Lonicera fragrantissima
La Lonicera fragrantissima è un arbusto a foglie caduche di dimensioni medie, non supera i 2,5-3 metri di altezza, originario della Cina e dell'Asia orientale. Ha lunghi fusti sottili, leggermente arcuati, densamente ramificati; i nuovi rami sono di colore porpora scuro; le foglie sono ovali, lunghe 4-5 cm, di colore verde scuro, leggermente cuoiose ed opache.
In gennaio-febbraio produce numerosi fiori bianchi o crema, molto profumati, che sbocciano penduli al di sotto dei rami, spesso in gruppi di tre o quattro e che danno il nome a questa varietà. In primavera ai fiori seguono le bacche, in gruppi di 2-3, simili ad olive, di colore verde, divengono rossastre in estate. Queste piante perdono le foglie molto tardivamente, tanto che in luoghi con inverni miti possono comportarsi da sempreverdi; le foglie cadono in dicembre-gennaio, prima della fioritura.
La
lonicera fragrantissima è un arbusto non rampicante, ma dal portamento piuttosto lasso e con rami, rossicci, arcuati ed eleganti. A maturità può raggiungere i 3 metri di altezza per circa 2 di larghezza.
Si tratta di un semisempreverde, visto che il fogliame risulta caduco solo dove le temperature scendano sotto i -5°C. Le singole foglie sono ovali, coriacee, acute e a margini dentati, di color verde scuro, ma glauche sulla pagina inferiore. I fiori, tra i primi nei giardini, compaiono a Sud già a dicembre, mentre al Centro e al Nord si deve, solitamente, attendere fino a febbraio-marzo. Sono portati a 2 a 2 nelle ascelle fogliari, di color bianco crema, con intensissimo profumo: fresco, dolce e fruttato, simile per certi versi a quello del gelsomino. A questi seguono, già verso la fine della primavera, delle bacche morbide, oblunghe, di circa 6-8 mm di diametro, di color rosso o salmone, con buccia traslucida; sono molto apprezzate dalla fauna, ma tossiche per gli esseri umani.
È originaria della Cina e giunse in Europa nel 1845 grazie a Robert Fortune.
Il genere Lonicera comprende circa 180 specie provenienti da tutto l’emisfero boreale, ma in particolar modo dalle aree boschive e montane dell’Asia centrale e orientale.
Sono da sempre molto popolari per il loro portamento rampicante o arbustivo, per la bella fioritura e in modo particolare per il rinomato profumo, dalle note calde e avvolgenti.
Tra queste specie sono molti i tesori nascosti e quasi sconosciuti al grande pubblico, ma che varrebbe la pena di rivalutare e inserire maggiormente nei nostri spazi verdi. In particolare andrebbe valorizzata e resa più popolare la lonicera fragrantissima: si tratta infatti di un arbusto dal bel portamento e dai rami arcuati, capace di essere un punto di interesse in ogni periodo dell’anno. La peculiarità che la rende veramente preziosa è il fiorire durante la stagione fredda, quando il resto del giardino dorme ancora: le corolle non sono né grandi né appariscenti, ma la loro abbondanza rende l’insieme davvero gradevole. Inoltre allo schiudersi, specialmente nelle giornate più calde, verso sera, liberano nell’aria un aroma dolce, con sentori di miele, percepibile anche a metri di distanza e capace, anche da solo, di ravvivarci la giornata.
Molto amata dalle api, è nondimeno una grande attrattiva per i piccoli uccelli, che si cibano allegramente dei suoi frutti scarlatti, che compaiono più in là nella stagione.
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Per quanto riguarda l'esposizione della Lonicera fragrantissima è consigliabile porre a dimora in luogo soleggiato, o anche a mezz'ombra; le lonicere non temono il freddo invernale ed il caldo estivo. E' bene controllare che il luogo scelto per la coltivazione della pianta sia esposto alla luce solare diretta almeno per alcune ore al giorno.
Per uno sviluppo compatto ed equilibrato è consigliabile potare i rami troppo sviluppati o privi di vigore, dopo la fioritura, in primavera o in autunno, ricordandosi che queste piante fioriscono sul legno vecchio, e che quindi è consigliabile asportare porzioni dei rami giovani.
La
lonicera fragrantissima riesce a crescere piuttosto bene in tutte le condizioni di luce; il posizionamento ideale è però a mezz’ombra, magari dove risulti ben illuminata durante le ore mattutine e più riparata in quelle calde. Ciò ci consentirà di avere una crescita veloce e un’abbondante produzione fiorale. Chiaramente nel nostro paese questa collocazione sarà particolarmente consigliata nelle regioni meridionali, visto che il caldo e la scarsa umidità potrebbero causare disidratazione e scottature fogliari. Mano a mano che saliamo lungo la penisola potremo permettersi esposizioni più ardite.
