Oleandro

L'oleandro

L'oleandro è un arbusto tipico della vegetazione mediterranea, è diffuso in tutta Italia in coltivazione, nelle zone meridionali è presente anche allo stato naturale; pianta ben nota agli appassionati di giardino e non, l'oleandro è un arbusto vigoroso sempreverde, che produce per tutta la bella stagione bellissimi fiori profumati, riuniti in racemi all'apice dei rami flessibili. I fiori sono di colore tipicamente rosa, ma esistono numerose varietà ibride, con fiori rossi o bianchi, talvolta variegati, talvolta doppi o stradoppi.

Gli oleandri sono piante molto diffuse nelle zone a clima mediterraneo grazie alle poche esigenze colturali, spesso si utilizzano nell'arredo urbano, in quanto sopravvivono anche in condizioni di coltivazione non ideali, come caldo estremo o siccità. Tipicamente in Italia gli oleandri vengono posti a dimora persino lungo le autostrade, visto che sono adatti a vivere senza annaffiature anche per mesi, continuando comunque la fioritura estiva.

Ai fiori in autunno seguono i frutti, lunghe capsule legnose, che contengono i piccoli semi fertili, dotati di propaggini piumose.

Il fogliame dell'oleandro è di forma ovale, allungata, di colore verde scuro; la pagina fogliare è ruvida e cerosa, non lucida e leggermente coriacea.

fiore oleandro

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Coltivare l'oleandro

fiore oleandroL'oleandro è un arbusto adatto ad essere coltivato in zone con clima invernale mite, infatti temono il gelo intenso e prolungato, che può rovinare l'estremità dei rami; difficilmente una gelata estemporanea rovina irreparabilmente la pianta, che in genere si riprende senza problemi dopo una semplice potatura, in primavera. Generalmente nelle zone a clima invernale molto rigido gli oleandri vengono coltivati in vaso, in modo da poterli spostare al riparo in caso di gelo o neve; oppure possono essere posti a dimora in zone poste a sud, con il riparo della casa, di un terrazzo, di un muro, che evitino di lasciare la pianta completamente in balia delle intemperie.

Se viviamo nel nord Italia, in luoghi in cui già l'autunno è decisamente molto freddo, con minime notturne inferiori allo zero, l'oleandro va posto al riparo e coperto con agritessuto già verso la fine di ottobre, e può essere riesposto all'aperto in aprile-maggio.

Non necessita di un terreno particolarmente ricco, prediligendo substrati poveri e molto ben drenati, gli eccessi di umidità possono promuovere lo sviluppo di muffe o funghi dannosi; in generale gli oleandri sopportano senza problemi la siccità, ma per avere una pianta vigorosa e una fioritura per tutta la bella stagione, è conveniente annaffiare la pianta quando il terreno è ben asciutto, quindi annaffiature abbondanti ma sporadiche.

A inizio primavera è consigliabile spargere attorno all'oleandro del concime granulare a lenta cessione, che garantisce il giusto tenore di sali minerali nel terreno per i mesi primaverili ed estivi.

In genere gli oleandri non necessitano di potature regolari o vigorose, è sufficiente, a fine inverno, rimuovere i rami rovinati dal gelo, gli apici che portano ancora i sei o i fiori appassiti, le ramificazioni più deboli.

IL CALENDARIO DELL’OLEANDRO
 Marzo- aprile  Concimazione, irrigazione, messa a dimora
 maggioIrrigazione, messa a dimora
 Giugno,

 luglio,

 agosto

Periodo di fioritura. Irrigare, propagazione tramite talea
 SettembreIrrigare, concimare, potare
 OttobreIrrigare / potare

 Nord e aree montane Centro-Sud

 Novembre

 Dicembre

 Gennaio

 Febbraio

 Ritirare le piante in vaso in serra fredda.

 Se in piena terra coprirle con telo  apposito

 Periodo di riposo  invernale

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Una pianta velenosa in giardino

boccioli oleandroCome è noto a tutti l'oleandro contiene, nel fogliame, nei fusti e nelle radici, un alcaloide fortemente tossico, che agisce per ingestione; si tratta quindi di una pianta fortemente velenosa.

Per fortuna il fogliame non ha un profumo invitante ed ha sapore fortemente amaro, cosa che rende praticamente impossibile che qualcuno decida di cibarsene, lo stesso dicasi per le radici e per i fusti.

