Settembrini - Aster naovae-angliae
Durante i mesi estivi gran parte delle perenni da giardino hanno esaurito la loro fioritura, talune addirittura sono già in riposo vegetativo, a causa del caldo, anche se riprenderanno leggermente lo sviluppo con le piogge autunnali; per ottenere ottime fioriture ogni anno, anche in agosto e settembre, possiamo coltivare i settembrini che, come dice il nome, fioriscono proprio durante le ultime settimane d' estate, fino all'inizio dell'autunno. Si tratta di varie specie di Astri, coltivate anche nei giardini del secolo scorso, per la fioritura abbondante e la facilità di coltivazione.
Generalmente con il termine settembrini si intendono gli aster novae angliae ed i novi belgi; in effetti però esistono molte varietà di astri a fioritura tardo estiva ed autunnale;
Aster dumosus
Aster novi belgi
Aster novae angliae
Aster tripolium
Aster diffusus
Aster divaricatus
Aster tataricus
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Gli aster sono erbacee perenni, vivaci, molto diffuse nei nostri giardini. Sono apprezzate per la facilità di coltivazione e la particolarità di fiorire in autunno. Fanno parte della famiglia delle Compositae e contano più di 250 specie. Alcune sono native dell’Europa, ma le più decorative derivano da varietà provenienti dall’Asia e dal continente americano. Bisogna precisare che vi sono enormi differenze tra una cultivar e l’altra sia nel portamento sia nelle dimensioni. Sarà quindi necessario descriverle singolarmente. Le modalità di coltivazione, invece, variamo pochissimo e quindi possiamo trattarle unitamente.
Si tratta di piante perenni di facile coltivazione; hanno uno sviluppo cespuglioso, che raggiunge i 40-90 cm, a seconda delle specie. I fusti sottili, legnosi o semilegnosi, sono densamente ramificati e portano piccole foglie caduche. I fiori sono a margherita, e contano numerosissimi petali; in genere i settembrini si trovano nelle tonalità del rosa e del lilla, ma esistono varietà a fiore bianco, con il centro giallo. Ogni pianta produce innumerevoli fiori, di dimensioni medie, producendo ampie macchie di colore.
In genere nelle zone con inverni rigidi la parte aerea dissecca in inverno, per ricominciare a svilupparsi a partire dalla primavera inoltrata.
Si tratta di piante poco esigenti, che si sviluppano in luoghi soleggiati o semiombreggiati, e si adattano anche alla comune terra da giardino. Per fioriture sempre abbondanti è consigliabile coltivare gli astri in un buon terreno ricco e ben drenato, e fornire del concime organico a fine primavera.
Generalmente queste piante non vengono colpite da parassiti o da malattie. Quasi tutte le varietà risultano molto resistenti ad insetti e a problemi di natura crittogamica. Purtroppo però una delle più diffuse, la novi-belgii, è suscettibile a muffe e ad attacchi di acari.
Di solito vengono colpiti durante l’estate, specie se calda e secca, dall’oidio: l’effetto più frequente è il disseccamento delle foglie basali. Si tratta solo di un danno estetico che può essere camuffato comprendo quella parte con altre erbacee più basse: non comportano una sofferenza tale da compromettere seriamente la salute della pianta.
Bisogna invece intervenire con decisione nel caso si notasse la presenza di acari. Causano un danno estetico nel fiori e la comparsa di macchie sulle foglie. Se l’attacco è di lieve entità si può intervenire con un acaricida. Se l’attacco fosse serio si renderà purtroppo necessario l’espianto dell’esemplare e la sua attenta eliminazione. Questo per evitare che il parassita si diffonda ulteriormente nel nostro giardino. Purtroppo vi sono molte altre piante sensibili e potrebbe causare innumerevoli danni. Un altro pericolo effettivo sono gli attacchi di chiocciole e lumache durante la primavera e l’estate. Purtroppo queste piante risultano essere tra le loro preferite, specie quelle che allo spuntare hanno fusti poco legnosi. Se non si presta attenzione si rischia davvero di perdere anche esemplari che diventerebbero di grandi dimensioni. E’ quindi consigliabile spargere costantemente delle esche lumachicide in maniera da avere una continua protezione.
