Sensitiva - Mimosa pudica

Generalità

Arbusto sempreverde di piccole dimensioni, in genere ricadente o eretto, originario dell’America meridionale. Ha sottili fusti di colore marrone rossastro, scarsamente ramificati, che portano lunghe foglie pennate, costituite da piccole foglioline ovali-ellittiche, appiattite; la particolarità della mimosa pudica è che durante le ore notturne, o in caso di contatto, il fogliame si ripiega su se stesso, da questa caratteristica deriva il nome latino ed i nomi comuni nelle varie lingue del mondo. Le foglie sono di aspetto delicato, ricordano le felci, di colore verde chiaro, leggermente pruinose; sui fusti sono presenti alcune spine e piccoli peli sottili. Tutte le parti della pianta sono tossiche se ingerite.

In primavera inoltrata produce piccoli fiori tondeggianti, simili a piccoli pompon, di colore rosa lilla; ai fiori seguono piccoli baccelli tondeggianti, riuniti in grappoli, di colore marrone chiaro.

Queste piante sono diffuse in gran parte del globo, nelle aree con clima tropicale possono diventare piante infestanti.

Mimosa pudica

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Descrizione della mimosa pudica

sensitiva mimosa La mimosa pudica è una pianta semilegnosa che appartiene alla famiglia delle Fabaceae. È originaria del Centro e Sud America, ma è stata introdotta in molte altre regioni dove è anche considerata specie invasiva, per esempio in Tanzania, Sud-Est asiatico e isole del Pacifico. È combattuta attivamente in quasi tutta l’Australia.

È in generale una pianta perenne, non resistente al gelo, eretta, molto ramificata e con rami spinosi. Viene, nell’emisfero settentrionale, coltivata come annuale in vaso, dove difficilmente supera i 50 cm di altezza. In natura, invece, può raggiungere anche il metro e mezzo.

Gli steli sono eretti nelle piante giovani ma diventano poi rampicanti con l’età. Può però crescere anche sul terreno diventando strisciante. Le foglie sono composite, bipennate, con da 10 a 26 foglioline per parte. I fiori sono ascellari e nascono a metà estate. Le infiorescenze sono formate da 1 a 4 globi di colore dal rosa al porpora da 1 a 1,5 cm di diametro, portati su di un peduncolo da 12 a 25 mm di lunghezza. Ognuno è composto da numerosi fiori costituiti da un minuscolo calice e delle corolle campanulate e da 4 stami rosa e antere bianche.

Il frutto è un piccolo baccello piatto composto da 3 o 4 segmenti lungo da 1 a1,5 cm e con il margine dotato di lunghi peli radi. Ogni sezione contiene un solo seme liscio di forma ovale o tonda di color marrone..

L’impollinazione avviene grazie all’aiuto del vento o degli insetti. La scorza dei semi è molto dura ed è quindi necessario, per favorire la geminazione, scalfirla leggermente.

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Esposizione

Famiglia e genere  Fabaceae, gen. mimosa
Tipo di pianta Semilegnosa perenne o annuale
Esposizione Luminosa, no luce diretta
Rustico Poco rustica
Terreno Di medio impasto
Colori Lilla, rosa
Irrigazione Abbondante, molta umidità ambientale
Fioritura estate
Propagazione Talea, seme
Concimazione Ogni 15 giorni
Parassiti e malattie Ragnetto rosso

Si pongono a dimora in luogo soleggiato o semiombreggiato; non temono il gelo, se di lieve entità e di breve durata, nei luoghi con inverni rigidi viene coltivata in vaso, in modo da poterla riporre al riparo dal freddo durante i mesi freddi; spesso viene invece coltivata come annuale, vista la rapidità con cui si sviluppa ed il fatto che con il passare degli anni tende a debilitarsi. L’esposizione, sia in casa sia all’esterno, deve essere sempre ben luminosa. Bisogna però evitare la luce diretta perché potrebbe danneggiare le foglie causando brutte scottature. L’ideale è esporla ad una forte luce indiretta, magari filtrata da una tenda chiara, per almeno 6 ore al giorno.

Se la luce è troppo debole può capitare che le foglie si chiudano, come accade durante la notte.


Annaffiature

Mimosa sensitiva Da marzo a ottobre annaffiare regolarmente, mantenendo il terreno leggermente umido, ma evitando gli eccessi; durante i mesi freddi diradiamo le annaffiature; se le piante sono coltivate all’aperto possiamo evitare di fornire acqua. Durante il periodo vegetativo fornire del concime per piante da fiore, ogni 15-20 giorni, mescolato all’acqua delle annaffiature. La mimosa pudica necessita di irrigazioni frequenti. È importante intervenire ogni volta che il terreno risulta asciutto in profondità. Per assicurarcene un buon metodo è quello di inserire un dito nel substrato e valutando se risulti davvero totalmente asciutto, soprattutto nella zona al di sotto dei 2,5 cm. Irrighiamo abbondantemente, ma senza lasciare acqua stagnante perché potrebbe danneggiare l’apparato radicale.