Si consiglia comunque di fare attenzione nel momento in cui si decida di potare un oleandro, con conseguente presenza sulle dita di lattice tossico; le sostanze velenose contenute negli oleandri non vengono assorbite attraverso la pelle, può però capitare di sfregarsi gli occhi o di prendere del cibo e contaminarlo con le mani sporche; per questo motivo si consiglia di indossare appositi guanti, o comunque di lavarsi a fondo le mani dopo essere stati in giardino, così come le cesoie, il coltello da innesto, le forbici utilizzate per tagliare l'oleandro.

Nonostante gli oleandri contengano sostanze altamente velenose, cosa che avviene per molte altre piante del giardino, in genere in Italia è altamente improbabile che qualcuno rimanga vittima di tali veleni, a meno che non vengano appositamente utilizzati per nuocere.

Questo accade perchè, come detto prima, il fogliame delle piante velenose generalmente non è gustoso e profumato, anzi, e non invita ad essere mangiato, succhiato, masticato, aggiunto all'insalata.

Non dobbiamo quindi preoccuparci se abbiamo un oleandro in giardino, l'eventualità che qualcuno decida di dargli un morso è altamente remota.


Oleandro e clima

Oleandro e clima Le piante di Oleandro soffrono le temperature troppo basse ed hanno bisogno di un clima mite con estati caldi e secche ed inverni non troppo freddi. Al di sotto dei 5 gradi l'oleandro inizia a soffrire quindi potrebbe essere una buona cosa coprire queste piante se abitiamo in una zona dove in inverno le giornate con meno di 5 gradi sono numerose e frequenti.

Per posizionare l'oleandro in giardino scegliamo una zona ben esposta e illuminata, una zona ariosa del giardino. Sono da evitare angoli ombreggiati con poca luce perché in queste condizioni l'oleandro soffre un po' e vegeta male, con rami che diventano mal conci, foglie stentate e scarse fioriture.

L'oleandro non è una pianta delicata se viene coltivata in zone calde e secche, e può tranquillamente essere lasciata a se stessa come dimostrano i suoi frequenti utilizzi nel verde urbano e nel verde stradale per decorare rotonde, viali e altri angoli di verde nel traffico.


Quali sono le situazioni in cui l’oleandro vive meglio?

oleandro Come sappiamo l’oleandro è una pianta originaria del bacino del Mediterraneo: è chiaro quindi che ami le posizioni ben esposte e calde.

Ciò non significa che non possa essere inserito anche in un’area con ombra parziale. Ciò comporterà, generalmente, una fioritura più scarsa e una crescita più lenta.


In quali terreni e condizioni vive meglio l'oleandro?

oleandro fioritoQuesto cespuglio è ugualmente tollerante nei confronti del substrato. Vive piuttosto bene sia in terreni poveri e sabbiosi sia in quelli ricchi ed argillosi. Può addirittura vivere dove sia presente una discreta quantità di cloruro di sodio, solitamente nelle aree costiere (dove infatti è molto comune sia in coltivazione sia allo stato spontaneo).

Possono venire utilizzati con soddisfazione anche nelle aree caratterizzate da forti venti: molti infatti li utilizzano per creare delle belle barriere frangivento o siepi di media altezza. Teniamo però presente che questa situazione potrebbe influire negativamente sulla fioritura; i boccioli, infatti, sono piuttosto sensibili e possono venire facilmente staccati dalle forti raffiche.

È da notare inoltre che se il sale a livello delle radici è ben sopportato può invece diventare dannoso quando si deposita sulle foglie che potrebbero con il tempo macchiarsi o imbrunire.


Come preparare la messa a dimora dell'oleandro

Se abbiamo acquistato la pianta per corrispondenza, da regioni con clima molto diverso dal nostro, sarà bene aspettare qualche tempo prima di procedere con l’inserimento nella collocazione definitiva.

Nel caso viviamo in una zona molto più calda o molto più fredda l’ideale è esporre gradatamente (è sufficiente un periodo di una settimana-dieci giorni) l’esemplare alle nuove condizioni in maniera che non subisca traumi, evidenziabili generalmente con danni all’apparato fogliare o una ripresa molto lenta della crescita.

Appena ricevute le piante teniamole in un ambiente riparato, che non sia né troppo caldo, né troppo freddo, preferibilmente in un’area ombreggiata. Irrighiamo abbondantemente e, se si tratta di più esemplari, teniamoli vicini uno all’altro in maniera da ridurre la traspirazione e aumentare l’umidità ambientale.


Messa a dimora

Messa a dimora oleandro Dopo aver deciso quale sarà la collocazione definitiva dovremo scavare per ogni esemplare una buca che sia grande almeno il doppio o il triplo del contenitore. In questa maniera l’apparato radicale non sarà minimamente disturbato. Accertiamoci inoltre che la buca sia abbastanza profonda da consentire di avere il colletto al livello in cui si trovava nel contenitore.

