Patchouly - Pogostemon cablin
A questo genere appartengono circa quaranta specie di piante perenni sempreverdi, diffuse in Asia; come pianta aromatica si coltivano prevalentemente le specie patchouly cablin e patchouly heyanus, originari della Cina e dell'Indonesia. Le piante sviluppano piccoli arbusti eretti, costituiti da fusti legnosi o semilegnosi, che portano numerose grandi foglie di colore verde scuro, lucide, ovali, con margine dentellato, leggermente cerose, talvolta trilobate; se stropicciate queste foglie emanano un intenso profumo speziato, molto apprezzato dall'industria cosmetica, le foglie essiccate si utilizzano anche in erboristeria in quanto ricche di oli essenziali dalle rinomate proprietà. Il nome Patchouli proviene probabilmente dall'impero persiano, dove appare già nei primi anni del XIX secolo. Si afferma che sia una parola derivata dalla parola tamil composta dai termini “patch” (verde) e “ilai” (foglia ).
Nei luoghi di origine è una pianta da sottobosco e ama le esposizioni semiombreggiate. Nel nostro paese, specialmente al Centro-Nord, tollera bene il pieno sole, a patto che il terreno risulti sempre fresco. Occupiamoci inoltre di acclimatare gradualmente le piante all’inizio della stagione vegetativa per non causare bruciature fogliari.
Nelle regioni meridionali è invece preferibile inserirla in un’area raggiunta dal sole solamente al mattino (specialmente nei mesi estivi). Ancora migliore è il posizionamento sotto un pergolato o ad un albero latifoglie.
Il Pogostemon cablin può sopportare temperature di alcuni gradi inferiori allo zero, ma preferisce climi più miti con temperature minime vicine ai 5-8°C; in natura vengono coltivate ai piedi di altri alberi ad alto fusto, quindi in zone piuttosto ombreggiate, o con luce filtrata grazie alle fronde degli altri arbusti. Volendo è possibile coltivare i pogostemon come piante da appartamento, decorative per le grandi foglie scure e per i piccoli fiori tubolari, di colore lilla chiaro, prodotti in estate. Anche se coltivate in appartamento, durante la stagione estiva è meglio tenere la pianta all'aperto, sempre in zone ombreggiate dove i raggi del sole non arrivano diretti alla pianta.
IL PATCHOULI IN BREVE |
Famiglia, genere, specie | Lamiaceae, pogostemon cablin |
Nome comune | Patchouli o pasciulì[ |
Area di origine | Cina, India, Thailandia, Indonesia |
Tipo di pianta | Erbacea a portamento cespuglioso |
Colore dei fiori | Bianco-lilla |
Altezza a maturità | Fino a 70 cm |
Coltura | Da media a difficile |
Esposizione | Mezz’ombra, sole |
Terreno | Ricco, fresco, drenato |
Irrigazioni | frequenti |
Umidità del terreno | Sempre fresco |
pH terreno | Da neutro a subalcalino |
Crescita | Da media a veloce |
Rusticità | delicata |
Temperatura minima | Temperatura minima |
Temperatura ideale | >10°C |
Propagazione | Semina, talea apicale |
Utilizzo | Vaso, piena terra (angolo aromatico) |
- Il genere salvia comprende alcune centinaia di specie di piante erbacee originarie del continente Americano, dell'Europa e dell'Africa settentrionale; possono essere erbacee o veri e propri arbusti, p...
- Proviene dalle coste del Mediterraneo. Pianta aromatica con foglie molto profumate, assai utilizzate in cucina. Durante il periodo invernale alcune varietà perdono completamente le foglie mentre altre...
- La Ruta graveolens proviene dall'Europa meridionale, dove può crescere a carattere spontaneo, soprattutto nei terreni pianeggianti e lungo i litorali. E' una pianta aromatica con foglie e radici mo...
- la Valeriana officinalis è una pianta officinale che cresce anche spontaneamente, originaria delle Regioni dell'Europa Occidentale. Si tratta di arbusti perenni, completamente rustici, che crescono ...
Il pogostemon cablin è una pianta erbacea molto simile alla menta, da cui differisce per il profumo caldo e sensuale che sprigionano le sue foglie, specialmente quando vengono essiccate e fermentate.
Questa essenza si trova raramente in commercio presso vivai perché risulta piuttosto delicata e lo sfruttamento delle sue componenti aromatiche non è immediato.
Per cimentarsi nella sua coltivazione si dovrà partire sicuramente da semina, procurandosi i grani presso rivenditori specializzati o, meglio, acquistandoli in internet. In alternativa cerchiamo esemplari adulti presso vivai specializzati in essenze tropicali.
Il terreno delle nostre piante di Patchouly deve essere fertile, ricco, soffice e profondo, molto ben drenato. Gli esemplari coltivati in vaso vanno rinvasati ogni 2-3 anni, per permettere uno sviluppo equilibrato dell'apparato radicale.
Le piante di Pogostemon cablin vanno annaffiate regolarmente, evitando di inzuppare troppo il terreno; durante i mesi freddi, ovviamente, è opportuno ridurre le annaffiature che avverranno in maniera sporadica. Da marzo a ottobre fornire del concime per piante verdi ogni 10-15 giorni, sciolto nell'acqua delle annaffiature per garantire alla pianta un ottimo sostentamento e crescita.