In inverno le irrigazioni vanno diradate ed è necessario somministrare poca acqua solo per evitare che il terriccio diventi totalmente secco.

È molto importante irrigare sempre con acqua tiepida. Infatti l’acqua troppo fredda potrebbe causare l’ingiallimento delle foglie e la conseguente perdita di bellezza della pianta.

Di vitale importanza per la salute ed esteticità della mimosa è il mantenere sempre, soprattutto quando la pianta vive in appartamento, un’umidità ambientale molto alta. Questo si può ottenere vaporizzando spesso le foglie, utilizzando umidificatori da applicare ai termosifoni (oppure elettrici) e anche lasciando sotto ala pianta un sottovaso pieno di biglie o argilla espansa e riempito con acqua. L’importante è che il liquido non sia a contatto con le radici.

Un ottimo ambiente può anche essere creato accostando molte piante diverse. Questo aiuta ad aumentare l’umidità della stanza.


Terreno

mimosa pudica La mimosa pudica non ha particolari necessità in fatto di terreno. Predilige comunque un substrato leggero, ma ricco e comunque ben drenato. È molto importante creare sul fondo del vaso uno spesso strato drenante composto da ghiaia o argilla espansa. Materiale inerte di questo tipo può anche essere mescolato, in modiche quantità, al substrato in maniera che risulti ben arieggiato. In questa maniera si eviteranno i ristagni e il pericolo di asfissie radicali.

Questa erbacea, se cresciuta nelle giuste condizioni, risulta spesso molto vigorosa e, anche da seme, occupa velocemente tutto lo spazio che le viene destinato. È così possibile che si renda necessario il rinvaso anche due-tre volte nell’arco dell’anno.

Procediamo senza indugi nel momento in cui vediamo che il contenitore non è più in grado di contenere la pianta oppure si notano le radici spuntare dai fori di scolo o dalla superficie del substrato. Ad ogni modo raramente si utilizzano contenitori di diametro maggiore di 12 centimetri.

Le piante di sensitiva prediligono terreni soffici e sciolti, non troppo fertili, ben drenati; in genere tendono ad adattarsi anche in terreni poveri o sassosi. Si utilizza in genere un miscuglio costituito da due parti di torba, due parti di terriccio universale ed una parte di sabbia per aumentare il drenaggio.


Moltiplicazione

La moltiplicazione della sensitiva avviene per seme, in primavera; le giovani piante vanno maneggiate con cautela, perché le radici sono abbastanza delicate; si sviluppano abbastanza rapidamente e fioriscono già dal primo anno. In estate è possibile praticare talee semilegnose.


Parassiti e malattie

mimosa pudica temono il marciume radicale; inverni particolarmente rigidi possono causare l'ingiallimento delle foglie, ed anche la morte dell’intera pianta. La mimosa pudica può essere colpita da marciumi radicali causati da ristagni idrici. In inverno, inoltre, si può assistere all’ingiallimento fogliare e al disseccamento dell’intera pianta. Questa specie, infatti, teme moltissimo il freddo e il gelo. Possibili anche attacchi da parte di insetti parassiti. La mimosa pudica viene più frequentemente colpita da afidi e cocciniglie. Questi ultimi si combattono con insetticidi specifici. Le malattie fungine si prevengono evitando i ristagni idrici. I danni del freddo e del gelo, invece, si evitano spostando il vaso un una zona coperta o effettuando la pacciamatura del substrato. Per questa operazione si possono usare paglia o foglie secche da posizionare ai piedi della pianta fino alla primavera successiva. Gli attacchi degli insetti parassiti, invece, si evitano somministrando preventivamente dei prodotti a base di piretro. . L’unico parassita che può darle qualche fastidio è il ragnetto rosso che si può palesare nel caso vi sia stata un’esagerata esposizione alla luce e al calore. Si può combattere aumentando l’umidità, spostando l’individuo e, in ultima istanza, con acaricidi specifici.


Mimosa pudica

La mimosa pudica è una pianta unica nel suo genere. Si distingue dalle altre per il particolare comportamento delle foglie, queste, infatti, si contraggono appena vengono toccate. Questa peculiarità ha fatto sì che alla pianta fossero attribuiti tanti nomi comuni. Tra questi: pianta sensibile, pianta umile, pianta timida, pianta dormiente e non toccarmi. Anche il nome botanico deriva proprio dal comportamento della pianta. Botanicamente parlando, infatti, la mimosa pudica si chiama semplicemente “sensitive”, termine inglese che significa ‘ sensibile’. Nella nostra lingua ovvero in italiano, la mimosa pudica viene semplicemente chiamata sensibile o mimosa sensibile.


