Curare i gerani
Non si ruba. Sia chiaro, non si ruba! Basta con la pessima abitudine di impadronirsi di cose che non ci appartengono. Vergogna! Con i Pelargonium è sempre così: “Guarda che bello... accosta un attimo che stacco un rametto...”. Ma vi sembra giusto? Tutti sanno che i Pelargonium “prendono” facilmente e allora... il passo è facile e ci vuole poco. Un gesto veloce e via, con in mano un pezzetto di ramo, un frammento verde che bisogna mettere a radicare prima possibile, prima che perda del tutto il suo turgore, la sua vitalità.
Certo, bisogna fare le giuste distinzioni! Ci vuole sensibilità per capire quando viene il momento di trasgredire certe regole che vanno sì rispettate nelle loro linee generali, ma senza inutili formalismi o integralismi ! Ad esempio il comandamento di “non rubare” a volte si scontra con l'urgenza di salvare dall'estinzione o da un'esistenza nell'ombra delle piante, delle varietà strepitosamente interessanti cadute chissà come in mani sbagliate.
Giorni fa una cima di un Pelargonium stellar si è accidentalmente staccata dalla pianta giusto nel momento in cui la mia mano passava da quelle parti. La pianta apparteneva ad un signore che non aveva (e non avrebbe mai) notato l'esistenza di una interessante mutazione. Forse la pianta subirà drastiche potature o sarà uccisa dall'incuria, ma quella taleuzza è salva. Un rametto che aveva assunto forme ancora mai viste sarà forse il capostipite di una nuova varietà. Diciamo che lo spiacevole incidente della cima staccata servirà a recuperare qualcosa che sarebbe andato perduto, servirà ad arricchire l'intera umanità (e quindi anche il proprietario della pianta madre!) di una nuova cultivar. Quante volte capitano queste cose! Quante volte siamo costretti a “rubare” a fin di bene. Ogni giardiniere, ogni vivaista avrebbe storie e storie da raccontare. Ma meglio lasciar perdere. Meglio raccontarci degli acquisti o degli scambi di piante, di semi o di talee.
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Siamo ad Aprile. Il tempo degli acquisti, delle fiere, delle scampagnate. Noi vivaisti entriamo in fibrillazione, ci tuffiamo nel periodo di più intensa attività. Consegne, contatti, telefonate, viaggi. Sempre di corsa fino a tarda sera. Iniziano le fiere del verde dove si possono incontrare vivaisti collezionisti. E' questa una strana categoria di persone che hanno dei tratti in comune con tutti gli altri vivaisti, ma che sembra quasi ci tengano ad apparire diversi. Alcuni di essi sono in effetti prestati al vivaismo da altri mestieri: insegnanti, professionisti, magari in pensione o che hanno voluto cambiar vita. Hanno assunto connotati diversi, si sono tolti di dosso i panni “civili” per indossare quelli da contadino. In primavera vengono fuori dalle loro serre e vanno in giro per l'Italia con camioncini, furgoni, camper, auto col rimorchio. Anch'io le prime volte portavo le mie piante col camper. 500 Pelargonium e tre passeggeri stipati all'inverosimile. Poi la fiera: un ombrellone, due sedie in un angolo di una piazza o di un parco e per due o tre giorni quella è casa nostra. Così l'Italia delle mura medievali, delle dimore storiche, delle antiche regge in primavera si anima, si colora di fiori. Consiglio ai lettori di cercare sui siti e sulle riviste di giardinaggio le date degli appuntamenti primaverili. Sono giornate intense ed eccitanti per noi espositori. Saltiamo su e giù tra le piante, parliamo con più clienti in contemporanea, e poi... consigli, battute, scambi di indirizzi. E finché c'è bel tempo, bene. A volte piove. Altre volte tira vento. In queste fiere del verde si possono trovare stranezze e rarità, di solito presentate con competenza e con passione dai loro produttori. Anche per noi vivaisti l'occasione è ghiotta. Ciascuno ha le sue collezioni, ma non dispiace lasciarsi andare ad “incursioni” in ambiti diversi. Oppure scambiamo piante dello stesso genere. Trovo quasi sempre Pelargonium nuovi. O tra le piante succulente o tra quelle odorose o tra quelle per i giardini aridi. Quando poi incontro un altro collezionista di Pelargonium potrei trascorrere giornate intere a parlare e a scambiare piante.
