbastanza triste dell’arbusto durante i mesi freddi, viene completamente scordato all’arrivo dei primi fiori primaverili.
Grande pianta erbacea originaria dell’America settentrionale; i fusti sono sottili, eretti, e poco ramificati, e portano grandi foglie palmate e finemente incise, che ricordano molto la cannabis, di colore scuro e lucido. Durante i mesi estivi, tra le foglie, sbocciano grandi fiori di colore rosso acceso. La pianta vegeta da metà primavera, producendo un cespo di fusti eretti, fino a fine autunno, quando dissecca completamente, per rispuntare l’anno successivo. Questa pianta si pone a dimora in luogo semiombreggiato, dove la luce solare la raggiunga solo nelle ore più fresche del giorno; on si tratta di una pianta delicata, e quindi può venire coltivata in giardino per tutto l’arco dell’anno. In una singola stagione vegetativa un ibisco coccineo può svilupparsi fino al metro di altezza, producendo innumerevoli grandi fiori; risulta quindi un’ottima scelta come pianta di fondo nell’aiola delle annuali, o anche posta come esemplare singolo o tra gli arbusti del bordo misto.
Altro arbusto di origine nord Americana, si tratta quasi di una pianta acquatica, in quanto in natura questa pianta si sviluppa lungo le rive dei fiumi, o nei pressi di stagni ed acquitrini; anche questo ibisco perde il fogliame in inverno, ed è molto resistente al freddo, sopportando temperature minime vicine ai -10°C. Produce grandi foglie verdi, leggermente ruvide, di forma varia, da lobate a semplicemente con il margine leggermente ondulato; i fiori sono api, spesso presentano il centro in colore contrastante a quello dei petali. Si pongono a dimora in un buon terreno soffice e sciolto, di media fertilità, in un luogo soleggiato, o semiombreggiato; più viviamo in una zona con temperature estive molto alte e clima siccitoso, e più è consigliabile posizionare il nostro ibisco in ombra parziale, in quanto questi ibischi non amano particolarmente la siccità.
Gli ibischi tendono ad auto ibridarsi tra loro con grande facilità, ovviamente gli ibridatori hanno saputo sfruttare al meglio questa caratteristica, tanto che oggi esistono molte varietà di ibisco imparentate con hibiscus moscheutos, e con alcune altre specie, ma risulta difficile sapere quali siano i progenitori di tali ibridi, che manifestano una forte resistenza al freddo.
La maggior parte delle specie di hibiscus sono originarie di zone umide: paludi, acquitrini, rive dei fiumi; per questo motivo, le annaffiature sono sicuramente un punto dolente equando si tratta di coltivare queste piante. A parte l’ibisco syriacus, che tende a sopportare assai bene la siccità, la gran parte delle altre specie coltivate in giardino tendono a necessitare di annaffiature abbondanti e regolari, per tutta la stagione vegetativa. In genere il consiglio è sempre lo stesso: annaffiamo quando il terreno è asciutto; ma nel caso di alcune specie di ibisco sarebbe anche opportuno annaffiare regolarmente, anche quando il terreno sta per asciugarsi.
Se lasciati all’asciutto, anche solo per qualche ora, questi arbusti tendono ad afflosciare le foglie, chiaro sintomo di disidratazione; altrettanto velocemente si riprendono non appena vengono annaffiati. Chiaramente tale necessità causa spesso lo svilupparsi di dannosi marciumi, perché spesso alle annaffiature regolari viene sostituita una perenne vita in ammollo, che non risulta salutare per le radici delle piante. Quindi, non è necessario tenere le piante con un terreno sempre fradicio ed inzuppato di acqua, basta annaffiare regolarmente, evitando di lasciare la pianta all’asciutto per lunghi periodi di tempo, da marzo fino a ottobre. Le piante che rimangono all’aperto, in genere poi tendono ad accontentarsi delle piogge, durante i mesi freschi. Per quanto riguarda l’hibiscus rosa-sinensis, può necessitare di annaffiature anche durante i mesi invernali, ma sicuramente dovremo diradare di molto le forniture di acqua.
Da aprile a settembre, ricordiamo di sciogliere un poco di concime per piante da fiore nell’acqua delle annaffiature, ogni 12-15 giorni.
L’ibisco si sviluppa molto bene per seme; ai fiori succedono piccole capsule legnose, che al momento della maturazione esplodono, spargendo i semi per il giardino; se desideriamo conservare la gran parte dei semi del nostro ibisco, dovremo coprire i frutti quasi maturi con una piccola busta, o con un sacchettino di carta, in modo che i semi non vengano dispersi. Ovviamente, il risultato della semina dipenderà molto da quale ibisco abbiamo in giardino; se si tratta di un’esemplare appartenente ad una specie, allora le giovani piantine saranno identiche alla pianta madre; più probabilmente però avremo un ibrido, e quindi difficilmente i fiori delle nuove piante saranno proprio come quelli della pianta madre, più probabilmente avranno un colore randomico, e difficilmente manterranno qualità quali dei fiori doppi, o un colore inusuale.
Nel caso di alcune varietà poi, non sapremo neppure le caratteristiche del fogliame: molte varietà ibride di hibiscus moscheutos hanno origini troppo incerte per poterci dare indicazioni.
Molte varietà di hibiscus rosa-sinensis poi sono sterili, e quindi non potremo ottenere dei semi utili.
