Pachira pianta
Appartenente alla famiglia tropicale delle Bombacaceae, la pachira è una originaria dell'America meridionale, con una grandezza molto variabile. A queste latitudini l'unica specie coltivabile in serra è la varietà insignis che, mentre nei paesi d'origine raggiunge i 18 metri d'altezza, in Europa raramente supera i 3 metri. La pachira è dotata di foglie palmate con 5 e, a volte, 7 segmenti e fusti facilmente plasmabili che possono essere intrecciati per aumentare la bellezza della pianta. Fiori e frutti sono difficilmente ottenibili in vaso, mentre i suoi semi sono commestibili: il loro gusto da crudi ricorda le arachidi e possono essere essiccati e macinati per ottenere una farina utilizzata per panificare. Questa pianta non risulta particolarmente difficile da coltivare, ma ama molto l'aria: è necessario quindi che venga posta in posizione aerata, ma lontano da correnti fredde.
La pachira deve essere coltivata in casa, in posizione luminosa ma non con luce diretta - può ricevere luce solare diretta un'ora al giorno, preferibilmente di mattina presto o di sera, o sulle foglie si creeranno vere e proprie ustioni che danneggeranno irreparabilmente la pianta. Le sue foglie devono essere tenute pulite e libere da polvere, ma non si deve utilizzare mai un lucidante fogliare.Temperatura e terriccio: la pachira non sopporta temperature inferiori ai 18° C e richiede un alto tasso d'umidità, quindi conviene utilizzare un terriccio fibroso dotato di un'alta capacità di trattenere l'umidità, mischiato a terra di foglie. D'estate, una volta stabilizzatesi le temperature, la piantina potrà essere posta all'aperto, in posizione ombrosa ma luminosa, prestando sempre attenzione alla luce solare diretta.
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Non è facile trovare un giusto equilibrio nell'innaffiatura di questa specie: un'irrigazione scarsa porta le foglie a seccarsi in punta, mentre un'annaffiatura eccessiva può causare la caduta delle foglie ancora verdi e provocare marciume radicale. In ogni caso, in primavera/estate va innaffiata abbondantemente, ma senza esagerare, con acqua non calcarea, prestando attenzione a che nel sottovaso non rimangano ristagni. D'inverno, ridurre l'irrigazione, mantenendo comunque sempre umido il terriccio. Un buon trucco consiste nell'infilare un dito nella terra del vaso e accertarsi che i primi due centimetri di terriccio siano asciutti, prima di innaffiare nuovamente. Per brevi assenze - o per i più distratti - è consigliato l'impiego di vasi a riserva d'acqua, che permettono l'innaffiatura una sola volta al mese.
Generalmente risulta abbastanza inattaccabile dalle malattie gravi.Può essere infestata da alcuni parassiti come la cocciniglia (macchie biancastre sulla parte inferiore delle foglie), il ragnetto rosso (le foglie iniziano a ingiallire, si accartocciano e cadono, presentando sulla superficie inferiore piccole ragnatele) e gli afidi (piccoli insetti mobili biancastri) - in questo caso necessiterà di un trattamento antiparassitario adeguato.Come si è detto prima, il fatto che le foglie si secchino in punta e poi per tutta la lunghezza fino a cadere, indica scarsa irrigazione, risolvibile aumentando la frequenza delle innaffiature e delle nebulizzazioni. Se, al contrario, l'apice delle foglie appare mollo e scuro mentre la parte restante ingiallisce, ciò indica un eccesso di acqua, risolvibile riducendo le innaffiature.
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