Rosmarino secco
Il rosmarino secco presenta diversi vantaggi, sia di tipo pratico che di tipo nutrizionale, rispetto a quello fresco. E se da un lato la praticità di un alimento conservato va spesso a contrapporsi alla genuinità di uno fresco, dall'altro per quanto riguarda il rosmarino il consumatore non è tenuto a scegliere tra queste due "virtù" della spezia. Oltre ai benefici pratici che il rosmarino secco condivide con altri alimenti conservati, infatti, quest'erba aromatica ne possiede, nella sua forma essiccata, di nutrizionali. E li possiede in quantità e qualità da fare tranquillamente invidia a qualsiasi spezia fresca. Più in dettaglio, vedremo che vi sono almeno 3 ragioni per le quali bisognerebbe preferirlo nella sua versione essiccata. In questa breve guida avremo modo di esaminarle.
Il rosmarino secco, a differenza di quello fresco, non necessita di alcuna cura. L’unica accortezza che è necessario avere è quella di tenerlo chiuso all'interno di un recipiente isolandolo dall'aria. Se non si fa così, infatti, esso potrebbe assorbire acqua dall'aria che lo circonda, reidratandosi e perdendo così la sua capacità di conservarsi a lungo. Il processo di essiccamento, infatti, funziona proprio in virtù del potere disidratante che esercita sull'erba aromatica. Una volta che questo viene meno, essa non può più essere conservata. Decidendo invece di preferire il rosmarino fresco, sotto-forma quindi di pianta, bisognerà continuamente prendersene cura. Per non parlare poi dell’ingombro: una pianta di rosmarino, infatti, nel suo periodo di massimo sviluppo può anche raggiungere i due metri di altezza. L'ingombro è decisamente notevole.
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Il rosmarino secco, come del resto tutte le spezie essiccate, si conserva più a lungo. Come già detto, infatti, il processo di essiccamento implica la disidratazione della spezia. Una volta che l’alimento è stato privato dell’acqua in esso contenuta vengono meno le condizioni favorevoli alla proliferazione di muffe e batteri, in quanto i microrganismi proliferano in ambienti ricchi di acqua. Sia ben chiaro però che una spezia, fresca o conservata che sia, questi microrganismi li contiene. La loro presenza non costituisce un problema per la salute del consumatore finché il loro numero è contenuto. In quest'ottica, il vantaggio che il rosmarino essiccato ha su quello fresco in termini di praticità, sta nel fatto che la proliferazione dei microrganismi patogeni viene enormemente rallentata dalla disidratazione. Ed è proprio per questo che una spezia fresca deve necessariamente essere consumata più in fretta di quanto i microrganismi non si riproducono.
Il rosmarino secco, e questo è il suo vero punto forte, è uno dei pochissimi alimenti che non perdono le sue proprietà nutrizionali a seguito del processo di essiccamento. La maggior parte dei cibi infatti, per quanto conservi buona parte delle sue sostanze nutritive, a seguito dell’essiccamento perde alcune vitamine, in particolare la vitamina C (acido ascorbico). Questo non è il caso del rosmarino essiccato, che, nutrizionalmente parlando, rimane praticamente identico (o quasi) alla sua controparte fresca. Questo suo lato positivo è di particolare interesse per persone che sono abituate a consumare cotti altri alimenti fonte di vitamina C (per esempio pomodori o peperoni). La vitamina C è infatti termosensibile (viene cioè distrutta dal calore), pertanto se da un lato gli amanti dei cibi ben cotti dovrebbero preferire cibi fonti di vitamina C freschi, il rosmarino fa eccezione. Diventa dunque possibile, limitatamente a quest’erba aromatica, coniugare i vantaggi di praticità a quelli nutrizionali.
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