Pianta di mirto
Il nome scientifico della pianta di mirto è Myrtus communis: il genere "myrtus" deriva dalla parola greca "mýrtos", che ricorda "mýros" (profumo), a sottolineare la piacevole fragranza emanata da questo genere di pianta; l'attributo "communis" (comune) serve invece a ricordare quanto sia diffusa. Si tratta di un piccolo arbusto sempreverde, con una corteccia che passa dalle tonalità del rosso a quelle del grigio, in funzione dello stato di sviluppo della pianta. Possiede delle lunghe foglie ovali, di un verde particolarmente scuro e prive di peluria; i fiori sono invece solitari, di colore rosa o bianco, dotati di un intenso profumo e una forma a raggiera, che mostra l'insieme degli stami. Infine, i frutti sono delle bacche di colore rossastro, bianco o violaceo, che rappresentano un valore aggiunto all'ornamentalità della pianta.
Il mirto non è affatto una specie difficile da coltivare, se si fa attenzione a pochi, semplici accorgimenti. Si tratta di una pianta adatta ai climi temperati, se non addirittura aridi, ma nonostante questo può resistere ai rigori dei freddi invernali, se posta al riparo dalle intemperie: quindi, non preoccupatevi dell'esposizione diretta ai raggi solari, può sopportare il sole cocente, così come la mezz'ombra. Il terreno ideale è quello arido e sassoso, a pH neutro o acido, mentre non ha vita facile in terreni ricchi di calcare e che non siano drenati. Nonostante sia una specie abituata ai climi aridi, ha bisogno di una regolare annaffiatura (ogni dieci giorni), particolarmente durante l'estate. Una scarsa irrigazione, può influenzare negativamente la qualità delle sue bacche.
Se si è deciso di coltivare in vaso, arriverà sempre il momento del rinvaso. In particolare ci saranno due momenti per effettuare quest'operazione: al termine della stagione invernale e nel momento in cui le dimensioni del vaso originale non dovessero essere più sufficienti. Proprio in virtù della notevole vigoria radicale, si consiglia di munirsi di vasi di grandi dimensioni. I concimi di cui la vostra pianta avrà bisogno sono quelli liquidi, ricchi soprattutto in azoto e potassio. Il primo elemento favorirà la vegetazione, il secondo l'apporto di tutti quegli elementi necessari ad un normale sviluppo del pianta. Si consiglia di concimare tra maggio e settembre. Invece, marzo sarà il mese della potatura, da effettuare soltanto sui rami secchi ed inutili dell'anno precedente: questo contrasterà il portamento cespuglioso e disordinato e ringiovanirà la pianta.
La moltiplicazione di questa particolar specie può avvenire per talea e anche per semina. Nel primo caso, sarà sufficiente prelevare alcuni rami a fine estate ed interrarli durante l'autunno: si otterranno piantine vigorose quanto la madre. Nel secondo caso, sarà necessario interrare i semi tra dicembre e gennaio: lo svantaggio di questa metodica consiste nel fatto che i semi genereranno piantine più deboli rispetto alla madre. I principali nemici di questa pianta sono rappresentati da afidi e funghi. I primi possono causare una perdita di linfa nel mirto, i secondi una serie di patologie, come l'oidio, che si manifesta con la distribuzione di una polvere bianca sulle foglie. Queste malattie sono contrastabili con il corretto apporto di acqua e concime, oppure intervenendo con anticrittogamici nei casi più seri.