Calanthe
Le calanthe sono bellissime orchidee terricole, ne esistono alcune centinaia di specie, diffuse prevalentemente in Asia, con alcune specie in Madagascar e nelle isole dell’Oceania; sono state divise in due gruppi: la piante che vivono in zone con inverni freddi tendono ad avere un periodo di riposo vegetativo, e vengono chiamate calanthe a foglie caduche; le varietà originarie delle zone tropicali, con clima caldo per tutto l’anno, vengono dette calanthe sempreverdi. Sono piante di dimensioni medie, che producono lunghi fusti in primavera, che portano infiorescenze magnifiche, che contano numerosissimi fiori; alcune hanno infiorescenze a pannocchia, con i fiori che sbocciano in successione; altre invece producono infiorescenze più leggere, con i fiori meno assiepati, che ricordano quelle delle phalaenopsis. LA fioritura si prolunga per alcune settimane; i fiori sono di colore vario, dal bianco candido al rosa, dal giallo al porpora; esistono anche molti ibridi, non sempre moderni, visto che la calanthe è stata la prima orchidea ad essere ibridata nel mondo occidentale, e queste orchidee hanno avuto un particolare momento di gloria verso la fine dell’800. Contrariamente a quanto avviene per la gran parte delle orchidee che troviamo in vivaio, alcune varietà non temono il freddo, e potrebbero quindi venire coltivate anche nei giardini italiani; altre invece hanno esigenze tipiche delle piante tropicali, e quindi in inverno vengono coltivate in casa, o in serra temperata.
Orchidea sempreverde originaria della Cina e dell’Asia centrale, diffusa anche in zone montuose; ha radici rizomatose, che tendono ad allargarsi nel tempo, non possiede pseudobulbi, o ne produce di dimensioni minute; ogni pianta produce tre grandi foglie, erette, coriacee, caratterizzate da venature evidenti, in rilievo, che possono raggiungere i 50-60 cm di altezza; in primavera produce un fusto, alto circa 25-35 cm, eretto, al cui apice sbocciano numerosi fiori gialli, riuniti in una densa infiorescenza a spiga; i fiori sbocciano in successione, e durante la fioritura rimangono nell’infiorescenza i fiori appassiti, di colore scuro.
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Specie originaria delle montagne Giapponesi, sempreverde e rustica, adatta anche a vivere nei giardini italiani, se ci si ricorda di coprire gli pseudobulbi e il colletto della pianta all’arrivo delle basse temperature autunnali; produce grandi foglie rigide ed erette, ampie, dall’aspetto coriaceo, di colore verde chiaro, ogni pseudobulbo può produrre fino a quattro ampie foglie, alte circa 25-35 cm; in primavera, tra le foglie, si eleva un sottile fusto ramificato, che raggiunge il metro di altezza, che porta numerosi fiori di colore bianco, con la parte inferiore marrone o marrone-rosato. Pianta di coltivazione abbastanza semplice, si pone a dimora in una aiuola ombreggiata, in quanto il caldo sole estivo la rovinerebbe irreparabilmente.
Orchidea d origine tropicale, diffusa in Asia meridionale, nelle foreste pluviali; ha pseudobulbi piccoli, che producono alcune grandi foglie, erette, allargate, che possono raggiungere i 60 cm di altezza; alla base delle foglie, in primavera, si sviluppa un sottile fusto eretto, che porta una grande e fitta pannocchia di fiori giallo oro, molto appariscenti. Il fusto che porta i fiori si può ergere anche per 40-50 cm, dando alla pianta un aspetto maestoso per un’orchidea.
Orchidea diffusa in natura nell’Asia centrale e meridionale, e anche in Africa meridionale; gli pseudobulbi sono ovali, e tendono con gli anni ad accestire; producono grandi foglie erette, plicate, coriacee, di colore verde scuro; in primavera, tra le foglie, si erge un fusto spesso e rigido, che porta numerosi grandi fiori di colore viola. Predilige temperature minime superiori ai 10-12°C.
Orchidea originaria delle Filippine, con foglie decidue; produce foglie grandi e un sottile fusto arcuato, ramificato, caratterizzato da una sottile peluria, che porta i fiori di colore rosa; orchidea che predilige clima caldo e umido, e posizioni a mezz’ombra; la fioritura avviene in autunno, e con il passare degli anni, con l’ingrossamento degli pseudobulbi, i fusti floreali tendono a divenire sempre più grandi, fino a raggiungere i 40-50 cm di lunghezza.