Potatura

mimosa pudica La mimosa pudica o sensitiva non è una pianta che necessita di potatura. In genere si procede a rimuovere le parti secche o danneggiate. Gli interventi vanno effettuati dopo la fioritura. I fiori della mimosa pudica si sviluppano indicativamente da luglio a settembre. La potatura può quindi essere effettuata ad ottobre. In questo periodo si possono cimare anche i germogli apicali per favorire l’emissione di rametti laterali e basali.


Rinvaso

Rinvaso mimosa Non esiste un’epoca specifica per rinvasare la mimosa pudica. In genere si procede quando le radici non riescono più a stare nel contenitore. Negli esemplari che crescono velocemente il rinvaso si può effettuare anche immediatamente dopo l’acquisto della pianta. Tutti i rinvasi successivi devono sempre tenere conto della crescita delle radici. Il nuovo contenitore deve essere solo lievemente più grande del precedente. Il substrato del rinvaso deve essere composto da torba, perlite e una buona quantità di terriccio universale.


Classificazione botanica

La mimosa pudica è una pianta erbacea e arbustiva sempreverde e a foglia caduca. Il portamento e il ciclo vegetativo della pianta dipendono dalla zona in cui viene coltivata e dal clima. La mimosa pudica, infatti, prospera nei climi caldi e temperati. In queste condizioni si comporta come una pianta perenne e sempreverde, in zone più fredde, come una specie decidua, cioè a foglia caduca. Le zone di origine della mimosa pudica sono il Brasile e l’Oceania. La pianta appartiene alla famiglia delle Fabaceae, cioè alle leguminose.


Curiosità

mimosa pudica Per alcuni botanici, la mimosa pudica sarebbe la vera pianta di mimosa, quella che si dovrebbe regalare durante la festa della donna. In questa occasione, invece, si usa la mimosa con fiori gialli, che secondo gli esperti non sarebbe, appunto, la vera Mimosa.

Varietà

In natura esistono diverse varietà di mimose. Queste appartengono al genere Acacia e sono prevalentemente originarie della Tasmania. Tra le più note ricordiamo acacia baileyana, acacia dealbata, acacia retinoides, acacia cultriformis e acacia howittii Clair de lune. Le prime due sono a foglie composite, mentre le altre tre sono a foglie intere.


Significato

La mimosa pudica racchiude in sé tutti i significati delle altre varietà di mimosa. Questa pianta, infatti, indica il passaggio dalle tenebre alla luce, ovvero dalla morte alla vita. In particolare, la mimosa pudica indica proprio la pudicizia e la timidezza. Questo significato dipende dal particolare comportamento della pianta. Come già detto, le foglie, se toccate, si restringono e si piegano l’una sull’altra, il picciolo si abbassa e il movimento si trasferisce velocemente su tutte le foglie dello stesso ramo.


Mimosa pudica nella tradizione orientale

Mimosa pudica In Oriente, la mimosa pudica viene chiamata Lajia. La pianta viene apprezzata per la sua sensibilità e per la bellezza dei fiori. Secondo la tradizione ayurvedica, la sensibilità della pianta può trasferirsi all’essere umano rendendolo più saggio e più calmo. Secondo questa “scienza”, chi tocca la pianta può sviluppare una maggiore sensibilità tattile e affinare le sue percezioni al semplice tocco delle cose. Per le sue caratteristiche, la mimosa pudica viene anche annoverata tra le piante che conducono alla felicità.


Proprietà

proprietà mimosa pudica La mimosa pudica contiene calcio, mimosina e alcune sostanze simili all’adrenalina. Secondo la cultura orientale sarebbero proprio queste sostanze a potenziare le capacità tattili e sensoriali degli esseri umani. Nella medicina ayurvedica, alla radice di mimosa pudica vengono attribuite anche proprietà afrodisiache. La radice ha un sapore dolciastro. Sempre secondo gli orientali, il suo consumo aiuta a raggiungere l’armonia interiore e a ristabilire l’equilibrio emozionale. Si sconsiglia, però, di consumare parti di pianta senza il consiglio di un medico specializzato. Molti usi infatti risalgono a tradizioni antichissime e non sempre praticabili.


