Susino - Prunus domestica
Prunus domestica è una pianta di origini incerte, si presume possa provenire dalle regioni del sud-est asiatico. Introdotta e coltivata anche in Europa da più di duemila anni. Il susino si divide in due gruppi distinti geograficamente l'un dall'altro: il susino europeo e il susino cino-giapponese. Il susino europeo ha foglie ovali di color verde scuro e piuttosto spesse con la pagina inferiore leggermente pelosa, i fiori, che spuntano prima delle foglie sono bianchi.
I frutti, a parte qualche varietà sono generalmente ovaliformi con colore che varia dal giallo, verde, rosso e viola-blu. Spesso la polpa si stacca dal nocciolo ed è usata sia per il consumo fresco sia per l'essiccamento, è anche noto il loro potere lassativo e l'elevata quantità di zuccheri, che danno al frutto un ottimo valore nutritivo.
Il susino cino-giapponese ha foglie lanceolate di color verde chiaro, molto sottili, i fiori sono bianchi e la fioritura avviene più precocemente rispetto al susino europeo. I frutti sono generalmente di forma tondeggiante, il colore varia dal giallo al rosso a blu-nero e sono coltivati esclusivamente per il consumo fresco.
Solitamente è usato come portainnesti per il susino il mirabolano che dà alla pianta un notevole sviluppo e una buona longevità. La produttività è ottima e non ha particolari esigenze di terreno. Un'altro portainnesti è il susino San Giuliano che ha un'ottima affinità d'innesto, una buona produttività. Per le varietà di susino cino-giapponese, si usa come portainnesti anche il pesco che, ha buona affinità, rende la pianta molto produttiva, ma meno longeva.
Altre portainnesti interessanti sono il franco, che si comporta molto bene e permette di avere piante sane e vigorose e il Pixy. A seconda del tipo di portainnesto scelto, si otterranno piante di altezze differenti e adatte a substrati con caratteristiche variabili.
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Le piante di susino europeo sono nella maggior parte dei casi autofertili, in ogni modo la presenza di diverse varietà ne aumenta notevolmente la produzione di frutti. Molte varietà cino-giapponesi sono invece autosterili, perciò spesso è necessario piantare due o più varietà in grado di fecondarsi reciprocamente, ovviamente è indispensabile che fioriscano nello stesso periodo. In molti casi i susini dopo la fioritura, producono più frutti di quelli che la pianta è in grado di portare a maturazione. Per ottenere un buona produzione è consigliato il diradamento dei frutticini.
Come per moltissime altre piante, anche per il susino si consiglia di usare concimi organici come il letame o lo stallatico durante il periodo di riposo vegetativo, mentre in primavera- estate, si possono usare concimi NPK, vale a dire a base di azoto, fosforo e potassio evitando di utilizzarli durante i periodi più caldi e siccitosi.
I parassiti animali che più attaccano il susino sono in particolare gli afidi, che si sviluppano sull'estremità dei germogli. Possibili sono anche attacchi di cocciniglie che, se presenti in modo massiccio, posso causare un generale indebolimento della pianta con danni anche ai frutti. Un'altro parassita che provoca danni rilevanti è la tignola delle susine che depone le uova nelle foglie e nei frutti provocandone una precoce caduta.
Patogeni di origine fungina cui il susino è soggetto è il corineo che produce delle macchie sulla foglia che necrotizzano i tessuti lasciandole bucherellate.
Il susino è un albero tipicamente a pieno vento (crescita naturale). È possibile formare la chioma su fusto medio a circa 120 cm, oppure ad alto fusto a circa 180-200 cm.
Partendo da un pollone di un anno appena piantato, si dovrà subito tagliarlo all'altezza desiderata dopo di che, l'anno successivo, si conserveranno almeno tre rami che si dovranno accorciare a 20-25 cm dal punto di partenza, questi produrranno a loro volta altri rami che saranno anch'essi accorciati. Così facendo si irrobustirà il tronco e i rami che cresceranno in seguito saranno sufficienti per formare la chioma definitiva. In seguito si faranno solo interventi di diradamento interno della chioma e l'eliminazione di rami secchi o danneggiati.
Per formare il vaso è necessario piantare un pollone di un anno e tagliarlo a 40-50 cm dal suolo. All'inizio del secondo anno si accorceranno a 30-40 cm almeno quattro rami vigorosi tenendoli lontani dal centro, che a loro volta daranno altri rami dei quali si conserveranno solo quelli esterni. Accorciare ancora anche questi rami in modo da irrobustire ulteriormente la pianta, dopo di che la crescita sarà lasciata libera praticando solo qualche potatura di sfoltimento eliminando i rami disordinati.
Questo tipo di forma è molto utile nel caso in cui si voglia guarnire dei muri o delle recinzioni.In questo caso si dovrà piantare un pollone di un anno tagliato a 50 cm da terra e l'anno successivo conservare almeno quattro rami, disponendoli su due piani e ancorati ad un sostegno, che può essere un filo di ferro sostenuto da due paletti ai lati della pianta oppure ad un traliccio. Per questo tipo di forma è consigliato utilizzare varietà di basso o medio sviluppo.
Per la coltivazione del prunus domestica è bene rispettare alcune indicazioni sull'esposizione e il tipo di terreno; questa pianta è abbastanza rustica e resistente, tanto che nel periodo di riposo vegetativo può sopportare senza particolari danni temperature che possono arrivare anche a -15 °C. La messa a dimora di queste piante dovrebbe avvenire nel periodo autunnale, prima che le temperature si abbassino e ci sia il pericolo di gelate. Il terreno migliore per la coltivazione è quello piuttosto ricco di sostanze organiche, drenante e non troppo pesante, anche se, data la rusticità della pianta, il prunus domestica può crescere anche in terreno compatti con una percentuale elevata di argilla; fondamentale, però, è che il substrato non consenta la formazione di ristagni idrici che potrebbero provocare marciumi radicali. Questa varietà si adatta bene alle differenti condizioni ambientali e può resistere anche in ambienti caldi. L'esposizione, per avere un raccolto abbondante, deve essere in pieno sole. Può subire danni nel caso si presentino gelate tardive. Per le piante giovani è bene procedere con annaffiature costanti, soprattutto nei periodi più caldi dell'anno. La raccolta dei frutti cambia in base alla varietà coltivata; è possibile dire che essa va all'incirca da giugno a settembre.