Dorifora

Dorifora

E' il nemico numero uno della patata ma anche della melanzana e, in misura minore, di pomodori e peperoni. Gustosi vegetali, largamente impiegati nella gastronomia italiana per una grande varietà di ricette, che tuttavia sono esposti all'attacco di un insidioso nemico, la dorifora. L'insetto, originario del Nord America, appartiene all'ordine dei coleotteri e ha un effetto devastante sulle solanacee. Gli agricoltori sono impegnati in una lotta quotidiana contro le infestazioni delle piante e quella da dorifora si caratterizza per essere particolarmente fastidiosa. Persino gli insetticidi, diventati nel tempo sempre più potenti, si sono dimostrati talvolta poco efficaci. Facilmente riconoscibili anche da un occhio inesperto, per via delle strisce nere sul corpo, le dorifore, dopo un periodo di inattività invernale, riemergono dalla terra in primavera e, con foga, si dedicano alla ricerca e all'attacco dei vegetali prediletti. I danni arrecati in genere sono ingenti, anche per la loro prolificità, una femmina depone da 300 a 500 uova, e longevità, con due, tre generazioni osservabili durante l'anno a seconda del clima. In genere prima e seconda generazione si accavallano e si possono facilmente osservare insetti adulti e larve dedicarsi tutti allo stesso identico obiettivo: attaccare fiori e foglie delle solanacee fino a far morire, spesso, l'intera pianta. Quando l'attacco è più lieve, le piante producono germogli laterali e nuove foglie ma i tuberi rimangono piccoli. Un vero tornado per l'orto e la campagna, molto probabilmente giunto in Europa nella seconda metà dell'Ottocento che si diffuse rapidamente in tutto il continente creando notevoli danni alle colture. Intorno alla Seconda Guerra Mondiale si registrò il picco dell'invasione, tanto che la propaganda nazista sostenne che l'insetto fosse stato lanciato in volo dagli aerei americani per sabotare i raccolti. In Italia il suo arrivo è da collocarsi intorno al 1944 e da allora ogni anno, puntualmente, si scatena una vera e propria guerra contro tale avido divoratore di vegetali. Eppure le tecniche per annientarlo esistono, basta avere pazienza e amore per la terra.
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Le armi biologiche

Dorifora Asportare manualmente uova, larve e dorifore adulte è una vera e propria impresa che richiede tempo e tanta pazienza, anche perché l'insetto si dimostra particolarmente coriaceo e, specie nel caso le piante siano tante, anche una discreta fatica fisica. Quindi è un rimedio applicabile solo in parte. C'è poi il meccanismo della rotazione colturale, ovvero quello di non piantare solanacee nei pressi di zone in cui siano stati coltivati vegetali dello stesso tipo l'anno precedente allo scopo, sostanzialmente, di far mancare il nutrimento agli insetti adulti svernanti. Si possono poi utilizzare fertilizzanti organici maturi e si può far ricorso a insetti antagonisti della dorifora come i coleotteri carabidi e la coccinella septempunctata: la lotta biologica sembra essere, infatti, una delle armi più efficaci nel contrasto ai parassiti che infestano le piante anche perché non comporta la diffusione nell'ambiente di sostanze chimiche di alcun tipo. In questa direzione va anche l'uso di insetticidi biologici, a base, ad esempio, di bacillus thuringiensis, scoperto agli inizi del Novecento in Giappone e di cui si trovano in commercio molti ceppi. Da tempo si è poi andato affermando l'uso, nell'ambito della lotta biologica, di un imenottero, l'Edovum puttleri, la cui femmina depone le uova all'interno dell'uovo di dorifora arrivando, in tal modo, ad annientarne diverse centinaia in poco tempo. Altro rimedio naturale è il tacchino, usato dagli agricoltori in virtù della loro predilezione a nutrirsi proprio del fastidioso divoratore di solanacee. C'è poi la cosiddetta pacciamatura, vale a dire il ricorso a un'operazione che consiste nel ricoprire il terreno con un pesante strato di materiale organico come paglia o sfalci di potature per allungare il sonno degli insetti che svernano mantenendo intatta la vitalità del terreno e preservando così la concorrenza biologica. Un ulteriore rimedio, infine, è quello di ricorrere, laddove possibile, a cultivar resistenti come ad esempio, la varietà di melanzana nota come "mostruosa di New York violetta".

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Gli insetticidi

In caso di infestazione particolarmente virulenta e su estensioni piuttosto ampie si può prendere in considerazione l'uso di un insetticida, previa valutazione tecnica di personale fitosanitario e al di fuori del periodo di fioritura. Oltre ai pesticidi chimici non sempre raccomandabili (come l'Actara o il Karate Xpress), esistono sostanze di origine naturale, come il piretro o il rotenone il cui impiego è comunque soggetto alla normativa essendo sostanze fortemente tossiche per i pesci, i rettili e gli anfibi ma anche, moderatamente, per gli animali a sangue caldo. Sono inoltre preparati privi di selettività, quindi dannosi per gli insetti utili. E' vietato il loro utilizzo in prossimità di corsi d'acqua e comunque se ne consiglia un impiego limitato nel tempo.

Tra tutti i parassiti fitofagi, ovvero quelli che si nutrono di vegetali, la dorifora è l'incubo di chiunque abbia un orto o un terreno destinato alla coltivazione delle solanacee, vale a dire patate, melanzane, pomodori, peperoni. Gli insetti, che svernano sottoterra, riemergono in primavera e aggrediscono con convinzione fiori e foglie fino a distruggere l'intera pianta o comunque danneggiarla seriamente. Particolarmente utile è la lotta biologica, ovvero l'uso di batteri e insetti antagonisti della dorifora ma anche operazioni come la pacciamatura possono rivelarsi efficaci nel preservare tali vegetali, incontrastati protagonisti delle tavole degli italiani.