marciume gerani

Domanda : marciume gerani

buongiorno e grazie in anticipo per la vostra risposta.

ho letto con attenzione le vs. risposte già pubblicate in merito all'argomento del marciume dei gerani ma non ho trovato analogia con il mio problema e pertanto chiedo ulteriori chiarimenti:

i miei gerani così detti "francesini", presentano si delle zone di marciume ma non al colletto dei rametti o alle radici bensì agli apici dei rami stessi.

Sono alcuni anni che, dopo la potatura primaverile, sviluppano in maniera molto generosa sia come vegetazione che come fioritura e tutto questo si mantiene perfetto diciamo fino alla fine di giugno, metà luglio. Poi incomincia il deperimento nonostante io continui ad annaffiare ogni 8/10 giorni con concime liquido apposito. Parte delle foglie seccano e il fusto degli apici marcisce diventando nero ed "acquoso" al taglio. Nello stesso momento al colletto delle foglie sottostanti il marciume si sviluppano dei nuovi getti. Le piante sono in cassette, esposte ad est. Durante l'inverno le porto su di un terrazzo a sud dove non ho necessità di ripararle poiché le accosto al muro della casa ed hanno sole tutto il giorno (quando c'è). A primavera poi: abbondante potatura, cambio terriccio superficiale con aggiunta di stallatico e, dopo una 20ina di giorni inizio le annaffiature con concime specifico. Ripeto, fino alla fine di giugno sono uno spettacolo e poi comincia il dramma. Tutto questo si ripete in modo sistematico da perlomeno 2/3 anni. Cosa sbaglio ?

Grazie infinite per quanto saprete dirmi e per i consigli che vorrete darmi.

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Risposta : marciume gerani

Gentile Pina,

spesso quando le piante presentano zone annerite e che si afflosciano si attribuiscono questi sintomi a malattie fungine, come il marciume radicale; in effetti però i marciumi radicali tendono a svilupparsi prevalentemente quando il terreno rimane umido e fresco per lungo tempo, cosa abbastanza probabile in un vaso di gerani esposto al sole di giugno. Quindi, il semplice sintomo di marcescenza dei rametti non è sufficiente a diagnosticare la presenza di un parassita fungino. Oltre a questo, purtroppo i parassiti che colpiscono le piante cambiano ed aumentano di anno in anno, per il fatto che sempre più spesso frutta, piante, vegetali e piante di ogni tipo viaggiano per l’intero globo, e il clima tende a mutare. Proprio per i motivi sopra citati, ovvero i trasporti di materiale vegetale e il clima europeo che diviene sempre più asciutto e caldo, negli ultimi anni delle minuscole farfalline sono emigrate, dall’Africa fino alle zone al nord del Mediterraneo; tali parassiti non erano conosciuti fino a pochi anni fa, perché non riuscivano a sopravvivere in Italia, è solo dal 2011 che la loro presenza è stata segnalata praticamente in tutta Italia. Si tratta di piccole farfalline, che in primavera depongono le uova vicino ai fiori o nei boccioli di geranio; le larve che fuoriescono dalle uova si cibano esclusivamente di gerani, prediligendo la polpa carnosa che si trova all’interno dei rametti; siccome le larve nascono vicino ai fiori, i rametti che vengono colpiti per primi sono quelli apicali, dove sono presenti dei boccioli; siccome le larve si cibano dell’interno del rametto, potrai notare il foro di entrata del bruco, il foro di uscita, e tra i due fori il ramo che si annerisce e dissecca, con l’interno molliccio, costituito prevalentemente dagli escrementi della larva. Queste larve sono molto voraci, e oltre ai rametti, si cibano anche delle foglie, dove capita di vederne qualcuno. Generalmente i bruchi sui gerani sono difficili da notare, perché sono dello stesso identico colore del fogliame e dei fusti, più che altro si vedono i loro escrementi, sparsi qua e là sulle foglie, sotto forma di piccole sferule nere. Questi bruchi hanno il picco di sviluppo tra maggio e giugno, ma la schiusa delle uova e la loro produzione può continuare fino a settembre o ottobre, dipende dal clima. In inverno, le farfalline si impupano e svernano tra le foglie, o all’interno dei fusti scuri, per essere pronte a risvegliarsi all’arrivo della primavera. Quindi, se di anno in anno i tuoi gerani sopravvivono, stai continuando ad allevare i piccoli bruchi. Per debellarli è importante rimuovere le parti scure e mollicce dei rami, controllando le ramificazioni che presentano dei minuscoli fori; tutte le parti potate vanno bruciate subito, perché altrimenti i bruchi si spostano da esse su altre piante. In primavera, non appena il clima diviene mite, fai subito un trattamento con un insetticida sistemico, ovvero che entra in circolo nella pianta, in modo che le future larve muoiano non appena cercano di cibarsi delle tue piante. Il metodo migliore consiste nell’utilizzo di insetticidi in compresse, da inserire nella terra del vaso, che si sciolgono ogni volta che annaffi, per avere una lunga copertura insetticida. Anche perché, se anche riuscirai a debellare tutte le larve dalle tue piante, considera che ci sono sempre i gerani dei vicini di casa, da cui possono arrivare delle farfalline dall’aspetto innocuo.


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