Pesco - Prunus Persica
Il Prunus Persica è una pianta proveniente dalla Persia da cui ne deriva appunto il nome latino "persica", cresce spontaneamente anche in Cina. Il pesco è un albero da frutto di modeste dimensioni, infatti, allo stato naturale raggiunge soltanto i 4-5m d'altezza. Ha foglie lanceolate lunghe fino a 20cm, i fiori, generalmente sono di color rosa e fioriscono molto precocemente, rendendo il pesco particolarmente sensibile alle gelate primaverili. I frutti hanno la buccia di colore giallo-rossastra vellutata, la polpa, secondo la varietà di Prunus Persica può essere gialla o bianca con venature rosse, più evidenti in prossimità del nocciolo. Presumibilmente da una mutazione gemmaria, si sono ottenute piante con frutti a buccia glabra, liscia, chiamati nettarine o pesca-noce, da cui, in seguito, si sono selezionate diverse varietà con caratteristiche differenti sia sulla grandezza, sul colore e sull'epoca di maturazione del frutto. Esistono inoltre, particolari selezioni di pesche, chiamate percoche o duracine, i cui frutti sono di piccola pezzatura e di forma molto regolare, hanno la polpa soda e consistente, perciò idonea alla manipolazione, essi sono utilizzati esclusivamente dall'industria per la produzione di pesche sciroppate e macedonie.
Il portainnesti più usato dai vivaisti per il prunus persica è senza dubbio il franco che presenta ottima affinità con la maggior parte delle varietà di pesche. Resiste bene alla siccità ma teme i terreni pesanti, argillosi e impermeabili, nei quali la pianta diventa particolarmente sensibile alle malattie esaurendosi rapidamente. Talvolta si usa innestare il pesco sul mandorlo selvatico, che dà buoni risultati sui terreni sassosi e calcarei, dove il franco non trova buone condizioni per lo sviluppo.
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La maggior parte delle varietà si autofecondano. Fra le varietà più pregiate e diffuse, è la J.H. Hale che risulta essere sterile, quindi è consigliato associarla ad una varietà diversa per ottenere una buona produzione di pesche. In ogni caso è sempre consigliato avere due o più piante di diversa varietà per favorire l'impollinazione e di conseguenza anche la produttività.
La fioritura di queste piante avviene nel periodo primaverile, prima che si sviluppino le foglie. I fiori possono avere un colore che va dal bianco rosato fino al rosa intenso.
Si ottengono ottimi risultati utilizzando concimi a base di azoto, fosforo e potassio (NPK), distribuendo quantità bilanciate durante l'inverno, mentre nel periodo vegetativo, soprattutto in primavera, e possibile intervenire ancora aumentando la dose di azoto. Evitare l'impiego di concimi con alta percentuale di azoto nei periodi di siccità.
Fra i parassiti animali che possono arrecare maggiori danni al pesco, oltre gli afidi e le cocciniglie, sono le tignole, che depongono le uova nei giovani germogli facendoli appassire rapidamente. La tignola inoltre attacca anche i frutti, della polpa dei quali si nutrono le larve, aprendo delle cavità fino a raggiungere anche il nocciolo. Il patogeno che attacca maggiormente il pesco è la Bolla del pesco, che si presenta sia sui germogli giovani sia sulle foglie, deformandole e rendendole più spesse, dove si possono notare ampie macchie di color giallo-rosso. Questo patologia prende origine dal fungo Taphrina deformans, che si presenta quando il tasso di umidità è piuttosto elevato. Può colpire tutta la pianta, anche se, di solito, si presenta su foglie e germogli. Per evitare il manifestarsi di questo problema, è bene intervenire preventivamente alla germinazione con trattamenti con prodotti specifici a base di rame. Il trattamento va ripetuto con regolarità, anche se, quando le temperature si innalzano, il fungo tende a bloccarsi spontaneamente. Le parti malate vanno eliminate. Per evitare il diffondersi della patologia è bene prevedere un trattamento con rame e zolfo nel periodo autunnale, quando le foglie sono già cadute, da ripetere alla fine dell'inverno.
Per la formazione di un fuso, si dovrà piantare un pollone che sarà tagliato ad un'altezza dal suolo di circa 50 cm. Durante la primavera, verranno emessi numerosi rametti che dovranno essere sfoltiti con potature a verde, conservando quelli più robusti disposti in maniera equilibrata per formare la chioma. Il secondo anno le branche laterali si dovranno spuntare, prestando attenzione che il taglio si fatto appena sopra ad una gemma esterna, in modo da favorire l'apertura della chioma.
Per formare una palmetta occorre tagliare il pollone a circa 70 cm da suolo, si farà poi attenzione, durante la vegetazione, di conservare un ramo verticale per la freccia e due laterali per le branche, praticando delle potature di sfoltimento, eliminando i rametti deboli e quelli disordinati all'interno della chioma. In seguito, nell'anno seguente si spunterà la freccia e si conserveranno altri due rami robusti per creare il secondo piano. È consigliato realizzare, per i primi anni di crescita, una struttura di sostegno per fissare i rami laterali della pianta.
Per formare il vaso è necessario piantare un pollone di un anno e tagliarlo a 40-50 cm dal suolo. All'inizio del secondo anno si accorceranno a 30-40 cm almeno quattro rami vigorosi tenendoli lontani dal centro, che a loro volta daranno altri rami dei quali si conserveranno solo quelli esterni. Accorciare ancora anche questi rami in modo da irrobustire ulteriormente la pianta, dopo di che la crescita sarà lasciata libera praticando solo qualche potatura di sfoltimento eliminando i rami disordinati.
La coltivazione di questa pianta per raccoglierne i frutti avviene solo in piena terra, fattore che garantisce la produzione di frutti dolci e ben sviluppati. La messa a dimora degli esemplari giovani viene effettuata nel periodo autunnale o all'inizio dell'inverno. Nella prima fase di crescita sarà opportuno intervenire con delle potature di formazione che permettano di stabilire la forma della pianta e, in alcuni casi, ci sarà bisogno di sistemare un sostegno verticale che aiuti a mantenere l'andamento della pianta. In base al portainnesto scelto per la produzione di una pianta di questo tipo, sarà necessario scegliere il migliore substrato. Lo sviluppo vigoroso si ottiene mettendo a dimora la pianta in un terreno ricco di materia organica, con una bassa acidità e un buon grado di drenaggio. La pianta di pesco può crescere bene anche in terreni sabbiosi, a patto di aumentare il numero di annaffiature.
Queste piante necessitano di un'esposizione soleggiata, dove venga raggiunta dai raggi solari diretti per alcune ore al giorno. E' un tipo di pianta che ben resiste al gelo invernale, mentre le gelate tardive possono comprometterne la fioritura. Necessita di un buon grado di umidità e di un ambiente che non sia particolarmente esposto ai forti venti.
La raccolta dei frutti si effettua nel periodo che va da maggio a settembre; i frutti non hanno una grande capacità di conservarsi integri una volta raccolti e andrebbero consumati in breve tempo.
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