L’ibisco si semina in autunno, tenendo prima i semi in frigorifero per almeno quattro settimane, oppure si semina direttamente a dimora a fine inverno. I semi vanno tenuti in luogo caldo, umido e dovrebbero ricevere una buona luminosità, ma non luce solare diretta. Per mantenere sempre il terreno umido è consigliabile vaporizzare spesso la superficie, piuttosto che annaffiarla dall’alto, per evitare che la caduta dell’acqua vada a spostare il terriccio ed i semi.
Se desideriamo propagare una pianta di ibisco dai fiori particolari, sicuramente la talea è il metodo migliore; infatti tramite talea produciamo una sorta di clone della pianta madre, con cui condivide quindi tutte le caratteristiche, anche se molto particolari; se quindi abbiamo un ibisco sempreverde con enormi fiori gialli, una talea ci permetterà di ricavare una pianta identica, per fogliame e fioritura.
Le talee possono venire prodotte di due tipi:
- Le talee semi legnose si preparano in primavera, prelevando glia pici dei nuovi rami, scegliendo quelli più sani, e privi di fiori. Si asportano glia pici, e si tagliano a forma di cuneo nella parte bassa; si immergono nell’ormone radicante, e si pongono in terra da talea, umida e fresca.
-Le talee legnose si prelevano in estate inoltrata, prendendo gli apici dei rami già lignificati, anche in questo caso sono da preferire i rami che non hanno prodotto fiori; si prende una talea, si taglia a cuneo nella parte bassa e si immerge prima nell’ormone radicante e poi in terra.
Prima di venire interrate, le talee vanno defogliate, ovvero è bene staccare le foglie nella parte bassa, mantenendo solo una o due foglie nella parte apicale; se le foglie sono molto grandi, è bene tagliarle a metà, ovvero asportare la metà più lontana dal rametto.
Il terreno adatto è costituito da torba e sabbia mescolate, e annaffiate bene, in modo che la torba si reidrati completamente. Una volta inserite nel terreno le talee, andremo a mantenere l’ambiente umido e abbastanza caldo, senza esporre le talee al sole. Le talee di ibisco hanno una buona percentuale di successo, e quindi non è necessario prepararne in gran numero; la radicazione è però lenta, e quindi non stupiamoci se ci vorrà anche un mese prima che la talea germogli.
Tipicamente, il primo problema che riscontriamo quando coltiviamo un ibisco è legato alle annaffiature: queste piante (a parte l’ibisco da giardino) tendono ad amare un clima umido e un terreno umido; soprattutto in piena estate, o durante i mesi invernali per gli esemplari coltivati in casa, ci troveremo spesso con il fogliame floscio, che richiede le nostre attenzioni. Corrette annaffiature, fornite con regolarità, impediscono al terreno di disseccare completamente, ed anche alle piante di soffrire per lo stress idrico.
In primavera, i giovani germogli di ibisco vengono spesso colpiti dagli afidi, che li rovinano vistosamente; tali insetti vengono facilmente debellati se utilizziamo subito un insetticida a base di piretro: uccidendo rapidamente la prima generazione, scongiuriamo l’eventualità che abbiano prodotto uova per la seconda generazione.
Durante i mesi estivi capita spesso che in clima caldo ed asciutto le foglie risultino giallastre; se la nostra pianta iene annaffiata poco, possiamo sicuramente pensare che l’ingiallimento sia dovuto alla presenza di acari, anche detti ragnetti rosi, che vanno debellati con appositi acaricidi, cercando in seguito di mantenere la pianta in un clima leggermente più umido e ventilato.
Le piante coltivate in appartamento nei mesi invernali, vengono spesso colpite dalla cocciniglia, che si annida sotto le foglie, o sotto i nodi dei rami; tale insetto si sviluppa di preferenza in zone con clima asciutto e scarsa ventilazione, e quindi la sua presenza è un chiaro sintomo di pratiche colturali poco adatte al nostro ibisco.
Un tempo al genere hibiscus appartenevano anche piante erbacee, annuali e perenni, che oggi vengono riunite nel genere Abelmoschus; si tratta di piante originarie dell’Asia, dell’Africa e dell’Australia, sempre facenti parte della famiglia delle malvacee, che presentano una fioritura molto simile a quella dell’hibisco, e con il quale vengono spesso confusi. L’abelmoschus ha fiori a trombetta di colore giallo chiaro, ben riconoscibili dal fatto che l’occhio risulta di colore scuro, quasi nero.
Queste particolari piante sono molto diffuse in coltivazione, soprattutto in Asia, perché il loro baccello allungato, raccolto ancora immaturo, viene utilizzato nell’alimentazione. Il nome comune più diffuso dell’abelmoschus è infatti Okra: si tratta di una verdura, che fisicamente ricorda molto il cetriolo, pur avendo il corpo più spigoloso, o anche un lungo peperoncino. L’okra si consuma cotta, ed è una tipica verdura asiatica.
Gli abelmoschus hanno fogliame lineare o lanceolato, e sono tutti erbacei, annuali e perenni; non formano quindi un vero e proprio arbusto, anche se in una sola stagione vegetativa possono divenire di grandi dimensioni, presentando molti fiori grandi, e fusticini ramificati di colore scuro.
COMMENTI SULL' ARTICOLO