Caco mela

Domnda: Perchè il mio kaki non fa frutti?

Buon giorno, ho un problema con una pianta di caco-mela. Viene regolarmente concimata ed irrigata, fiorisce regolarmente e fruttifica regolarmente, quando però i frutti raggiungono le dimensioni di un'albicocca, cadono. Devo precisare che una pianta vicina della stessa specie fruttifica regolarmente. La pianta in questione ha circa 10 anni. Cosa posso fare? Ringraziamenti e cordiali saluti.
frutti di kaki

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Risposta: i frutti del diospyros kaki

Gentile Renato,

nonostante i kaki siano piante di facile coltivazione, che non richedono particolari cure, è anche vero che le tante varietà disponibili mostrano grandi differenze tra di loro. La cascola dei frutti del kaki spesso è douta a stress colturali, quali carenze di macroelementi, eccesso di microelementi nel suolo (Boro, e Sodio in particolare), carenza di annaffiature o eccesso al momento dell'allegagione, o anche vento eccessivamente freddo. Oltre a questo si notano particolari differenze tra le piante diciamo "normali" e i cachi mela o cachi vaniglia; esistono infatti varietà di questi ultimi che producono soltanto frutti derivanti da impollinazione, e quindi certamente dolci anche quando immaturi; capita in alcune varietà che i frutti prodotti non tramite impollinazione, cadano prima della maturazione, quando sono ancora piccoli. Quindi ricorda di concimare il tuo albero con dello stallatico in autunno, interrandolo ai piedi della pianta; controlla che la pianta non sia posta in una zona molto umida del giardino, e favorisci l'impollinazione, il metodo migliore consiste nel piantare vicino al tuo albero un albero di una varietà impollinatrice come la varietà Mercatelli.

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Caco mela

Famiglia, genere e specie  Ebenaceae, gen. Diospiro, specie kaki
Tipo di pianta Albero con foglia caduca, fino a 15 metri di altezza
Esposizione Pieno sole
Rusticità Media, fino a -15°C
Terreno Non esigente, ben drenato, non salino
Colori Frutti arancioni, foglie decorative in autunno
Irrigazione Solo primi anni
Raccolto In autunno-inverno
Vita dell’albero Circa 40 anni
Concimazione Annuale in inverno

Diospyros, nome botanico del cachi, deriva dal greco antico e significa “cibo degli dei”. Il nome italiano invece si fa risalire al giapponese, una delle zone di origine della pianta.

L’albero fa parte della famiglia delle Ebenaceae comprendente all’incirca 500 specie. Il genere diospyro è molto ampio e comprende alberi e arbusti, da sempreverdi a decidui, per larga parte tropicali. Una delle caratteristiche più importanti è l’essere doici, cioè portare fiori maschili e fiori femminili su piante separate. Vedremo però che il kaki in questo caso rappresenta una strana eccezione.


Caratteristiche kako mela

kako Il kaki cinese (che comprende anche le varietà di cachi mela) è un albero che può raggiungere i 15 metri di altezza. La chioma assume naturalmente una forma espansa e porta foglie decidue alternate. Queste sono da ovate ad obovate, lunghe fino a 15 cm e larghe 7,5, appuntite all’apice e lisce o quasi lisce sulla pagina superiore. La pagina inferiore, invece, risulta più pallida e pelosa. In autunno la colorazione vira al rosso arancione.

La corteccia è grigio spento e squamosa, con l’età si sfalda e si solca. I fiori sono piccoli e a forma di campana, lunghi circa 1,5 cm. I maschili sono uniti in grappoli, i femminili sono invece solitari, di solito sui rami più giovani.

I frutti sono a bacca, grandi, succosi, giallo-arancioni o anche rossi, fino al marrone. Il diametro è di circa 7,5 cm.


Fecondazione dei fiori

In passato era abitudine mettere a dimora sempre un grande numero di piante, una vicino all’altra. Infatti solo la presenza di più soggetti assicurava una buona fruttificazione ogni anno. Le diverse cultivar, infatti, possono portare fiori femminili per avvenuta sterilità degli stami, fiori maschili per aborto dell’ovaio oppure fiori ermafroditi. Ogni albero può inoltre sviluppare fiori di uno o più tipi per cause ancora ignote.