Se abbiamo acquistato un esemplare a radice nuda o in sacco di liuta cerchiamo di maneggiarlo con la massima delicatezza per evitare di rompere o danneggiare l’apparato ipogeo.

Per le piante in vaso è raccomandabile aprire il fondo del pane di terra ed eliminarne almeno 1/3 in maniera che sia incoraggiata la crescita ne nuovo substrato.

Se l’esemplare è ad alberello sarà bene piantare in profondità anche un tutore, utile per almeno i primi tre anni.


Quale materiale di riempimento?

oleandri grandi fioriti Possiamo utilizzare il materiale che è stato estratto eventualmente addizionato con 1/3 di ammendante organico (soprattutto in caso di substrati molto sabbiosi per incrementarne la capacità di trattenere l’umidità).

Appena finita la lavorazione è molto importante irrigare abbondantemente. L’ideale è creare intorno al tronco una cunetta capace di trattenere l’acqua.

La potatura in questo caso non è strettamente necessaria, sempre che riceva in questo primo periodo una buona e constante quantità di acqua. Per evitare che insorga un eccessivo disseccamento fogliare a causa del trapianto può essere utile vaporizzare spesso la chioma.

Nel caso la pianta mostrasse gravi segni di sofferenza si può pensare di intervenire rimuovendo da 1/3 ad ¼ del fogliame e eventualmente i nuovi getti in maniera da evitare l’eccessiva traspirazione e il dispendio di energie.

Il periodo migliore per procedere è appena dopo la comparsa dei boccioli fiorali e comunque non dopo settembre. Se procediamo troppo a ridosso dell’inverno probabilmente sarà penalizzata la fioritura dell’annata successiva perché la pianta non avrà il tempo necessario per riprendersi dal trapianto.


Cure colturali

Necessità idriche gli esemplari affrancati sono considerati molto tolleranti nei confronti della siccità, sempre che si trovino in piena terra.

Generalmente nel Nord Italia non necessitano di interventi idrici, soprattutto durante la primavera e l’autunno. In estate invece, per supportarne la bella fioritura, può essere utile distribuire una abbondante razione almeno ogni 15 giorni.

Naturalmente dobbiamo sempre tenere presenti le condizioni climatiche (più ci si sposta al Sud e più è necessario intervenire) e la qualità del terreno. Con substrati sabbiosi è bene monitorare gli esemplari con maggiore attenzione.

La mancanza di acqua porta di solito ad un arresto della crescita e ad una ridotta fioritura. Inoltre, se grave (come accade spesso alle piante tenute in vaso e trascurate) può comportare un forte disseccamento sia dei fusti sia delle foglie.


Concimazione oleandro

L’utilizzo di fertilizzanti non è strettamente necessario. Bisogna però precisare che distribuirne una quantità adeguata, soprattutto di fosforo e potassio, aiuta la crescita e l’abbondante fioritura.

Il periodo giusto per la somministrazione è l’inizio della primavera. Un secondo intervento va fatto invece tra agosto e settembre.

Teniamo poi sempre sotto osservazione le foglie. Un terreno troppo povero le porta ad essere verde chiaro, magari piccole. I fusti avranno internodi troppo brevi.


Potatura oleandro

fiori oleandroGli oleandri sono molto semplici da potare. Intervenire con una certa regolarità ci garantirà esemplari robusti, sani e con moltissimi boccioli.

Si deve sempre tagliare al di sopra di un nodo fogliare. In questa maniera la pianta sarà stimolata a produrre nuove foglie e rametti. Nei primi anni sarà importante intervenire più e più volte per incoraggiare l’infoltimento ottenendo rami secondari e infine un cespuglio ben folto, basso e rotondo. Più rami secondari ci saranno e più la pianta andrà a fiore.

Quando? Il periodo migliore per potare va da settembre a ottobre. Tagliando in primavera si rischia di eliminare le gemme che andranno poi a fiore.

Quanto? Gli oleandri sono piante molto forti e sopportano anche potature molto severe. Se vogliamo possiamo anche ridurre di molto la dimensione della pianta, specie se pensiamo di aver perso il controllo sulla sua forma.

Come? Intervenendo in maniera oculata, e mantenendo il proprio intento negli anni, si possono ottenere svariate forme: a cespuglio, a mazzo, a ombrello (legando i fusti alla base), a fontana, ad albero o alberello (selezionando un unico stelo alla base).


