Amanita muscaria

Un fungo dalla storia antica

L'Amanita muscaria è forse uno dei funghi che gode della popolarità più antica. Si hanno infatti testimonianze del suo uso, in ambito sciamanico, risalenti anche a parecchi secoli fa. La zona in cui questo fungo era maggiormente noto e consumato comprendeva la Siberia e il Nord America, per poi scendere mano a mano verso sud fino ad arrivare alle nostre latitudini. L'aspetto puramente estetico dell'Amanita muscaria, d'altro canto, è quello che comunemente viene associato, per eccellenza, all'idea di fungo, anche in ambito favolistico, o infantile. Paradossalmente, però, si tratta anche di un fungo che è stato demonizzato, per via dei suoi effetti allucinogeni. Quindi, si tratta di una specie tossica ma non mortale, se non in casi estremi, e il cui uso è legale, per quanto provochi effetti simili a quelli di alcune droghe, come la Belladonna.
Illustrazione di alcuni funghi, tra i quali si trova l'Amanita muscaria

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Le caratteristiche dell'Amanita muscaria

Un esemplare di Amanita muscaria Se si chiedesse ad un bambino di disegnare un fungo, con molta probabilità disegnerebbe un'Amanita muscaria. D'altro canto, questa specie, appartenente al genere delle Amanita, è facilmente riconoscibile nel sottobosco, di cui rappresenta uno degli abitanti più rappresentativi, ed anche uno dei più comuni. Il suo cappello, che può raggiungere i 20 centimetri di diametro, nasce chiuso attorno al gambo, per poi aprirsi piano piano in maturità, fino ad assumere la caratteristica forma di ombrello. Ciò che lo rende tanto facilmente identificabile è il colore, che è rosso o arancio acceso, puntellato di macchie bianche, che sono i resti del velo. Il gambo, a sua volta, è imponente, e termina con un rigonfiamento alla base. Ha colore bianco, può raggiungere i 25 centimetri di altezza, ed è cavo all'interno. Attorno al gambo si trova un anello. La carne dell'Amanita muscaria è bianca e soda.

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    La storia dell'Amanita muscaria

    Cappelli di Amanita muscaria essiccati L'Amanita muscaria non è un fungo commestibile, per quanto in alcune parti del mondo lo si mangi, dopo averlo sottoposto ad alcuni trattamenti quali l'essicazione, cosa che però viene ampiamente sconsigliata. Il motivo non sta nella velenosità di questo fungo, ma nel fatto che ha effetti allucinogeni, che si possono manifestare in modo diverso, con diversa gravità, da soggetto a soggetto. L'Amanita muscaria si trova nei boschi di latifoglie e conifere, nel periodo che va dall'estate all'autunno, e cresce per lo più sotto piante di pino, di pioppo o di betulla. Storicamente, ci sono testimonianze del fatto che il fungo venisse usato come droga, risalenti anche al 2000 a.C., in Siberia. La conoscenza e l'uso dell'Amanita muscaria sono accertate anche in India, in Lapponia, nel Messico e nel centro America. Alcuni sostengono che i Vichinghi ne facessero uso prima delle battaglie; di certo, i pescatori di salmone della Scozia ne ricavavano una bibita, mescolando l'estratto del fungo con il whisky.


    Le conseguenze dell'ingestione dell'Amanita muscaria

    Sezioni di un esemplare di Amanita muscaria Nel dettaglio, quali sono gli effetti che provoca l'Amanita muscaria, se ingerita? Il suo nome deriva dal fatto che, se si mettono a macerare dei pezzettini delle sue carni nel latte, le mosche, che bevono questo liquido, muoiono. Sulle persone, è stato testato l'effetto denominato sindrome panterinica. Chi mangia l'Amanita muscaria cruda, o ne mastica, o fuma, le carni essiccate e tramutate in polvere, passa da stati di euforia a stati depressivi. Ha una percezione alterata della realtà, vedendo le cose più grandi, o più piccole, di quello che sono. Questi effetti si manifestano circa una mezzora dopo l'ingestione, possono accompagnarsi anche a nausea e vomito, e scompaiono in quattro-otto ore, lasciando mal di testa e amnesia. Le sostanze a cui sono attribuiti questi effetti sono il Muscimolo, l'Acido botenico e il Muscazione.