Orchidee cura
Le orchidee appartengono alla famiglia delle Orchidaceae e comprende innumerevoli variazioni e sottofamiglie. Proprio per questo motivo risulta complesso, seguire delle precise regole per avere tutte le orchidee in salute. In linea generale, la prima cura delle orchidee è data dall’apporto di nutrimento e di acqua: annaffiare circa ogni 5/ 12 giorni in modo tale da tenere il terreno umido e non bagnare le foglie e i fiori. Nel dettaglio si mantiene il terreno umido di alcune varietà (Miltonia, Cymidium, Dontoglossum etc.) quasi secco in altre (Vanda, Ascocenda e Phalaenopsis) e umido durante la crescita per le varietà di Cattleya, Brassia, Dendrobium e l’Oncidium. I fertilizzanti, indispensabili per la cura delle orchidee, possono essere utilizzati una volta al mese e, devono essere a base di fosforo, azoto, potassio e ferro. Prima di concimare la pianta occorre bagnarla, in modo tale da agevolare l’assorbimento degli elementi.
Il rinvaso è una pratica indispensabile per la cura delle orchidee, in modo tale da avere sempre una pianta rigogliosa e ben nutrita. È bene sapere che il terreno deve essere formato da scaglie di pino, perlite e altri materiali indispensabili per realizzare un terriccio ben drenato. Il rinvaso avviene durante la stagione primaverile e inoltre: si rinvasano almeno ogni 18/ 24 mesi circa; utilizzare piccoli vasi per evitare un eccessivo dispendio di energie per la crescita del fogliame e lo sviluppo dei fiori. Riguardo al vaso da utilizzare, bisogna che esso possegga determinate caratteristiche, come ad esempio dei fori atti ad agevolare il drenaggio e, se la pianta si mette a dimora in un contenitore di argilla, essa avrà bisogno di annaffiature più frequenti. Se si possiede un’orchidea terrestre, occorre eliminarla dal vecchio vaso, riporla in uno pulito, cospargere sulle radici della terra e lasciare circa 12 mm tra il cerchio e il compost. L’orchidea epifita invece, si rimuove dal vecchio terriccio, si potano le radici morte mentre quelle in salute vengono avvolte in modo da formare una sorta di palla. In seguito si rinvasa e si annaffia solo dopo una settimana. Come si può notare, prendersi cura delle orchidee non è complesso.
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Curare queste piante significa mantenere le infiorescenze il più a lungo possibile. I colori e le strutture variano secondo la specie di appartenenza, infatti è possibile osservare infiorescenze: gialle, bianche, rosse, viola, lilla, con o senza venature etc. La fioritura avviene verso la fine dell’inverno e fino a massimo marzo. Ha una durata di circa 12 settimane e, quando i fiori iniziano a sbiadire occorre reciderli. Se si nota la presenza di marciume, bisogna tagliare tutto il materiale infetto, bloccando così lo sviluppo della malattia. Mai recidere una foglia a metà o eliminare bulbi vivi e non utilizzare forbici non sterilizzate (immergendole in candeggina o usando materiali usa e getta). Se si seguono questi piccoli accorgimenti, si ha cura delle orchidee e, se si posiziona la pianta a contatto con le fresche temperature notturne, essa fiorirà ogni anno.
La temperatura, ventilazione e aria, sono tra gli elementi indispensabili per la cura delle orchidee. La pianta ha bisogno di vivere in temperature comprese tra i 18 e i 30 °C anche se può resistere a temperature di massimo 37 °C circa e di minimo 16 °C. Le specie che crescono nei boschi, come si può notare, possono invece sopportare temperatura nettamente inferiori, rispetto a quelle messe a dimora all'interno delle abitazioni. Se il fiore vive all’interno dell’ambiente domestico, occorre ventilare per bene la pianta perché nel caso in cui venga colpita da parassiti e malattie, essa guarirà in tempi più brevi. Durante la stagione estiva è conveniente lasciare le finestre aperte, facendo entrare aria naturale grazie alla quale si agevola l’evaporazione dell’acqua e l’assorbimento da parte della pianta di luce solare. La cura delle orchidee non termina durante la stagione invernale, infatti in questo periodo basta utilizzare un piccolo ventilatore.