Uso solfato di rame
Buongiorno,
vorrei sapere se usare il solfato di rame sui peschi in piena vegetazione
oppure se questa pratica e dannosa per la pianta.
Grazie
Gentile Giancarlo,
il
solfato di rame è un concime ed un fungicida, utilizzato anche in agricoltura biologica; si tratta di un prodotto non eccessivamente tossico, che resta comunque dannoso se utilizzato in grandi quantità. In particolare, in genere il solfato di rame risulta molto dannoso per le piante, che assorbono questo metallo attraverso le foglie, e possono subire danni anche gravi. In genere si mescola il solfato di rame con della calce, per fare in modo che abbia un ph più vicino a quello delle foglie, e quindi meno dannoso; il risultato viene detto poltiglia bordolese. Anche in questo modo, resta un fungicida da utilizzare con cautela; su molte piante, come sul pesco, il solfato di rame e la poltiglia bordolese vengono utilizzati solo come fungicidi in trattamenti preventivi, a fine inverno, e mai sulle piante già in vegetazione; non si utilizza neppure nel periodo in cui sulle piante sono già presenti delle gemme ben ingrossate, perché potrebbe bruciarle, rendendo improduttivo l’albero per la stagione seguente. Oltre a questo, come per ogni antiparassitario, sarebbe bene utilizzare il prodotto sulle piante solo quando non sono presenti api, o altri insetti utili, nel giardino, in modo da non disturbarli.
Per quanto riguarda il pesco, fungicidi a base rameica si utilizzano su queste piante solo in autunno, quando le foglie sono già cadute, o a fine inverno, prima che le gemme si ingrossino.
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Il rame è utilizzato fin dall’antichità in ambito agricolo. Ultimamente il suo impiego indiscriminato e continuo è stato messo in discussione: da alcuni veniva considerato con un prodotto miracoloso per ogni tipo di malattia, ciò ha portato, soprattutto in alcune aree, ad effetti negativi sulla fauna e sulla qualità del sottosuolo.
Questo prodotto va utilizzato con cautela in quanto ha la tendenza ad accumularsi nel suolo e, di conseguenza, può facilmente raggiungere la falda acquifera sottostante, provocando un pericoloso inquinamento. Per questo fatto è fondamentale usare il rame con criterio e trovare delle valide alternative che ne consentano la riduzione del consumo.
Il rame agisce principalmente come anticrittogamico di copertura, con azione fungicida e battericida. Si tratta di un prodotto esclusivamente preventivo nei confronti di muffe e batteri.
Nel primo caso impedisce la germinazione delle spore e il diffondersi della patologia nei tessuti sani della pianta. La sua efficacia nei confronti dei batteri, invece, si esplicita bloccandone l’attività respiratoria, la sintesi delle proteine e l’attività della membrana. Conseguentemente cessano di crescere ed alimentarsi a spesse della pianta ospite, riducendo così drasticamente la diffusione.
Il suo spettro di azione è molto ampio: peronospora della vite, moniliosi (presente su di un gran numero di fruttiferi), bolla del pesco, ticchiolatura e varie batteriosi.
Ha inoltre un’azione secondaria nei confronti della botrytis e dell’arterniosi.
Solfato rameico è molto economico, ma risulta fortemente corrosivo e dannoso per i tessuti vegetali e trova pochissimo impiego in purezza.
Poltiglia bordolese è un miscuglio di
solfato rameico e calce. La sua efficacia è inferiore rispetto al sale in purezza, ma, dato che aderisce meglio ai tessuti vegetali, riduce il dilavamento permettendo di fare meno trattamenti.
La formulazione classica prevede, per 100 litri di acqua, 1 kg di
solfato rameico e 600 g. di calce viva. Altre combinazioni sono possibili tenendo presente che aumentando la percentuale di calcio ci sarà un incremento della adesività, ma un abbassamento dell’efficacia. Oggi è però possibile (e consigliabile a livello hobbistico) l’acquisto di prodotti preformulati, sotto forma di polvere finemente micronizzata e altamente solubile. Oltre ad aumentare la praticità si riduce il rischio di grumi (che possono ostruire gli apparecchi per la nebulizzazione). A seconda delle necessità si sciolgono dai 10 a 25 gr di prodotto per litro di acqua. Per aumentare ulteriormente l’adesività è possibile addizionare un poco di emolliente al miscuglio, mescolandolo all’acqua prima di procedere. Si può utilizzare dell’olio minerale o vegetale.
Ossicloruro triramico di rame e calci è meno fitotossico dei due formulati precedenti, ma anche meno efficace. Ha però il vantaggio di macchiare di meno frutti e foglie. Venduto anch’esso sotto forma di polvere o microgranuli, va diluito nella dose di 2-5 g. per litro.
Idrossido di rame si ottiene trattando il solfato rameico con la soda caustica. E’ meno persistente rispetto alla poltiglia bordolese, ma è meno fitotossico. Ha inoltre un’azione immediata e potente nei confronti delle crittogame e batteriosi. Le dosi ideali vanno da 5 a 10 gr per litro.
In generale possiamo dire che un prodotto come la poltiglia bordolese è poco efficace, ma è adatto alla prevenzione nel lungo periodo. L’idrossido di rame ha un’azione immediata di abbattimento della patologia, ma verrà dilavato nel giro di pochi giorni. L’ossicloruro è una via di mezzo.
La resistenza alla pioggia è davvero limitata, in ogni caso. Precipitazioni che superano i 20 mm sono sufficienti per annullarne l’efficacia, costringendo a ripetere il trattamento. Ricordiamo che, essendo prodotti solamente di copertura, non proteggono la nuova vegetazione, ma che, per ogni specifico utilizzo e per ogni coltura, si possono, in un’annata, operare un numero massimo di somministrazioni.
Innanzitutto è nota la sua fitotossicità: il rame influenza negativamente la crescita e può causare necrosi e bruciature sulle parti ancora non lignificate: steli, foglie, frutti.
Le piante più sensibili sono il pesco e il pero (su cui le applicazioni vanno effettuate solamente sul bruno, cioè quando manca totalmente la vegetazione).
Risultano però mediamente sensibili anche i ciliegi e gli albicocchi. Più tolleranti sono invece la vite e molte orticole. La distribuzione va effettuata inoltre sempre con tempo e vegetazione ben asciutta.
- Danneggia irreparabilmente il polline. Bisogna quindi evitare di trattare in fase di fioritura, specialmente nell’orto, nel frutteto e nella vigna.
- Contamina le falde acquifere ed è pericoloso per la fauna acquatica.
- Non è biodegradabile e si accumula nei terreni. Con l’andar del tempo può causare una perdita vitalità ( meno batteri e micorrizie) e quindi di fertilità, situazione cui sarà molto difficile porre rimedio. Il problema sarà più evidente quando più il substrato risulta a reazione acida.
In molti casi l’uso del rame si è rivelato praticamente insostituibile. E’ quindi molto importante impiegarlo responsabilmente, limitandone le dosi e il numero di somministrazioni.
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In questi giorni ho messo il verderame sugli alberi,ciliegio albicocca cachi e anche sulle fave.
Dopo un giorno ho nota
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