Di solito sono poco esigenti sotto questo aspetto. Si adattano ai più svariati suoli: dal sabbioso all’argilloso. Certamente però per avere i migliori risultati è bene puntare su di un substrato alcalino, ricco in materia organica e comunque piuttosto pesante. Per ovviare ai problemi di ristagno idrico che potrebbero derivarne è sempre meglio, sia in piena terra sia in vaso, approntare un buon strato drenante.
Il periodo migliore per acquistare e mettere a dimora i nostri settembrini è senza dubbio l’inizio della primavera. Di solito non subiscono shock da trapianto, anche grazie alle abbondanti piogge che caratterizzano quei mesi. Vengono di solito venduti in vasetti di piccolo diametro. La buca per l’inserimento deve essere grande almeno il doppio del pane di terra. Sul fondo è bene predisporre uno spesso strato di ghiaia e poi uno di stallatico maturo o altro ammendante organico. Dopo qualche manciata di terriccio (per evitare contatti diretti tra le radici e il concime) si può inserire la pianta e il rimanente substrato compattando bene l’area. Irrigare abbondantemente. Può capitare di trovare in vendita in fiere o anche in negozi (specie alla fine dell’inverno) sacchetti con soltanto la radice della pianta. Può essere una buona opportunità perché di solito ne nascono piantine piccole, ma rigogliose. E’ solo necessario almeno per il primo anno farle crescere in piccoli vasetti e trasferirle nella posizione definitiva nella primavera successiva.
La coltivazione definitiva in vaso si può effettuare si può effettuare solo nel caso di cultivar dalle dimensioni modeste e comunque, visto che si tratta di piante molto vigorose, si renderà necessario l’utilizzo di contenitori molto grandi e frequenti divisioni. Ricordiamoci di usare un composto non troppo leggero e torboso. L’ideale è metà terra da giardino e metà buon terriccio commerciale. Come sempre fare in modo che l’acqua non ristagni è di vitale importanza.
I settembrini prediligono senza dubbio un’esposizione in pieno sole-mezz’ombra. Se l’ombra fosse troppo fitta possono crescere troppo filati o stentati e comunque fiorire poco.
Sono piante che amano il terreno fresco e infatti il loro habitat di provenienza è il margine dei boschi di montagna. Queste condizioni si possono ottenere tramite l’utilizzo di un substrato adeguato e frequenti irrigazioni, soprattutto in primavera. Precisiamo però che queste sono particolarmente necessarie nel Centro-Sud dove le temperature sono piuttosto alte già da aprile e le precipitazioni possono essere scarse. Nel Nord e nelle zone alpine ed appenniniche, invece, raramente è necessario intervenire, se non qualche volta durante l’estate (specie se fosse molto siccitosa).
Se vogliamo stimolare la crescita e la fioritura dei nostri settembrini è bene in primavera spargere qualche manciata di buon stallatico pellettato o in polvere. Ogni tre mesi, da marzo a settembre, si può distribuire del concime granulare a lenta cessione per piante fiorite, con un alto tenore di potassio. Questo stimolerà l’emissione di molti steli florali e accentuerà la colorazione dei “petali”.
Come per tutte le vivaci si ha durante l’inverno il disseccamento dei fusti. Alcuni preferiscono tagliarli già alla fine dell’autunno: a mio parere è meglio aspettare che la pianta completi il proprio ciclo in autonomia. Si eviterà che con le piogge i fusti possano essere attaccati da marciumi (per giungere velocemente alle radici). Inoltre potremo godere della loro visione durante la stagione fredda, magari con splendidi depositi di brina. Verso marzo sarà poi bene procedere eliminando i fusti all’altezza di circa 5-10 cm. Un altro importante accorgimento, per gli esemplari alti, è l’adozione di sostegni solidi e inseriti in profondità nel terreno. Alcune di queste piante, col tempo, possono raggiungere i due metri di altezza con tantissimi fiori. Il peso quindi si farà notevole. L’aiuto di vari tutori e legature solide aiuteranno a contrastare l’azione del vento e delle piogge. Per i settembrini ricadenti e striscianti è sempre bene scegliere di metterli a dimora dove vi è una discesa o dove possano almeno allungare un poco nel vuoto i loro rami. In questa maniera saranno davvero valorizzati al meglio.
