Cachi ragno
Il cachi è un albero molto diffuso e apprezzato in Italia. Viene coltivato sia nei frutteti sia nei piccoli giardini familiari per le sue tante peculiarità. Innanzitutto, dopo i primi anni di assestamento, è molto autonomo e resistente alle malattie e alle intemperie. Poi i suoi frutti sono pronti in autunno, quando gli altri alberi sono ormai spogli e, sul mercato, non sono ancora disponibili gli agrumi. Alternando le diverse varietà, più o meno astringenti, è possibile coprire un lasso di tempo piuttosto lungo.
Non dimentichiamo, per di più, che la pianta ha un innegabile valore ornamentale: a novembre le foglie prendono stupende sfumature aranciate e, quando cadono, lasciano in evidenza i magnifici pomi.
Il kaki è anche preziosissimo per l’ambiente: ai suoi piedi, grazie alle foglie che si decompongono velocemente, avremo sempre del terreno ricchissimo di materia organica. I frutti nati troppo in alto per essere raccolti con la scala si riveleranno, in inverno, un dolce regalo per i piccoli e bellissimi uccelli del nostro giardino (cinciallegre, cinciarelle, pettirossi).
Il cachi denominato “ragno” è una varietà molto diffusa nel nostro paese, apprezzata per la resistenza al freddo e per l’abbondanza della produzione.I frutti si riconoscono facilmente: la loro caratteristica peculiare è la presenza sulla parte inferiore di una ragnatela nera che contrasta con il colore acceso della buccia. Da questa è possibile valutare anche il grado di maturazione: sono pronti per il consumo quando diventa molto ampia provocando quasi delle fessurazioni.
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Il cachi ragno è un albero molto vigoroso e produttivo, ma la sua crescita iniziale è molto lenta: per arrivare allo sviluppo ideale è necessario aspettare anche 8-10 anni dall’impianto. Per ottenere risultati ottimali è bene scegliere per lui una zona ben calda ed illuminata, al riparo dai venti forti. I fiori sono ermafroditi e non necessitano quindi di impollinazione, anche se questa garantisce un prodotto da subito dolce e dalla polpa più scura.
La raccolta può essere effettuata da ottobre in avanti, ma quasi sempre si avrà un frutto astringente, quindi con buona quantità di tannini. Si consiglia quindi di stoccare i loti su dei fogli di carta con il picciolo verso il basso attendendo che la polpa diventi molto morbida e assuma una colorazione arancio acceso. Il processo può essere favorito e velocizzato dalla presenza di frutti che emettano etilene (mele, banane, pere). Un altro metodo consiste nell’esporre le bacche ad una forte gelata.
Al momento del consumo la buccia sarà molto sottile e può essere consumata o rimossa facilmente. Si consiglia, per ovviare alla consistenza gelatinosa, di porre il cachi in una ciotola e svuotarlo con un cucchiaino.
In commercio si trovano esemplari di circa 2 anni, a radice nuda o in vaso, innestati sulle specie Lotus o Viriginana. La produzione comincia quando la pianta raggiunge i 4 anni di età; la crescita è abbastanza lenta, sviluppando ampi e robusti rami laterali e superando, infine, di poco i 10 m di altezza. Per la messa a dimora, autunnale o primaverile, è importante garantire un suolo soprattutto ben drenato e possibilmente leggermente acido, anche se si adatta facilmente anche a pH più alti. La posizione migliore è in pieno sole, magari nei pressi di un muro che lo protegga dai forti venti. Il clima italiano è ideale: può essere coltivato ovunque (tranne sopra gli 800 m) perché le temperature non sono mai eccessivamente rigide (il limite è -15°C prolungati) e, grazie alla fioritura tardiva, è al riparo dalle gelate tardive.
Importante è non coprire il colletto (per evitare l’insorgere di marciumi) e inserire un’abbondante dose di ammendante organico sul fondo della buca
Il kaki richiede cure abbastanza assidue nei primi anni: necessita infatti di irrigazioni frequenti, ma avendo cura di evitare i ristagni. Utile è l’inserimento di un robusto tutore, specialmente nelle aree ventose. Nel Nord Italia è bene proteggere il tronco con materiale isolante durante l’inverno, almeno fino al decimo anno di età.
In compenso, vista la sua crescita lenta, non è quasi mai necessario intervenire con potature. Se vogliamo possiamo dare la tipica forma a vaso capovolto per aumentare l’insolazione e favorire la maturazione dei frutti
I cachi vengono commercialmente identificati come astringenti o non astringenti. I primi sono ricchi di tannino e al momento del raccolto non possono essere consumati perché possono allappare la bocca. Per questa ragione bisogna attendere la loro completa maturazione: il processo è facilitato dal porli insieme a delle mele (che emettono etilene) o facendoli congelare e poi scongelare.
Le varietà non astringenti sono invece dolci da subito: alcune, dette cachi mela, hanno una consistenza molto soda e possono essere consumate più facilmente, semplicemente affettandole.
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