Batteri e virus della vite

Storia

Pare che la vite spontanea o silvestre sia una pianta di origine antichissima, addirittura preistorica. La sua scoperta invece, da parte dell'uomo, risalirebbe al Paleolitico e ha dato vita a diverse teorie su come possa essere cominciata. Una delle teorie più suggestive è quella che vede i primi uomini raccogliere le bacche delle viti selvatiche ad imitazione degli uccelli. L'utilizzo di un contenitore in cui riporre gli acini e la pressione degli uni sugli altri, avrebbe fatto fuoriuscire il succo producendo una specie di vino rudimentale, consumato dai nostri antenati. Si ritiene che la prima pianta venne domesticata in Anatolia o comunque nella zona transcaucasica più di 8000 anni fa. I Greci poi coltivarono viti con filari bassi che esportarono in Italia nelle loro colonie; gli Etruschi invece conoscevano solo viti molto alte. Da allora a oggi, la vite è ancora una delle coltivazioni più amata e pregiata.
mosaico giallo

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I virus della vite

accartocciamento fogliare La presenza di un'infestazione virale è particolarmente deleteria per le viti, e si manifesta con una sintomatologia ben precisa. La pianta infatti può presentare danni strutturali, crescendo in maniera anomala. Anche alterazioni cromatiche dei componenti più sensibili della pianta è un indice evidente della sua malattia. Tra le malattie di origine virale più diffuse ricordiamo: quelle a complesso di arricciamento e degenerazione infettiva, quelle del legno riccio e quelle ad accartocciamento delle foglie. Il primo tipo a seconda dei sintomi manifestati assume nomi diversi: a mosaico d'arabis, a mosaico giallo, a colorazione perinervale. Si tratta di una malattia infettiva molto diffusa nelle viti antiche e provocata da nematodi. Responsabili dell'accartocciamento fogliari sono nove virus, come il GLRaV, mentre tra i virus che causano l'arricciamento del legno ricordiamo l'RSP.

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Batteri della vite

flavescenza dorata vite Le malattie provocate da batteri sono comunemente indicate come infezioni da fitoplasmi, ma più conosciute come "giallumi della vite". Questo tipo di infezioni è stato scoperto negli anni '50 in diverse aree del mondo, ma ha assunto diffusione preponderante nelle viticolture Europee. Quando si parla di infezioni da fitoplasma ci si riferisce in genere a due malattie molto dannose per le coltivazioni: il legno nero e la flavescenza dorata. Come il nome stesso delle malattie ci suggerisce, esse agiscono a livello epidermico, imbrunendo i tralci nel primo caso, ingiallendo le foglie nel secondo. Proprio per la presenza rada o nei casi più gravi massiccia di alterazioni cromatiche, risulta molto facile distinguere una pianta infettata da batteri rispetto a una pianta sana, e tentare quindi di intervenire.


Batteri e virus della vite: Come combatterli

flavescenza dorata Ma esistono dei sistemi per combattere virus e batteri della vite? E quali sono? Le infezioni virali, sono principalmente il frutto di nepovirus, trasmessi da nematodi che si nutrono delle radici della pianta e del terreno su cui si trova l'innesto. Il principale mezzo attraverso cui questi virus si propagano, è l'utilizzo da parte del viticoltore di materiale di coltura infetto. Purtroppo ad oggi, una volta che la nostra pianta è stata infettata da organismi virali, non si può fare nulla per combattere l'infezione, se non isolare le viti malate da quelle sane, impedendo che il morbo si propaghi. In questo caso è importantissima la prevenzione che passa attraverso la scelta di materiale controllato. Anche nel caso di patologie provocate da batteri, l'unico mezzo di lotta efficace è la prevenzione che si esplica generalmente attraverso l'annientamento degli insetti vettori.


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