Anturio - Anthurium andraeanum
Gli anthurium sono tra le piate più coltivate in appartamento, appartengono alla famiglia della aracee, come ad esempio le comuni calle bianche da giardino; le somiglianze tra i due generi sono molto chiare nei fiori, o meglio nelle infiorescenze: come avviene per le calle, anche l’anturio produce un sottile stelo carnoso, che porta un infiorescenza a pannocchia, costituita da piccoli fiori addossati, detta spadice; sotto l’infiorescenza è presente una sorta di grande brattea, detta spata, costituita da una foglia trasformata, vivacemente colorata. La specie più diffusa di anturio in coltivazione in Italia, è anthurium andraeanum, caratterizzato da grandi foglie lucide, a forma di cuore, portate da lunghi piccioli flessibili, in genere arcuati, e infiorescenze di colore rosso vivo. In vivaio possiamo però trovare moltissime varietà di anturio, con spata di colore bianco, rosa, arancio, viola, crema. Gli anturi hanno dimensioni contenute, in genere non superano i 50-60 cm di altezza, e necessitano di piccoli vasi, per questo motivo sono molto adatti anche in appartamenti di piccole dimensioni. Negli ultimi anni, in vivaio, si comincia a trovare anche un’altra specie di anturio, anthurium crystallinum, caratterizzato da grandi foglie dalla pagina superiore vellutata, a forma di cuore, con fogliame di colore verde scuro, e visto se venature bianche, molto caratteristico e piacevole, in quanto le foglie risultano molto più decorative rispetto a quelle dell’anthurium comunemente coltivato, che viene invece particolarmente apprezzato per i fiori.
L'Anthurium andraeanum è di coltivazione abbastanza semplice, per ottenere però una fioritura molto prolungata ed una pianta sana e rigogliosa è necessario prestarle qualche cura, o otterremo un pane di radici che porta pochissime foglie e nessun fiore. Gli anturio sono originari del sud America, abituati in natura ad un clima decisamente tropicale, caratterizzato da temperature alte e una costante buona umidità nell’aria. In appartamento non abbiamo alcun problema a garantire ai nostri anturium andraeanum un clima sufficientemente caldo, per tutto l’anno, visto che in primavera ed in estate ci pensa il clima esterno a garantirci il caldo, mentre in autunno ed inverno, circa 20°C sono in genere presenti nelle nostre abitazioni; un poco più difficile è mantenere l’aria sempre umida, in quanto le stagioni calde italiane sono caratterizzate da un’aria decisamente asciutta, mentre in inverno ci pensa l’impianto di riscaldamento ad asciugare l’aria. Per questo motivo, è sempre consigliabile posizionare gli anturium andreanum in un capiente portavaso, sul cui fondo porremo dei ciottoli, o della sabbia colorata, in modo da potervi tenere qualche centimetro di acqua, che però non raggiunga mai il vaso; in questo modo aumenteremo la quantità di acqua presente nell’aria attorno alla pianta. Per aumentarla ulteriormente è consigliabile vaporizzare frequentemente la chioma; fondamentale è anche tenere la pianta lontana da fonti di calore diretto e correnti d’aria.
Prediligono posizioni abbastanza luminose, ma ami direttamente esposte ai raggi solari diretti, che possono rapidamente rovinare il fogliame.
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Il vaso è in genere abbastanza piccole, perché gli anturium andraeanum producono un apparato radicale semi epifita, e quindi le radici tendono a svilupparsi al di fuori del vaso, senza alcun problema; il terriccio sarà simile a quello delle orchidee, mescolato anche a poco terriccio universale; quindi possiamo preparare un terriccio ideale mescolando poco terriccio con pezzetti di torba, pezzetti di corteccia o di polistirolo, in modo da ottenere un materiale poco coeso, leggero e poroso.
Gli anturium amano una costante umidità anche del terreno, quindi vanno annaffiati con regolarità, ma utilizzando piccole quantità d’acqua; è opportuno mantenere il substrato di coltivazione umido, e non inzuppato d’acqua, evitando che rimanga asciutto a lungo. Si annaffia quindi ogni due o tre giorni, evitando di annaffiare se il terreno risulta ancora umido, ed intensificando le annaffiature durante i periodi più caldi dell’anno, quando la pianta tende a svilupparsi maggiormente.
Gli anturium tendono a fiorire in primavera inoltrata o in estate, ma se trovano un clima sufficientemente caldo ed umido tendono a fiorire costantemente per tuto l’anno; quando i fiori appassiscono, è bene asportare il fusto che li portava, recidendolo alla base vicino alle radici. Per avere sempre una pianta rigogliosa, è bene, da marzo a settembre, fornire un buon concime, almeno ogni 12-15 giorni, mescolato all’acqua delle annaffiature.
In genere gli anturi tendono a non venire attaccati dai parassiti, a meno che le nostre cure colturali non siano carenti in qualche modo; quindi il miglior antiparassitario resta sempre la corretta cura colturale, che ci permette di non dover utilizzare prodotti chimici sulle nostre piante.
Eccessi di annaffiature, che portano il terreno ad essere sempre bagnato, inzuppato di acqua, portano spesso allo sviluppo rapido di dannosi marciumi radicali o del colletto, che si manifestano con il vistoso ingiallimento del fogliame, concomitante alla presenza di vegetazione molliccia, e di fusti che ricadono.
Piante coltivate in un clima eccessivamente asciutto, e in zone poco ventilate vengono spesso colpite da cocciniglia o da acari, che tendono a rovinare le foglie, producendo vistose puntinature giallastre, o decolorazione del fogliame.
All’arrivo della primavera, spesso ci facciamo prendere dall’entusiasmo, e ci dedichiamo subito ad allestire il terrazzo per l’estate, o ai primi lavori in giardino, dimenticandoci delle nostre piante da appartamento. In realtà, anche per loro è il momento di maggiore splendore e vegetazione, e quindi anche queste piante necessitano, in primavera, di essere curate nel modo migliore.
Non appena le minime notturne salgono al di sopra dei 15-20°C, è bene, se possibile, spostare le nostre piante da appartamento all’aperto, in modo che godano di un clima più naturale, rispetto a quello che ricevono in casa.
Prima di portarle fuori però è buona norma ripulirle della polvere e dei residui che tendono a depositarsi sulle foglie; armiamoci di un bel panno in microfibra umido (volendo, intinto nel latte) e ripuliamo bene le foglie di ficus, anturi, spatifilli ,potos.
La primavera è anche il momento migliore per i rinvasi, se quindi il nostro anturio si è parecchio ingrossato, producendo radici anche al di fuori del vaso, o se è nello stesso vaso da più di due anni, prepariamo un contenitore leggermente più grande del precedente, e spostiamolo ambiando anche tutto, il terriccio, sostituendolo con un composto nuovo e fresco.