Drosera

Le Piante carnivore: la Drosera

Il genere Drosera conta circa centocinquanta specie di piante carnivore, diffuse praticamente in tutto il globo; la maggior parte delle specie però sono originarie dell'Australia e dell’Africa meridionale; come avviene per tutte le carnivore, si tratta di piante che in natura vivono in luoghi paludosi o torbiere, caratterizzate da alta umidità del terreno e dell’aria, e da bassa quantità di Sali minerali disciolti nel terreno. La specie più diffusa in coltivazione, e che più facilmente si trova in vivaio, è Drosera capensis, originaria, come suggerisce il nome, dell’Africa meridionale.

Tutte le specie formano una densa rosetta di foglie, che hanno forma lineare o a spatola, più o meno allargata, e colore verde chiaro, o rossastro. Tutta la superficie delle foglie è ricoperta da una sottile peluria rossa: all’apice di ogni piccolo pelo (che funziona come un tentacolo) è ben visibile una piccola gocciolina di una sostanza adesiva trasparente, che serve per intrappolare le prede. Quando ad una foglia di drosera si appoggia un insetto, questi rimane appiccicato alla colla presente sulla foglia, che si arrotola, per poter portare la preda verso la base delle foglie, dove sono presenti peletti muniti di goccioline di un enzima digestivo; dopo aver “mangiato” l’insetto, la foglia si srotola, tornando alla sua posizione originaria. Può capitare che le drosere catturino prede più grandi del solito, in questo caso, la foglia che li ha intrappolati, in genere dissecca dopo che l’insetto è stato digerito.

In primavera tra le foglie si erge un sottile fusto, che porta grandi fiori a cinque petali, molto decorativi.

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Coltivare la drosera

DroseraEsistono svariate varietà di drosera, molte delle quali sono abituate a vivere in un ambiente ombreggiato, lontano dai raggi diretti del sole; drosera capensis, e alcune altre specie invece prediligono le posizioni ben soleggiate e molto luminose; nell’acquistare una drosera informiamoci subito sulla specie, in modo da conoscere le necessità di illuminazione, fondamentali per lo sviluppo e la salute della pianta.

Come avviene per la gran parte delle piante carnivore, anche le drosere sono abituate a vivere nelle torbiere e negli acquitrini, con un terreno molto povero di sali minerali, e una costante umidità molto elevata; per coltivare le drosere quindi le si pone a dimora in un terriccio costituito esclusivamente da torba, mescolata a poca sabbia o perlite, per evitare che l’acqua non permetta alle radici la respirazione.

Evitiamo in ogni caso l’utilizzo di terriccio già pronto, tipo terriccio universale, questi terricci infatti contengono una buona quantità di azoto, che risulta mortale per le piante carnivore, anche se in basse concentrazioni. Infatti queste piante ottengono l’azoto di cui necessitano dalle prede che catturano, e sono abituate a vivere in zone completamente prive di Sali minerali disciolti nel terreno; contrariamene a quanto avviene per le altre piante quindi, per le piante carnivore la concimazione può risultare una operazione fatale, che porta al completo disseccamento dell’intero apparato fogliare.

Le drosere che comunemente si trovano in vivaio non sono resistenti al freddo, quindi queste piante si coltivano in serra fredda, o comunque in un luogo freddo, dove però le temperature non discendano mai al di sotto dei 5°C, pena la perdita del fogliame, e talvolta anche dell’intera pianta.

Necessitano invece di una umidità costante, e in genere si pongono a dimora in vassoi bassi, o in ciotole, riempite con torba e sabbia, poste in ampi e capienti sottovasi, in cui si mantengono circa 2-3 cm di acqua, costantemente, per tutto l’arco dell’anno, in modo da imitare quanto più fedelmente possibile un ambiente umido. Evitiamo di coltivare le carnivore in vaso, a meno di possedere un terrario chiuso, dove sia possibile controllare l’umidità e la temperatura.

Le annaffiature vanno fornite spesso e regolarmente, impedendo in ogni modo al terreno di asciugarsi del tutto; per evitare di appesantire il terreno con Sali minerali, minando così la salute della pianta, è consigliabile annaffiare le drosere utilizzando acqua demineralizzata.

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La drosera in erboristeria

DroseraLe Drosere sono piante utilizzate anche nella medicina popolare e in erboristeria; in particolare contiene dei principi attivi utilizzati per sedare, calmare e curare la tosse, anche le forme gravi e convulsive di tosse, anche nei bambini.

Si utilizza anche nei casi di asma, e per calmare i sintomi di svariate malattie dell’apparato respiratorio.

In particolare si utilizza in erboristeria ed in omeopatia la tintura madre di drosera, preparata macerando la pianta intera, foglie, fiori e radici; oppure se ne utilizzano le piccole piante disseccate (intere) per preparare tisane.

Nel fogliame e nelle radici sono contenute altre quantità di flavonoidi, miscelate a naftochinoni, dei glucosidi presenti anche in altre piante.

Le proprietà della drosera, da un punto di vista scientifico, sono antiinfiammatorie e sedative della muscolatura liscia, quindi viene utilizzata contro la tosse in quanto sedativo della muscolatura che viene utilizzata nell’atto del tossire.


Propagare le drosere

DroseraAnche se coltivate in vaso, le drosere tendono a fiorire con facilità; i fiori sono autoimpollinanti, quindi anche con una sola pianta ed un solo fiore è possibile ottenere dei piccoli semi fertili. I semi di drosera possono venire sparsi semplicemente nella ciotola che contiene la pianta che ha fiorito, oppure posti sulla superficie di un apposito letto di semina, che va tenuto nelle stesse condizioni della pianta madre, ovvero alta umidità, buona luminosità e temperature che non scendano al di sotto dei 5°C.

Le drosere possono venire propagate anche per talea fogliare, asportando una foglia sana e rigogliosa, partendo dalla parte attaccata alla rosetta della pianta, che spesso risulta più chiara rispetto al resto della foglia; tali talee si pongono direttamente a dimora, in un piccolo vaso, e tendono a radicare rapidamente, dando origine ad una minuscola rosetta.

Le piante di drosera tendono anche ad auto propagarsi, producendo degli stoloni al cui apice si sviluppa una nuova rosetta di foglie, e quindi una nuova pianta, che può venire staccata dalla pianta madre, e rinvasata singolarmente.




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