LA LONICERA FRAGRANTISSIMA IN BREVE |
Famiglia, genere, specie | Caprifoliaceae, gen. Lonicera, sp. fragrantissima |
Tipo di pianta | Arbusto da fiore, fogliame semipersistente |
Altezza e larghezza a maturità | 3x2 m |
Crescita | Mediamente veloce |
Coltura | Semplice e non impegnativa |
Colore dei fiori | Bianco, crema, rosa |
Rusticità | Molto rustico, fino a -30°C |
Terreno | Ricco, profondo, fresco; tollera il calcare e i suoli poveri |
Esposizione | Mezz’ombra; tollera anche il pieno sole e l’ombra leggera e media |
Umidità del suolo | Sempre leggermente umido |
Propagazione | Talea, propaggine |
Utilizzo | Siepe libera, arbusto isolato, bordure miste, vaso |
Le piante di Lonicera fragrantissima possono sopportare anche periodi di siccità e si accontentano delle piogge. Nella stagione estiva è bene intervenire con maggiore regolarità, fornendo acqua quando il terreno si è asciugato, in modo di garantire il giusto apporto idrico alla pianta. In autunno interrare ai piedi della pianta del concime organico ben maturo, oppure spargere sul terreno del concime granulare a lenta cessione.
Anche nella fase di messa a dimora è bene disporre sul fondo dello stallatico o del concime che permetteranno alla pianta di svilupparsi al meglio.
Questo arbusto gradisce avere le radici sempre in un ambiente piuttosto fresco. È pertanto importante dedicarsi assiduamente alle irrigazioni, soprattutto nei mesi seguenti la messa a dimora. Quando risulterà completamente affrancato, specialmente se il terreno ha la giusta composizione e il posizionamento è ottimale, il nostro intervento potrà divenire anche superfluo e ci preoccuperemo solo in caso di siccità prolungata.
Vanno però assolutamente evitati i ristagni idrici, visto che potrebbero causare l’instaurarsi di marciumi radicali.
Le piante di Lonicera fragrantissima preferiscono terreni ricchi, sciolti e ben drenati, ma si sviluppano senza problemi in qualsiasi condizione, anche in terreni argillosi e molto asciutti. Temono i ristagni idrici, quindi è consigliabile porle a dimora dopo aver aggiunto al terreno della sabbia di fiume.
Quando vengono messe a dimora queste piante, è consigliabile preparare un composto formato da terra, torba, sabbia e sostanza organica, così da fornire tutto il nutrimento necessario al corretto sviluppo della pianta.
Il suolo ideale deve essere profondo, ben lavorato e ricco in materia organica. Cresce molto bene quando vi è una buona presenza di argilla o silicio, ma tollera anche i substrati poveri e drenanti (se ben posizionata).
Per ottenere una mistura ideale (anche per chi volesse tenerla in un grande contenitore) si devono mescolare 7 parti di terra da giardino, 3 parti di torba e 2 parti di sabbia. Inglobiamo poi anche dello stallatico sfarinato ben maturo e qualche manciata di cornunghia torrefatta.
La moltiplicazione della Lonicera fragrantissima avviene per seme, all'inizio dell'autunno, oppure per talea, dopo la fioritura.
La via più semplice per ottenere nuove piantine è senz’altro la talea. Si procede a metà estate, prelevando dei getti che risultino parzialmente lignificati, di almeno 10 cm di lunghezza. Si tagliano in prossimità di un nodo e si inseriscono in una composta leggera, di torba e perlite (o sabbia), mantenuta sempre leggermente umida, in un luogo caldo, ma ombreggiato. Si può operare similmente anche in primavera, con getti erbacei.
Un’ottima alternativa, con un’alta percentuale di attecchimento, è anche la propaggine. Risulta infatti agevole piegare i lunghi rami e, dopo aver inciso la corteccia, inserirli sottoterra. Una volta avvenuta la radicazione potremo tagliare a monte e spostare a dimora il nuovo esemplare ottenuto.
In genere questa pianta, abbastanza rustica, sembra non venire attaccata da parassiti o da malattie. In determinate situazioni però queste piante possono essere colpite da oidio, afidi e mal di piombo, che se non curati, possono provocare danni anche gravi. Un altro problema a cui prestare attenzione è la possibile formazione di ristagni idrici, che potrebbero provocare l'insorgenza di malattie fungine, che porterebbero anche a conseguenze pesanti per la salute della pianta.