Sui banchi dei collezionisti di Pelargonium non manca mai quel libro che è diventato un punto di riferimento primario per tutti gli appassionati: “Gerani”, di Adriana Vitali, Edagricole, collana Le Gemme Verdi. E' stato recentemente ristampato. C'è da essere orgogliosi che un testo così completo, chiaro, ben fatto sia edito in Italia. Chiunque voglia conoscere i Pelargonium non può che passare dalla lettura del libro della Vitali, appassionante non solo per i giardinieri esperti ma anche per lettori neofiti di giardinaggio. L'autrice arricchisce il testo di descrizioni e spiegazioni che hanno origine dalla sua esperienza concreta, facendo riferimento a episodi e fatti della sua vita quotidiana. A volte rivelando i propri trucchi e stratagemmi utili ad avere Pelargonium sempre belli e sani. Del resto tutti noi abbiamo trovato, nel tempo, soluzioni personali ai piccoli problemi delle nostre piante. Perché non metterle in comune?
In questa stagione ci troviamo spesso con piante di gerani che nei mesi invernali hanno assunto una forma imperfetta o addirittura sgradevole. Come fare per curare i gerani? I lunghi rami dei gerani che ancora in autunno si presentavano carnosi, turgidi e ricoperti di foglie si sono via via spogliati ed oggi appaiono legnosi e rinsecchiti. I nodi, dove qualche mese prima erano attaccate le foglie, sembrano essersi ridotti a dei semplici ingrossamenti del ramo. Se non fosse per la presenza di qualche fogliolina in cima, diremmo che il ramo è morto. E' importante sapere come curare i gerani per poterli coltivare al meglio.
Intanto la primavera è lì. I giorni sono sempre più lunghi e caldi ma nulla accade. Anzi sembra che col passare del tempo i lunghi rami legnosi diventino sempre più lunghi, legnosi e spogli. Che fare per curare i gerani?
Spesso non ce la sentiamo di rischiare con una potatura decisa ed azzardata per i gerani.
Tempo fa mi sono imbattuto in un Pelargonium zonale della varietà Mr Wren, dal fiore rosso e bianco. La piantina era ormai costituita da un unico lungo ramo e la scelta di potarlo era fuori discussione. La dominanza dell'apice va contrastata con l'eliminazione dell'apice stesso. Così ho staccato l'apice. A guardare la pianta sembrava che nulla fosse cambiato. Ma qualche millimetro di materia era sparito su su in cima. Ben presto è iniziata la trasformazione, grazie anche a delle concimazioni appropriate. Nell'arco di qualche settimana lungo tutto il ramo sono apparsi dei piccoli puntini verdi. L'assenza dell'apice e delle sostanze ormonali da esso prodotte ha consentito a tante piccole gemme di spuntare... quasi dal nulla.
Mr Wren è un Pelargonium zonale. I Pelargonium zonali sono un universo vasto, vastissimo, spesso si fa fatica a distinguere le singole varietà. Certo quando si è di fronte ad un zonale è sempre chiaro: la foglia morbida, pelosa, spesso con una zonatura marcata, il portamento eretto... ma la varietà non è facile da riconoscere. In qualche caso aiutano i fiori: doppi, semidoppi o semplici, e soprattutto il loro colore. Mr Wren è un Pelargonium apparentemente simile a tutti gli altri, comune per fogliame e dimensioni, ma è unico per il fiore. Quando l'ho trovato in un vivaio, tra piante di vario genere, l'ho subito notato, riconosciuto e... comprato.
Anche quel vivaista prima di me l'ho aveva comprato, appunto perché era stato colpito dal fiore: sembra quello di un Pelargonium bianco, con una grande pennellata rossa al centro di ogni petalo che lascia così intravedere un bordo bianco leggermente striato.
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