Nandina - Nandina domestica
Arbusto sempreverde originario dell'Asia, molto rustico, ben adattato al clima italiano, ed europeo in genere. Da un robusto apparato radicale vengono prodotti sottili fusti legnosi, che all'apice portano ampi cespi di grandi foglie pennate, costituite da sottili foglioline lanceolate, di colore verde scuro, e dalla consistenza rigida e abbastanza coriacea; in genere le piante producono più fusti vicini, in modo da dare origine ad un arbusto tondeggiante, molto denso e compatto. In primavera all'apice dei fusti sbocciano piccoli fiori candidi, riuniti in lunghe pannocchie, spesso arcuate. In estate ed autunno i fiori lasciano il posto a numerose piccole bacche di colore rosso vivo, che rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva. Un arbusto adulto di
nandina domestica può raggiungere i 150-180 cm di altezza.
I giovani germogli sono in genere rossastri, durante l'inverno tendono a divenire completamente rossi; esistono moltissime varietà ibride o cultivar di nandina, alcune hanno portamento particolarmente compatto, non superando i 35-40 cm di altezza, altre hanno il fogliame costantemente rosso o aranciato.
Sono piante molto adatte ad essere coltivate come esemplari singoli, o in siepi colorate; le varietà nane si utilizzano anche nelle bordure o nel bordo misto.
Si tratta di un arbusto molto vigoroso e rustico, che non teme il freddo invernale. Ama posizioni soleggiate o semiombreggiate, in un luogo eccessivamente ombreggiato tende a non fiorire e non produrre fogliame colorato, tutta la pianta assume una colorazione verde scuro.
Si pone a dimora in un buon terreno fresco e ricco, anche se tende a svilupparsi praticamente in qualsiasi terreno, purché sia ben drenato e non rimanga umido a lungo; sopporta senza problemi periodi di siccità anche prolungati, soprattutto se è a dimora da tempo.
Gli esemplari da poco a dimora invece preferiscono essere annaffiati durante l'estate, soprattutto in caso di siccità prolungata.
Può capitare, nelle zone con inverni decisamente molto rigidi, che la pianta perda parte del fogliame, anche se questo non compromette la ripresa vegetativa primaverile.
A fine inverno in genere si procede alla concimazione degli arbusti, interrando ai piedi del fusto dello stallatico maturo o dell'humus; volendo è anche possibile utilizzare per le concimazioni un concime granulare a lenta cessione, che si scioglierà progressivamente nell'arco di alcuni mesi.
In genere queste piante non necessitano di potature, anche se può essere utile rimuovere i rami che portavano le bacche, una volta che queste sono cadute.
Sono in ogni caso arbusti sani e rustici, che non vengono generalmente colpiti da parassiti o malattie; talvolta, in caso di siccità prolungata, il fogliame può venire attaccato dagli acari, senza che questo vada in realtà a rovinare significativamente le piante.
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A prima vista le nandine ricordano i bambù nel loro sviluppo; in Cina e parte dell'Asia la Nandina viene chiamata bambù sacro, e viene per questo piantata nei pressi dei templi; si ritiene sia una pianta porta fortuna, quindi è molto diffusa in coltivazione.
Viene molto utilizzata anche per produrre bonsai, anche se si tratta sicuramente di un'essenza adatta agli esperti di quest'arte, da sconsigliare ad un neofita, a causa del fogliame di grandi dimensioni. Inoltre, in zone dal clima caldo, la nandina domestica cosi come il bambù, può invadere ed estendersi per tutto il giardino, sia mediante i semi sia mediante le sue radici che sono difficili da strappare ed eliminare. Per questo motivo, alcuni sconsigliano assolutamente questa pianta mentre altri (la maggior parte dei giardinieri) affermano sia una delle migliori specie ornamentali per il giardino!
Per quanto riguarda la moltiplicazione, dobbiamo affermare che è molto semplice propagare la nandina; se abbiamo un esemplare della specie tipo possiamo provare a seminare i piccoli semi contenuti nelle bacche, anche se spesso questi semi non sono fertili; nel caso di varietà particolari questa operazione si può anche evitare, visto che se anche germogliassero, non saremmo sicuri dell'aspetto della pianta poi ottenuta, difficilmente uguale alla pianta madre. Il metodo di propagazione più indicato è la talea semilegnosa, da praticarsi in primavera inoltrata o a fine estate: si prelevano gli apici dei rami, e ad essi si asportano la maggior parte delle foglie, avendo cura anche di accorciare le ultime foglie rimaste; quindi si interrano le talee in un buon terriccio umido e fresco, da tenere in luogo ombreggiato, e da annaffiare frequentemente.