Il movimento della mimosa pudica

Questa pianta non è coltivata generalmente per la sua bellezza, ma per lo più per la curiosità che suscita in chi la osserva. Si comporta come una persona timida e paurosa. Se la si tocca, o anche solo ci si avvicina, le foglie si accartocciano e si lasciano andare pendendo come fossero morte. La pianta quindi assume l’aspetto di un ramo rinsecchito per poi riprendersi e tornare al normale. Si è tuttavia osservato che questo movimento avviene in maniera più veloce quando la temperatura si aggira intorno ai 25°C durante il giorno. Questo fa ipotizzare che si tratti di un meccanismo di difesa nei confronti degli animali erbivori che, di solito, si aggirano in cerca di cibo durante il pomeriggio. Un’altra ipotesi però lega il movimento alla volontà di far cadere insetti fitofagi non dotati di ali. Approfondiamo però questo movimento dal punto di vista scientifico. Come un certo numero di altre piante (alcune oxalis o il desmodium gyrans) in svariate circostanze si verifica un movimento detto “tigmonastia”

Le foglioline hanno la particolarità di ripiegarsi su se stesse al minimo choc subito (vento, pioggia, tocco). È dovuto a dei piccoli rigonfiamenti alla loro base. Sono composti da cellule motrici specializzate e sono pieni di acqua. Al minimo sfioramento questa acqua si sposta nei tessuti vicini. La reazione nelle foglioline comincia entro un secondo dopo il contatto e si svolge in due tempi a seconda dell’intensità del contatto. All’inizio le foglioline toccate si piegano e spariscono alla vista, in tutto in circa 3-4 secondi. Un tocco più forte induce il ripiegamento anche nelle foglie vicine. Se il tocco è fortissimo l’evento viene trasmesso a tutte le foglie di quel lato della pianta. In seguito si piegano poi anche quelle dell’altro lato. In definitiva si è arrivati alla conclusione che ci siano due trasmissioni distinte: la prima si propaga alla velocità di 2 metri per minuto. In un secondo tempo il ripiegamento raggiunge anche tutte le altre foglie, ma ad una velocità 4 volte più lenta. La linea di trasmissione passa nell’ordine per le fogliole, le foglie e poi tutta la pianta. Questo movimento non si realizza però solo come conseguenza di un movimento, ma anche per esempio in periodi di lunga aridità o per il buio.


Rusticità

Rusticità Si tratta di una pianta assolutamente non rustica e in Italia può essere coltivata e mantenuta per più anni solo se cresciuta in appartamento, soprattutto durante i mesi invernali. Da ottobre ad aprile è bene tenerla all’interno con temperature che non scendano mai sotto i 15° gradi. Al di sotto di questo limite, infatti, la pianta potrebbe essere fortemente danneggiata. Il primo segno di sofferenza si evidenzia nelle foglie che tendono a diventare gialle. A partire dal mese di maggio, invece, possiamo cominciare a tenerla all’esterno, specie se viviamo nelle regioni centro-meridionali della penisola. Ad ogni modo può anche venire tranquillamente considerata una pianta annuale, lasciandola morire in autunno e poi riseminandola con l’arrivo della bella stagione.


Concimazione

concimazione mimosa pudica Perché la pianta possa crescere vigorosamente e fiorire bene è importante somministrare, durante il periodo vegetativo, ogni dieci-quindici giorni un concime per piante fiorite, possibilmente con un alto tenore in fosforo e potassio e con poco azoto. Questo perché essendo la mimosa una fabacea di solito necessita di pochissimo azoto in quanto è già in grado di fissare nel terreno quello presente dell’aria.

Ottimi concimi sono quelli per pomodori. Possiamo ad ogni modo sempre scegliere se somministrare un prodotto liquido oppure affidarci ad un granulare a lenta cessione che, di solito, esplica la sua funzione per circa tre mesi.


Sensitiva - Mimosa pudica: Propagazione

propagazione mimosa pudica La moltiplicazione può avvenire tramite talea o tramite seme.

La prima si effettua alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno. Si prelevano dei segmenti di fusto lunghi circa 10 cm. Bisogna eliminare le foglie alla base e immergere il taglio in un prodotto radicante in polvere o liquido. Si inseriscono in un misto di sabbia e torba, o agriperlite, umidificate. Il contenitore ideale ha un diametro di circa 8 cm coperto con della plastica strasparente bucherellata. Si deve mantenere il tutto a circa 21°C e a mezz’ombra. La radicazione avviene in circa 4 settimane. In quel momento si potrà eliminare il sacchetto ed esporre la pianta ad una luce più forte. In primavera si potrà procedere con il rinvaso. La semina è ugualmente molto facile. Si procede con l’inizio della bella stagione. Si mettono due o tre semi,precedentemente scarificati, in uno stesso vasetto da 8 cm con un composto per semine. Si espongono i contenitori ad una luce intensa e si annaffia leggermente. La germinazione avviene in circa 2 o 3 settimane. Si elimineranno le piante troppo deboli e quando le altre avranno raggiunto 4 cm di altezza potranno essere spostate in un vaso più grande con normale substrato da coltura. Procedere con qualche cimatura.