Si tratta di arbusti resistenti. Occasionalmente possono venire attaccati da afidi, che, oltre ad indebolire la pianta, sporcano le foglie con la loro produzione di melata. Interveniamo con prodotti a base di piretro naturale e rimuoviamo gli eventuali residui con sapone potassico.
L’oidio compare piuttosto frequentemente, in particolare alla fine della primavera e all’inizio dell’autunno, per la concomitanza di caldo e umidità. Preveniamo con zolfo e eseguiamo delle attente potature per favorire un miglior arieggiamento.
È , come tutti i caprifogli, una pianta molto adattabile e tollerante, capace di dare grandi soddisfazioni al giardiniere più esperto come al principiante. Perché dia il meglio di sé, naturalmente, bisognerebbe inserirlo in un ambiente il più possibile simile a quello di provenienza, cioè un ambito boschivo e fresco.
ClimaSi tratta di un arbusto molto rustico: è capace di sopportare anche -30°C senza subire danni: è quindi adattissimo a tutte le regioni italiane, comprese le aree alpine.
Bisogna però precisare che, in quel caso, per ottenere una fioritura abbondante, e magari abbastanza precoce, è consigliabile inserire l’esemplare in un contesto riparato dai venti, magari protetto da un muro.
Qualche problema potrebbe invece sorgere a causa dell’eccessivo caldo. Oltre ad una giusta esposizione in quel caso sarà di estrema importanza la cura del substrato, che deve essere in grado di mantenersi sempre fresco e leggermente umido.
Il periodo ideale per questa lavorazione è senz’altro l’autunno inoltrato, prima delle gelate. Scaviamo una buca profonda e larga almeno il doppio del pane di terra e predisponiamo sul fondo uno spesso strato drenante a base di ghiaia e poi uno di stallatico. Inseriamo la pianta e compattiamo bene con il terriccio, arricchito e reso ben soffice. Irrighiamo abbondantemente.
La potatura non è strettamente necessaria. Durante i primi anni si consiglia di intervenire il meno possibile per consentire all’esemplare di raggiungere velocemente le sue dimensioni definitive. In seguito si potrà eventualmente intervenire dopo la fine della fioritura accorciando di circa 1/3 i rami prodotti gli anni precedenti. In autunno o a fine inverno si può invece operare per eliminare i rami danneggiati, malati o morti, eventualmente stimolando un rinnovamento negli esemplari più vecchi.
IL CALENDARIO DELLA L. FRAGRANTISSIMA |
Fioritura | Dicembre (Sud), febbraio-marzo (Centro-Nord) |
Produzione bacche | Da giugno |
Potatura | Fine marzo-inizio aprile/ringiovanimento anche novembre |
Concimazione | Ottobre- giugno |
Messa a dimora | Ottobre- novembre |
È una pianta poco esigente e che richiede una limitata manutenzione. Per stimolare lo sviluppo e mantenere il suolo sempre arieggiato e vitale è utile spargere al piede degli esemplari, in autunno avanzato, una buona quantità di stallatico o compost unitamente a del concime granulare a lenta cessione per arbusti fioriti, in cui azoto e potassio risultino equilibrati. In questa maniera stimoleremo sia la crescita vegetativa sia la produzione di boccioli. Una seconda somministrazione di granuli può essere effettuata a fine estate.
La lonicera fragrantissima è disponibile sia nella specie tipo, sia in alcune cultivar interessanti. Nel corso degli anni, inoltre, sono stati creati diversi ibridi interspecifici, anch’essi da tenere in considerazione.
La cultivar che si trova più facilmente in commercio è senz’altro la “Spring Purple” che abbina i bei fiori bianchi invernali a nuovi getti color porpora acceso. Il fogliame è verde scuro, con riflessi porpora.
Molto simile è la Lonicera standishii: ha foglie più appuntite e fiorisce leggermente più tardi, verso marzo, con petali rosa pallido.
Un ibrido interessante è la lonicera x purpusii, ottenuta tramite incrocio appunto con la standishii: più compatta, con foglie fino a 10 cm di lunghezza e fiori bianco crema, a gruppi di due o quattro.
Data la dimensione contenuta e il portamento eretto, questa lonicera può essere inserita anche in spazi o giardini di dimensioni limitate. L’ideale è impiegarla come esemplare isolato o per la creazione di siepi libere, in abbinamento anche ad altre essenze a fioritura invernale (ad esempio forsythia, jasminum nudiflorum, calicanto, chaenomeles japonica), ideali per ravvivare gli spazi aperti nei mesi più freddi.
Impiegando un vaso di grandi dimensioni (ma soprattutto profondo) è possibile perfino farla crescere su di un balcone o terrazzo.
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