cardo dei lanaioli
Questa pianta erbacea, oggi è vista come una semplice erbacea che si staglia tra i magnifici campi di fiori. Tuttavia, in pochi ormai sapranno che l’impiego del cardo dei lanaioli affonda le sue radici nell'antico Egitto proprio grazie ai suoi innumerevoli campi d’impiego (cardatura della lana, realizzazione di recinti) e sia alle proprietà benefiche delle sue radici e foglie (realizzare tisane diuretiche, per la cura di eczemi, acne, psoriasi e tantissimi altri problemi che oggi affliggono tantissime persone). Per meglio conoscere il cardo è utile primariamente, compiere una breve descrizione: è costituito da un fusto che può arrivare al metro e mezzo di altezza, fiorisce tra giugno e agosto; non è una pianta sempreverde in quanto, durante alcuni mesi perde le foglie e diventa di un color sabbia o viola o rosa.
La raccolta di questa pianta erbacea avviene nel mese di settembre e di ottobre, appartiene alla famiglia delle Dipsacacee ed è noto anche sotto i nomi di : cardo da panni, scardaccione, cardo dei lanaioli, cima dei pastori, pettini di lupo e rissolo. Oltre che per le sue innumerevoli proprietà officinali, il cardo dei lanaioli è largamente impiegato solamente come pianta ornamentale.La sua crescita è favorita dalla diretta esposizione al sole, innaffiature del terreno (concimato tra dicembre e febbraio se non si è fatto in autunno) ogni quindici o venticinque giorni durante i mesi invernali. E’ curioso come avvenga la moltiplicazione della pianta erbacea in natura: i fiori sono impollinati dalle api perché attratte dal forte, profumo di essi; mentre in autunno i semi costituiscono il cibo di tantissimi cardellini e lucherini, il quale, espellendo le parti indigeste del seme, avvia il processo di diffusione di questa specie di cardi.
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Ciò che rende il cardo dei lanaioli straordinario, sono i principi attivi che lo compongono (glucoside scabioside, Sali di potassio e sostanze tanniche) in grado di conferire tantissimi benefici a tutti quelli che lo utilizzano. I suoi capolini, o spine, erano utilizzati fin dall'antico Egitto per la cardatura della lana, in modo particolare per la prima fase della pettinatura in modo tale da eliminare eventuali residui dal tessuto. È stato lungamente manipolato dai pastori durante il periodo della transumanza, realizzando dei recinti capaci di proteggere i loro greggi dall’attacco di eventuali predatori. Dopo aver ben inquadrato la pianta di cardo dei lanaioli, è importante conservare le radici e le foglie in modo tale da evitare la formazione di muffe. Bisogna innanzitutto sapere che le radici possono essere raccolte solo tra i mesi di settembre e ottobre e solamente da quelle piante che sono al primo anno di vegetazione (piante giovani); in seguito occorre mondarle per bene e tagliarle in pezzi con lunghezza di cinque centimetri. Le foglie invece possono essere raccolte solo tra i mesi di marzo e aprile cioè prima della formazione della struttura che in seguito andrà a ospitare le florescenze.
Per quanto riguarda le proprietà benefiche, del cardo dei lanaioli hanno molta importanza sia le radici e sia le foglie essiccate. Le prime, dall'amaro sapore aiutano colori che le assumono nella digestione, stimolando la diuresi, la sudorazione e di conseguenza portando una generale espulsione di scorie dannose per l’organismo umano. Molte persone non sanno che è molto utile nella cura di malattie come la gotta, reumatismi artriti ed è un successivo aiuto per chi soffre di obesità e per l’idropisia. Tutti questi benefici sono arrecati anche dall'utilizzo delle foglie, seguendo precise ricette e determinati dosaggi
E’ possibile beneficiare delle proprietà del cardo dei lanaioli seguendo due brevi ma efficaci ricette preparate sia con la radice e sia con le foglie. Utilizzando come prodotto base le radici, si mescolano circa due grammi di esse con cento millilitri di acqua e si assume una tazzina di decotto ogni mattina a digiuno e in piccolissime quantità quanto una tazzina di caffè. Questo composto favorirà la diuresi e depurerà l’intero organismo umano senza dover far uso di medicinali o altri composti di cui non conosciamo la composizione. Triturando finemente trenta o quaranta grammi di foglie in precedenza essiccate, immergendole in un litro d’acqua e facendole bollire per circa mezz'ora, sarà possibile curare malattie che affliggono e stressano la pelle; infatti, si possono fare dei lavaggi o impacchi sulle zone della pelle aggredite da psoriasi, eczemi, acne e dermatosi, proprio perché si ha una purificazione dell’apparato sia escretore e sia digestivo.
Infine, per quanto riguarda qualche curiosità circa il nome del cardo dei lanaioli, è molto utile sapere che il nome lanaioli sia stato attribuito a questa specie di cardo proprio perché fin dall'antico Egitto è stato largamente impiegato per le prime fasi della pettinatura dei tessuti, per poi terminare con l’avvento delle macchine nel diciannovesimo secolo; proprio per questo motivo il termine Follonum fa riferimento alla tecnica medioevale di fissaggio stoffe, meglio conosciuta come fullonica; il termine Dipsacus significa invece sete e deriva dalla conformazione puramente estetica della conca che le foglie creano durante la pioggia.
Come si può notare, in questa breve guida è stato possibile riscoprire una di quelle innumerevoli piante che adornano le nostre mediterranee campagne. Allo stesso modo sono riemerse tante delle conoscenze tipiche degli uomini del passato, i quali riponevano la loro salute e benessere nelle piante presenti in natura; realizzando decotti, stando bene attenti ai dosaggi in modo tale da alleviare quei dolori che ostacolavano il loro lavoro: la gotta, le artriti e i reumatismi, i fastidiosissimi eczemi e psoriasi, un miglioramento del funzionamento dell'apparato digestivo, una stimolazione della sudorazione e un utilizzo diuretico di decotti. Questi sono alcuni di tutti quei benefici che si possono trarre dal corretto uso del cardo dei lanaioli, in quanto oltre ad avere un bello aspetto estetico, è stato lungamente utilizzato anche nel lavoro attraverso la realizzazione di recinti per proteggere le greggi; utilizzato nella realizzazione dei tappetini tipici degli attuali tavoli da biliardo e largamente utilizzato nel campo tessile ( le spine cuneiformi erano impiegate nell'eliminazione di corpi estranei dalla lana durante la cardatura).