Questa situazione porta diverse conseguenze.

Prima di tutto può capitare che in una certa annata la pianta sviluppi soltanto fiori maschili: conseguentemente non ci sarà nessun raccolto.

Diversamente si possono avere solo fiori femminili. Questi, di solito, producono un frutto, anche senza venire fecondati. È quella che viene detta fruttificazione partenocarpica. Le bacche saranno in questo caso prive di semi.

In ultima possibilità possiamo avere la normale impollinazione.

Generalmente i frutti derivanti da impollinazione sono dotati di semi e diventano subito molto dolci.

Gli altri, invece, se mangiati subito risultano allappanti per la grande presenza di tannini. Perché diventino palatabili devono essere lasciati maturare per diversi giorni (di solito si tengono insieme a delle mele che, rilasciando etilene, stimolano l’ulteriore maturazione).

Negli ultimi anni, però, sono diventate sempre più comuni alcune cultivar denominate kaki mela (o anche “non astringenti”). Risultano già pronte al consumo al momento della raccolta. Hanno colori molto variabili, dal verde al giallo al rosso scuro e risultano, oltre a ciò, molto facili da sbucciare. Alcune cultivar hanno per di più retrogusti innovativi.


Clima

kaki Questo albero viene ritenuto in via generale adatto alle zone calde. In Italia, però, viene coltivato quasi ovunque grazie alla selezione di alcune varietà particolarmente resistenti al freddo e all’abitudine di innestare le piante rendendole così più rustiche. Generalmente la fase più delicata per ottenere un bell’esemplare è rappresentata dai primi cinque anni in cui conviene sempre proteggere il tronco durante l’inverno (con teli o coperte legate intorno), soprattutto in previsione di gelate tardive cui questa specie è particolarmente sensibile.

Ad ogni modo è in grado di sopportare agevolmente i -10°C e in posizioni riparate dal vento anche i -15°C.

Il caldo invece non è assolutamente un problema.


Terreno

Non è particolarmente esigente. Si adatta a qualsiasi tipo di suolo, tranne a quelli troppo saturi di acqua. Accertiamoci quindi che ci sia un buon drenaggio.

Per dare il meglio è bene prediligere substrati piuttosto argillosi, ma comunque privi di salinità (in particolare di grandi concentrazioni di sodio e di boro). Di conseguenza non è una buona scelta per le zone costiere.


Irrigazione

I primi due anni dalla piantagione bisogna bagnare ogni 20-25 giorni, salvo precipitazioni naturali. In seguito si irriga solo quando le foglie si piegano verso il basso a causa della persistente siccità.


Concimazioni caco

Concimazioni cacoOgni anno, in autunno-inverno si spargono al piede della pianta 200 gr di farina d’ossa o cornunghia incorporandola al terreno con una leggera lavorazione. Sono validi anche concimi granulari a lenta cessione per piante da frutto. Si consiglia per i primi anni, nelle regioni settentrionali, di coprire il piede con uno spesso strato di corteccia di pino con il fine di proteggere l’apparato radicale dal freddo invernale.


Esposizione caco

Perché la pianta possa dare buone produzioni la posizione consigliata è sempre il pieno sole. Se viviamo in zone fredde è bene porre l’albero in un’area riparata dal vento.


Messa a dimora caco

caco Generalmente si trovano in vendita alberelli di circa 2 anni di età, in vaso. È consigliabile evitare gli esemplari venduti solo con pane di terra o a radice nuda perché questo vegetale non ama venire trapiantano e si deve assolutamente evitare di danneggiare le radici durante questa manovra.

Il sistema radicale dei cachi è formato da tre-quattro lunghi fittoni dotati di scarso capillizio radicale, fondamentale per l’assorbimento degli elementi nutritivi. Perderne uno potrebbe determinare il fallimento del trapianto.

