artiglio del diavolo
A dispetto del nome, vagamente inquietante, l'artiglio del diavolo sembra essere un rimedio portentoso, per le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche, nel contrastare una molteplicità di malanni e affezioni dell'uomo. I frutti della pianta, scientificamente conosciuta come Arpagofito, presentano delle escrescenze dotate di robusti uncini che, penetrando nel corpo e nelle zampe degli animali, producono ferite tali da costringerli a una danza "indiavolata", ecco spiegata l'origine della denominazione. Anche metterci il piede sopra non è consigliabile: il dolore è lancinante. L'erbacea è diffusa nell'Africa sud-occidentale e meridionale, in particolare nel deserto del Kalahari, nelle steppe della Namibia e nel Madagascar. Proprio la medicina tradizionale sudafricana si è avvalsa dei derivati della pianta per curare malattie reumatiche, febbri e fastidi allo stomaco. Con la colonizzazione tedesca della Namibia la conoscenza delle virtù di tale pianta si è diffusa in Germania e quindi in Europa. La sua utilità ed efficacia a scopo terapeutico è stata confermata da studi di laboratorio e ricerche. Sembra, in particolare, che siano i cosiddetti glicosidi ad essere responsabili delle proprietà curative e medicamentose dell'Arpagofito. Si trova in commercio sotto forma di capsule, compresse o tintura madre, preparazioni indicate per l'uso interno, mentre per l'uso esterno c'è una grande varietà di creme, pomate, gel, in cui l'artiglio del diavolo è spesso associato ad altre sostanze come l'arnica o il veleno d'api, per contrastare in maniera più efficace sensazioni dolorose indotte da reumatismi o traumi. Si conferma, dunque, la tendenza da parte della medicina moderna a rivalutare i rimedi della tradizione derivanti dalla natura, qualora ne sia dimostrata l'efficacia, proprio perché le cure basate sui principi attivi delle piante, lungi dal fare miracoli, possono contribuire a migliorare la qualità della vita in soggetti affetti da diverse patologie. Il consiglio è in ogni caso quello di evitare il "fai da te" e di affidarsi a personale esperto e di fiducia per avere chiarimenti sul suo utilizzo e su eventuali controindicazioni.
Chi è affetto da reumatismi lo sa bene: i dolori possono diventare insostenibili, specialmente se i distretti del corpo interessati sono molteplici. Eliminare alla radice il problema è una sfida continua che dura tutta la vita: si tratta di malattie che possono avere effetti negativi sulla vita sociale e familiare. Se la medicina tradizionale offre diverse possibilità di cura, a seconda della gravità e del tipo di patologia, anche la natura non è da meno. Ed alleviare, almeno in parte, il dolore può essere un risultato importante. L'artiglio del diavolo è indicato proprio per questo. E' particolarmente efficace in caso di tendinite e dolori articolari, anche provocati da artrite reumatoide e osteoartrite. Se ne consiglia l'uso soprattutto per i fastidi localizzati nella zona collo-schiena ma è stata confermata la sua efficacia anche in altri casi, come dolori a piedi e gambe. Si possono assumere capsule per un'azione più efficace dall'interno ma sono consigliati anche i massaggi sulla parte interessata più volte al giorno con creme e pomate che contengono il principio attivo avendo in tal caso l'accortezza di non strofinarsi gli occhi, pena un po' di bruciore. Da ricerche condotte nell'ambito dell'etnofarmacologia è stato stimato che il consumo di preparati a base di artiglio del diavolo contro i reumatismi in Germania continua a essere straordinariamente alto e che la sua efficacia è pari, se non superiore, a quella dei comuni antinfiammatori, ma solo se l'assunzione è regolare. I risultati sono stati incoraggianti anche nei casi in cui la sostanza è stata messa a confronto con un placebo. L'artiglio del diavolo è indicato pure per piccole distorsioni ed eventi traumatici di lieve entità: i suoi principi attivi contribuiscono a ridurre l'ematoma e il dolore, con un ripristino in tempi brevi della normale funzionalità della parte colpita. L'uso di tale sostanza naturale è poi particolarmente consigliato nei traumi, piuttosto frequenti, provocati da un'intensa e costante attività sportiva, per non sovraccaricare l'organismo di antinfiammatori, sicuramente efficaci ma talvolta dannosi.
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A tale vegetale vengono attribuite anche altre proprietà: si ritiene infatti che possa essere un efficace digestivo, a causa dei suoi principi attivi dal sapore amaro, da assumere ad esempio sotto forma di tè e infusi, capaci di stimolare succhi gastrici e bile e quindi accelerare la digestione. Ed inoltre pare che possieda un'azione ipocolesterolemizzante, utile quindi in tutti quei casi in cui un alto livello di colesterolo nel sangue può avere conseguenze dannose sul sistema cardiovascolare, e ipouricemizzanti, quindi da assumere in caso di gotta. Oltre alla digestione lenta e all'indigestione vi possono essere altri disturbi frequenti dell'apparato gastrointestinale: un infuso di radici di artiglio del diavolo, ad esempio, può servire a stimolare il ritorno dell'appetito.
La tossicità dell'artiglio del diavolo è molto bassa, tuttavia i principi attivi possono causare disturbi gastrointestinali in soggetti particolarmente sensibili o allergici. E' poi sconsigliata l'assunzione in caso di diabete, ulcera gastrica e duodenale, gravidanza (può indurre contrazioni uterine), allattamento e in associazione con farmaci anticoagulanti e antiaritmici.
A dispetto del nome, piuttosto infelice, l'artiglio del diavolo è un amico del benessere e della salute e un prezioso alleato nella lotta contro il dolore. Provare per credere.