La riproduzione del Patchouly avviene per seme o per talea semilegnosa.
Queste piante, essendo piuttosto resistenti, non vengono in genere colpite da parassiti o da malattie.
Le piante di patchouly sono celebri per le loro molteplici proprietà. In Asia, le foglie della pianta, essicate, sono utilizzate con frequenza per la cura dei reumatismi, per la nausea, il mal di testa e i dolori addominali. In Giappone le foglie vengono utilizzate come antidoto per il veleno dei serpenti mentre secondo la medicina ayurvedica, la pianta di Patchouli ha importanti proprietà afrodisiache, energizzanti, rigeneranti che consentirebbero allo stress di allontanarsi dal corpo e di ritrovare quindi benessere ed equilibrio psicofisico. Un'ulteriore qualità del patchouli è il suo potere cicatrizzante. Sempre dalle foglie è infatti possibile ricavare un olio essenziale in grado di migliorare l'aspetto delle pelle grazie ai suoi principi attivi.
IL CALENDARIO DEL PATCHOULI |
Messa a dimora | Aprile |
Ritiro in serra calda (piante in vaso) | Fine ottobre |
Pacciamatura (piante in giardino) | Novembre |
Cimatura e raccolta | Da maggio a settembre |
Talea apicale | Aprile-maggio |
Semina | Aprile |
Il patchouli è piuttosto sensibile alle basse temperature: l’ideale è mantenersi sempre al di sopra dei 10°C, anche se i primi problemi (arrossamento delle foglie) si constatano intorno ai 5°C. Con temperature al di sotto dello zero termico i danni saranno sicuramente irreversibili.
È quindi evidente che la coltivazione nel Centro-Nord può essere effettuata solamente in vasi, in maniera da poter riparare gli esemplari in serra riscaldata o in casa durante i mesi invernali. Nelle regioni meridionali, invece, specialmente lungo le coste, è possibile tentare di inserire le piante in piena terra, in una posizione riparata dai venti. Un aiuto ci verrà, nei mesi più rigidi, da una spessa pacciamatura a base di materiale vegetale o teli appositi.
Per avere una crescita vigorosa e evitare disseccamenti è bene fornire un substrato abbastanza ricco, ma dotato di una buon drenaggio. L’ideale, sia per vaso sia per il giardino, è mescolare parti uguali di terriccio con terra di campo argillosa a cui aggiungeremo un poco di sabbia. Creiamo sempre sul fondo uno strato drenante con ghiaia o argilla espansa.
Le radici del patchouli richiedono sempre un ambiente fresco e leggermente umido. Terra secca e calore possono danneggiare gravemente la pianta in un solo pomeriggio. Irrighiamo quindi con una certa frequenza, specialmente in estate, senza lasciar mai asciugare completamente il terreno, ma evitando però anche che risulti sempre zuppo.
Le piante in contenitore vanno monitorate con ancora maggiore attenzione.
Un aiuto, anche in questo caso, ci può venire da una spessa pacciamatura vegetale.
Per avere una crescita rigogliosa il substrato deve essere piuttosto ricco. Oltre ad un ammendante organico in superficie è bene distribuire, durante la stagione vegetativa, un prodotto liquido equilibrato, ogni circa 15 giorni. Sospendiamo durante l’inverno.
Per ottenere un esemplare compatto e molto ramificato è bene, soprattutto dalla primavera all’estate, effettuare frequenti cimature. Ad ogni modo la pianta tollera molto bene le potature.
È un vegetale abbastanza resistente, ma alcuni nemici possono aggredirlo, specialmente se coltivato in serra. Prestiamo particolare attenzione al ragnetto rosso e agli attacchi di bruchi fitofagi.
Le foglie del patchouli possono essere raccolte durante tutta la bella stagione, da maggio a settembre. Il caratteristico profumo, però, sarà però molto leggero e percepibile solamente sfregandole vigorosamente. Potremo apprezzarlo maggiormente dopo averle fatte seccare in un’area ombrosa, secca e ventilata. Questo trattamento può moltiplicare fino a dieci volte l’aromaticità, senza però arrivare ai livelli che si ottengono in erboristeria (dopo averle fatte fermentare e aver estratto tramite vapore gli oli essenziali).
Le foglie essiccate saranno in ogni caso molto utili e apprezzate per la realizzazione di pot-pourri o di sacchetti da inserire negli armadi, magari in abbinamento ad altre essenze delicate, quali lavanda o salvia.
Il patchouli, attualmente, non è indicato per l’utilizzo alimentare, ma nel tempo è stato impiegato, soprattutto in Oriente, per dare aromi particolari ad alcuni tipi di tè. Le sue foglie erano inoltre fumate, mescolate a quelle di altre piante, in particolare del tabacco.
Si riteneva che il suo profumo fosse un potente antidepressivo: le foglie venivano bruciate per l’aromaterapia e gli oli essenziali veniva sfruttati per massaggi rilassanti.
A questi oli venivano, oltre a ciò, attribuite virtù antisettiche e antinfiammatorie: erano ritenuti preziosi per le pelli secche, irritate o dove vi fossero infiammazioni, eczemi o morsi di insetti e serpenti.
La medicina cinese lo ritiene anche un ottimo rimedio per mal di testa, nausea, diarrea e problemi addominali.