Si procede in primavera, quando si è sicuri che non possano più esserci gelate. Precedentemente si sarà aperta una buca profonda e larga almeno 50 cm. Al terreno di scavo, ben frammentato, andrà addizionato un concime organico a lenta cessione ricco sia in azoto sia in altri micro e macroelementi. Ideali risultano la farina d’ossa o la cornunghia. La pianta dovrà essere posizionata in maniera che il colletto risulti a 3-4 cm dal livello del suolo. Parallelamente al tronco (ma facendo attenzione a non danneggiare l’apparato radicale) infileremo un palo lungo e spesso che dovrà fungere da sostegno. Terminiamo rimettendo il terriccio nella buca senza comprimerlo eccessivamente. Aiuteremo in questa maniera la pianta a cominciare a sviluppare la parte ipogea.

Irrighiamo abbondantemente e spargiamo una buona quantità di concime granulare a lenta cessione per piante da frutto.


Propagazione

La propagazione di solito si effettua tramite innesto. Come portainnesto sono state selezionate varie cultivar e ognuna è adatta ad un clima specifico.

La semina viene impiegata soltanto per la produzione appunto di portainnesti.

Purtroppo i migliori apparati radicali per il nostro clima (quelli derivanti da D. lotus) risultano poco affini con le varietà non astringenti (più ricercate dal mercato). È per questo che per le suddette cultivar il metodo di maggior utilizzo attualmente risulta la micropropagazione e la talea apicale.


Potatura

frutto cacoLe piante adulte raramente necessitano di interventi. È invece piuttosto importante operare sugli esemplari giovani con una buona potatura di formazione. Le forme più utilizzate sono quella a vaso capovolto, a palmetta e a piramide. Bisogna ad ogni modo selezionare tre o quattro branche di ugual vigore che vadano in direzioni differenti. Dovrà poi essere incoraggiata la ramificazione secondaria.


Impollinazione

Impollinazione kakiPer queste piante la massiccia presenza di impollinatori è di cruciale importanza per ottenere frutti fecondati e quindi maturi già alla raccolta. Anche per il kaki-mela (non astringente) è comunque importante. L’avvenuta impollinazione, infatti, influenza in maniera considerevole la quantità e la grandezza dei frutti.

Cerchiamo quindi di inserire nelle vicinanze di quest’albero altre coltivazioni che attirino in particolar modo api e bombi.


Parassiti e malattie

Sono alberi piuttosto sani e resistenti. Temono soltanto i marciumi radicali (da prevenire con un bon drenaggio)

I parassiti più comuni sono le cocciniglie, da combattersi mediante olio bianco attivato da un insetticida sistemico.


Varietà

Varietà kakiIn Italia vengono coltivate circa 50 varietà di Diospyros kaki.

Gli astringenti più diffusi sono:

fuyo con frutti grandi di circa 250 grammi di peso, rossi a maturazione

Katawabata più piccolo e meno rustico, con frutti leggermente conici, arancio-rosso quando maturano, molto zuccherini.

Rojo brillante di origine spagnola, pianta molto vigorosa che produce frutti molto grandi e rossi a maturazione.

Tra le varietà di kaki-mela, non astringenti, le più interessanti e particolari sono:

Vainiglia che produce frutti di medie dimensioni, circa 150 grammi, giallo arancio. La buccia è sottile mentre la polpa è densa e di color bronzo, dal vago sapore di vaniglia.

Cioccolatino produce bacche leggermente appiattite e di medie dimensioni con buccia giallo arancio e polpa marrone dal lieve sentore di cacao

Kaki tipo forse la varietà non astringente più diffusa sul nostro territorio. Produce un’abbondantissima fioritura e frutti di grandi dimensioni. Al momento della raccolta risultano gialli per poi virare velocemente all’arancione. La polpa è arancione con puntini scuri se i frutti non sono stati fecondati. Diversamente prenderà cromie bronzee.

O-Gosho tra le migliori cultivar, famosa per la bontà eccezionale e la morbidezza della sua polpa.

Shogatsu molto particolare per il colore dei pomi alla raccolta, un bel verde muschio che poi col tempo diventa arancione.

Brazzale cultivar italiana, frutti di media pezzatura, prima a arancioni, poi rossi dalla forma appiattita.