Queste orchidee sono presenti in più di 150 specie, più le varietà ibride; per questo motivo le necessità climatiche delle calanthe sono tra le più varie: esistono piante che possono venire coltivate tranquillamente in giardino, altre che necessitano del riparo di una serra fredda, altre invece che non sopportano temperature inferiori ai 12-15°C; per questo motivo, quando acquistiamo un'orchidea, informiamoci dal coltivatore per capire se troverà posto nell’aiuola insieme alle hoste, o se invece dovremo farle spazio sulla mensola in soggiorno. La gran parte delle calanthe sono piante grandi, che possono tranquillamente raggiungere i 45-55 cm di altezza, al momento della scelta del luogo in cui coltivarla ricordiamoci questa caratteristica, in modo che una volta sviluppatasi la pianta possa trovare tutto lo spazio di cui necessita. La maggior parte delle orchidee offrono una sfida per il coltivatori, in quando amano i luoghi molto luminosi; questo non avviene per le calanthe, che prediligono zone semiombreggiate, come avviene nel sottobosco, dove la luce solare diretta non penetra mai. Scegliamo per queste piante (sia in vaso, sia in piena terra) un terriccio simile a quello che possiamo trovare nel bosco: soffice e poroso, che possa mantenere l’umidità, ma che non tenda a compattarsi. Nono sono orchidee epifite, quindi prediligono un terriccio ricco, costituito da terriccio universale, mescolato a poca perlite o pietra pomice (per aumentare il drenaggio), e a fibra di cocco, pezzetti di corteccia, che hanno la funzione di mantenere a lungo l’umidità. Non necessitano di una grande umidità ambientale, ma vanno annaffiate con grande regolarità, evitando di lasciar asciugare il terreno completamente e a lungo. Quindi durante la bella stagione andranno annaffiate anche due o tre volte a settimana, mentre nei mesi freddi le annaffiature saranno sporadiche. Almeno una volta all’anno, interriamo vicino alla pianta, una piccola dose di concime granulare a lenta cessione che garantirà il giusto tenore di Sali minerali. Per ottenere piante sane e prolifiche, è consigliabile interrare gli pseudobulbi solo per metà, coprendoli poi con un materiale incoerente, quale perlite o pietra pomice, o argilla espansa, in modo da evitare che ricevano eccessiva umidità.
Le calanthe a foglie caduche vanno coltivate come avviene per la gran parte delle bulbose: non appena vicino agli pseudobulbi notiamo lo sviluppo di germogli, cominciamo ad annaffiare, e ripetiamo le annaffiature fino a quando non notiamo che il fogliame tende ad ingiallire; a questo punto possiamo tagliare le foglie alla base, e lasciar asciugare completamente il terreno, ricominceremo ad annaffiare la primavera successiva, quando gli pseudobulbi ricominceranno a germogliare. Se coltiviamo queste calanthe in giardino, dissotterriamo gli pseudobulbi, e conserviamoli in luogo fresco, buio ed asciutto, fino alla primavera. Se invece le piante sono in vaso, e le piante temono il gelo, ricordiamo di porle al riparo, ma non in un luogo eccessivamente caldo, oppure avranno serie difficoltà ad andare in riposo vegetativo, e quindi l’anno successivo potrebbero non fiorire.
Ovviamente queste piante producono semi, come avviene per la maggior parte delle piate; purtroppo non risulta facile propagare le orchidee per seme, in quanto i semi sono di dimensioni minuscole e tendono a germinare con difficoltà; oltre a questo, spesso gli esemplari presenti in Italia tendono a non venire impollinati, rendendo poco disponibili i semi. Alcune specie non hanno pseudobulbi, ma producono rizomi che tendono ad allargarsi in orizzontale, creando delle piante sempre più grandi, con più fusti floreali; in autunno è possibile dividere questi cespi di rizomi, producendo nuove piante: cerchiamo di mantenere qualche grossa radice per ogni porzione di rizoma, che favorirà lo sviluppo della nuova pianta. Per quanto riguarda invece le piante che producono pseudobulbi, dopo la fioritura, nel periodo di riposo vegetativo, possiamo dividere i gruppi di più pseudobulbi, dando origine a nuove calanthe. Se abbiamo delle calanthe a foglie caduche, alla riprese vegetativa possiamo dissotterrarle, ripulire delicatamente le radici e suddividere i vari pseudobulbi in differenti vasi, con terriccio fresco; attendiamo almeno un paio di giorni dopo il trapianto prima di ricominciare ad annaffiare le nuove piante. Ogni anno, uno pseudobulbo darà origine almeno ad un nuovo pseudobulbo, o anche ad un paio; quindi da una singola pianta, con il passare degli anni, possiamo ottenere diverse nuove calanthe identiche.
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