La moltiplicazione dei settembrini è piuttosto semplice. Il metodo che dà risultati più sicuri è senza dubbio la divisione. Di solito, essendo piante molto vigorose, va effettuata al massimo ogni tre-quattro anni, pena il veder fiorire di meno la pianta. Va effettuata in autunno (dopo la fine delle fioriture) o all’inizio della primavera. E’ necessario estrarre il cespo dal terreno e dividerlo in sezioni , ognuna dotata di qualche radice. Per qualche tempo è bene tenerle in vaso, poi possono essere trasferite a dimora. La semina si può effettuare in primavera e di solito non è per nulla complicata, al punto che alcune varietà per autodisseminazione possono anche diventare invasive. L’importante è porre i semi su di un composto leggero e tenerli in un ambiente umido e luminoso fino alla germinazione. Le piantine, quando raggiungono una decina di cm di altezza, vanno cimate in maniera che la pianta diventi meglio accestita.
Aster amellus ha cespi ordinati e legnosi, foglie lanceolate verde grigio, resistenti all’oidio. I fiori sono piuttosto grandi e i colori vanno dal lavanda al rosa intenso. Vuole pieno sole e terreno ricco e calcareo, ma ben drenato. Vi sono anche varietà piuttosto piccole adatte alla coltivazione in vaso. L’altezza va dai 40 agli 80 cm
Aster cordifolius ha cespi legnosi e robusti con foglie a forma di cuore. Gli steli florali sono ramificatissimi e portano fiori di piccole dimensioni, molto numerosi di solito lilla o bianchi. Tollera la leggera ombra. Di solito l’altezza definitiva è intorno ad 1,5 metri. Cultivar interessanti sono: Elegans, silver spray, sweet lavender.
Aster elicoides forma degli steli florali arcuati e molto ordinati con foglie lanceolate. Ha fioritura tardiva. I capolini sono piccoli e a gruppi di 20, bianchi, rosa o viola. L’altezza è molto variabile, da 30 a 90 cm. Vi sono anche cultivar striscianti. Cultivar interessanti: blue star, esther, pink cloud, prostratus (strisciante) snow flurry.
Aster laterifolius ha cespi compatti e vigorosi e gli steli florali formano un bel cespuglio. I getti primaverili hanno una bella tonalità bronzata. Gli steli hanno ramificazioni laterali orizzontali e portano innumerevoli picoli fiori. Il disco centrale all’inizio è pallido. Poi diventa rosa intenso. Vogliono sole pieno. Le cultivar più interessanti sono Horizontalis, Jan e Lady in Black, Prince.
Aster novae-angliae ha cespi legnosi e molto vigorosi con foglie lanceolate. Gli steli in autunno si ramificano e portano molti fiori, fino a 4 cm di solito rosa fucsia. Va da 1 ad 1,5 metri di altezza. Producono moltissimi semi e necessitano di frequenti divisioni pena il vederli fiorire sempre meno. Sono piante un po’ disordinate e si adattano bene al giardino naturale e alle zone meno formali. Cultivar: Barr’s blue, Barr’s pink, barr’s violet, purple cloud, purple dome, Hella Lacey.
Aster novi-belgii chiamato anche a. dumosus. Pianta eretta che fiorisce sul finire dell’estate portando capolini da 5 cm su steli molto ramificati. Il colore tipico è il viola, ma vi sono anche i rosa e i bianchi. Vogliono un terreno ricco e umido e necessitano di essere divisi molto frequentemente. Purtroppo possono venire colpiti facilmente dall’oidio e dagli acari e per questo necessitano monitoraggio costante. L’altezza è molto variabile: da 30 cm a quasi 2 metri. Cultivar: Audrey, blue gown, Fair lady, lady in blue, Marie Ballard, Snowsprite.
Per i veri amanti di questa specie e per tutti quelli che sono attratti dalle notizie curiose e dai particolari, ecco alcune cose che non tutti sanno sui settembrini.
- Innanzitutto il nome latino,
aster, significa stella
- I soldati francesi utilizzavano questo fiore ed in generali gli astri per celebrare i caduti in bataglia che si erano distinti per coraggio e audacia
- I
settembrini sono una delle poche specie che non vengono mangiate dai cervi, che non sopportano il profumo ed il sapore pungente delle foglie
- In alcune zone i settembrini vengono anche chiamati margherite di San Michele, per via del loro periodo di fioritura a settembre inoltrato, periodo nel quale si celebra anche il famoso santo
- Un tempo si credeva che bruciare i settembrini contribuisse a scacciare i serpenti
- Spesso i settembrini vengono associati ai crisantemi, altri fiori stupendi di questo periodo dell'anno
- Esistono oltre 600 specie di Astri