Propagazione oleandro

La propagazione degli oleandri è delle più semplici. Si può scegliere liberamente tra la talea di legno maturo oppure apicale. In entrambi i casi bisognerà prelevare, tagliando in corrispondenza di un internodo, una sezione di circa 20 cm ed eliminando le foglie alla base.

Si dovrà poi inserire in una bottiglia di plastica riempita di acqua che va lasciata al sole. Quando le radici si saranno sviluppate si trasferirà la piantina in un substrato molto leggero e drenante, da tenere umido (ma non zuppo) in una zona ben esposta alla luce.

I risultati si ottengono nel giro di due settimane. In seguito si dovrà procedere con numerose cimature per incentivare una crescita ben accestita.


Oleandro in vaso

La coltivazione dell’oleandro in vaso è piuttosto semplice e può dare grandi soddisfazioni.

Il terriccio ideale è quello per piante fiorite, eventualmente addizionato con un po’ di sabbia e stallatico sfarinato (e un buon strato drenante sul fondo).

Ricordiamoci però che in vaso queste piante patiscono particolarmente la mancanza di acqua. L’unico modo per vederle sempre belle è irrigare con regolarità, almeno una volta al giorno durante l’estate, facendo anche uso di sottovasi. Chiaramente cerchiamo sempre di dare un contenitore di dimensioni adeguate o, ancora meglio, molto abbondanti.

La chiave per avere piante belle e fiorite sta nel posizionarle sempre in pieno sole e somministrare abbondante acqua e concime.


Come scegliere la nostra pianta?

La scelta della varietà specifica di oleandro è molto importante. Purtroppo sul mercato il più delle volte si trovano etichette in cui sono indicate solamente la forma del fiore (semplice o doppio) ed il colore. Come per le rose e per le altre piante sarebbe invece preferibile conoscere il nome della cultivar. Avremmo infatti la possibilità di scegliere esemplari prima di tutto maggiormente resistenti a malattie. Inoltre potremmo selezionare il portamento e le dimensioni definitive che la pianta raggiungerà in maniera che si adatti alla perfezione ai nostri scopi e ai nostri spazi, senza obbligarci ad intervenire continuamente.

Se questa possibilità di scelta ci è impedita, analizziamo però bene gli esemplari a nostra disposizione. I migliori sono sempre caratterizzati da foglie di un bel verde scuro e da un portamento cespuglioso e denso.

Da evitare assolutamente sono gli individui con rami spezzati, foglie necrotiche o gialle. Esaminiamo anche con attenzione l’eventuale presenza di insetti quali afidi o cocciniglie.

Se è possibile accertiamoci che estraendo la pianta dal suo contenitore il pane di terra rimanga intatto. È altrettanto importante però che l’apparato radicale non sia eccessivamente sviluppato, con la conseguenza di “girare” creando un ammasso molto compatto e infeltrito, incapace ormai di estrarre i nutrienti dal substrato.


Oleandro velenoso

L'oleandro è una pianta velenosa ed in particolare sono le sue foglie ad essere tossiche per l'uomo e per gli animali. Tuttavia nei confronti di questa pianta si crea spesso un eccessivo timore sino quasi a demonizzare l'oleandro e la sua presenza in giardino quando si hanno dei bambini piccoli o dei cani.

Il livello di tossicità delle foglie è molto elevato ma per stare male una persona o un animale dovrebbe mangiare le foglie. Un semplice contatto con l'oleandro non crea solitamente particolari problemi.

Cani e gatti generalmente stanno lontani da questa pianta. Più pericoloso risulta invece per gli erbivori che sono comunque attratti dalle piante. Si tratta quindi di una pianta con la quale va fatta un po' di attenzione ma che si può coltivare tranquillamente in giardino.


La leggenda dei soldati di Napoleone

Sempre restando in tema di oleandro e velenosità, c'è una leggenda curiosa che però ci fa capire quanto questo argomento sia dibattuto da anni e quanto l'oleandro sia una pianta da trattare coi guanti.

La leggenda in questione vuole che dei soldati di Napoleone, durante una pausa in uno dei tanti loro spostamenti, arrostirono della carne utilizzando la legna di oleandro come combustibile. I soldati morirono tutti e la causa della loro morte fu proprio la tossicità della pianta.

L'oleandro infatti non è tossico solamente nei fiori, nel fusto e nelle foglie ma addirittura il fumo che si sprigiona quando l'oleandro brucia è tossico.

Prestate quindi molta attenzione alla legna che utilizzate per le vostre grigliate estive ed evitate di bruciare legnetti di oleandro per cuocere le vostre bistecche!