La siepe di Faggio
Le siepi più diffuse oggi sono senz’altro quelle di lauroceraso, di photinia o di cipresso di Leyand. Sono una scelta popolare perché uniscono l’economicità ad uno sviluppo rapido, risultando inoltre sempreverdi. Vale però la pena di prendere in considerazione anche altri alberi, magari a foglia caduca. Oltre a cambiare il loro aspetto nel corso dell’annata, si integrano magnificamente nel paesaggio sia campestre sia cittadino. Sono inoltre molto apprezzati dalla fauna che non di rado li sceglie come dimora (specialmente i piccoli uccelli) rendendo più animato il nostro giardino.
Tra le latifoglie spicca sicuramente il faggio comune, disponibile sia nella specie sia nella cultivar a foglia rossa (“atropurpurea”). È estremamente semplice da coltivare, resistente e vigoroso: se a questo aggiungiamo la bellezza del fogliame, capace di resistere sui rami anche tutto l’inverno, non potremo che essere invogliati a prenderlo in considerazione.
Il faggio è usato da secoli nella creazione di siepi naturali o formali. Molti fattori lo rendono una scelta felice. Prima di tutto si tratta di un albero estremamente ornamentale grazie al magnifico fogliame dal margine ondulato. Nella specie è inizialmente verde chiaro per poi scurirsi e infine farsi bruno in autunno. La cultivar “Atropurpurea”, molto diffusa, ha le foglie tendenti al rosso violetto e può essere utilizzata in purezza o mescolata alla specie. Anche se è considerato deciduo tende a non spogliarsi durante l’inverno, se non in caso di forti gelate e nelle zone alpine, al di sopra dei 1000 m s.l.m.
Altro punto a suo favore è la crescita vigorosa che consente, in breve tempo, di ottenere muri verdi ben compatti: lo sviluppo va dai 30 ai 60 cm ogni anno.
Si rivela ideale in molti tipi di suolo (specialmente se calcarei e dotati di ottimo drenaggio) e sopporta bene esposizioni assolate e leggermente ombreggiate. È poi una scelta di primordine per le aree ventose: le tollera egregiamente e forma barriere molto efficaci.
Orientiamoci su altre essenze ,viceversa, se viviamo in aree molto fredde e il nostro terreno è argilloso e compatto.
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Il periodo migliore per mettere a dimora il faggio è l’autunno. Procedendo verso ottobre-novembre accresceremo le probabilità di attecchimento e avremo una crescita più vigorosa già dall’inizio della primavera. È in più una scelta conveniente dal punto di vista economico: durante il riposo vegetativo le piante possono essere vendute a radice nuda. Saranno quindi più a buon prezzo e facilmente trasportabili
Quelle in vaso possono essere inserite in qualsiasi periodo dell’anno, ad eccezione di luglio e agosto, ma vanno seguite più assiduamente con le irrigazioni.
Presso i vivai si trovano alberelli di tutte le dimensioni: quelle più grandi costano di più, ma possiamo effettuare un impianto più largo. Teniamo però presente che il faggio ha una crescita veloce e la siepe si “chiuderà” in ogni caso velocemente, specialmente se creeremo la classica doppia fila.
I risultati migliori e più veloci si ottengono inserendo un esemplare ogni 50 cm, specialmente se si tratta di alberelli al di sotto del metro di altezza. Le piante più grandi possono essere distanziate maggiormente, anche fino a 80 cm. Per ottenere una siepe eccezionale, spessa e molto schermante (dagli sguardi e dal vento) si consiglia di effettuare un impianto su due righe parallele, distanti circa mezzo metro.
Si consiglia di lavorare in una giornata non troppo fredda o calda e neanche con la pioggia. Le piante a radice nuda attecchiscono meglio se l’apparato radicale viene prima reidratato: mettiamole in un secchio con acqua, un po’ di terriccio e poco stallatico.
Lavoriamo l’area creando delle buche profonde almeno 50 cm. Se il terreno risultasse un po’ compatto inglobiamo un po’ di sabbia e stallatico sfarinato ben stagionato.
Infine controlliamo le radici, accorciamole leggermente ed eliminiamo quelle danneggiate o con marciumi. Inseriamo le piantine nel terreno e copriamo fino al colletto con terriccio, creando un avvallamento ad anello, a circa 5 cm dal tronco. Irrighiamo abbondantemente.
Durante i primi tre anni dovremo seguire i faggi con una certa assiduità. Le irrigazioni devono essere abbondanti, almeno settimanali. Per ridurre l’evaporazione e evitare le infestanti è bene approntare una spessa pacciamatura al piede. Distribuiamo stallatico sfarinato in autunno; in più è utile un concime a lenta cessione per piante verdi, a fine inverno e metà estate.
Nei primi anni dovrà essere abbastanza assidua, per ottenere velocemente piante fitte. Cerchiamo di dare una forma stretta alla base e più allargata mano a mano che si sale.
Le piante adulte vanno trattate due volte all’anno, a fine giugno e inizio settembre.
Una siepe trascurata tollera bene anche le potature più drastiche (addirittura fino alla base), utili per stimolarne il rinnovamento.
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