Dragoncello
Il dragoncello, chiamato anche estragone o, scientificamente, Artemisia dracunculus, è una pianta della famiglia delle Asteracee la cui origine è siberiana; attualmente, è coltivata molto in Russia ma è presente anche in coltivazioni italiane. La sua presenza in Italia è legata ad una leggenda che ne racconta l'origine della coltivazione. Secondo questa leggenda, una ragazza della città di Siena, nel corso della dominazione napoleonica, si innamorò di un soldato a cavallo, figura all'epoca chiamata dragone; per caso, l'uomo fece cadere dei semi in un vaso dai quali germogliò una pianta che fu denominata dragoncello dalla giovane in ricordo del suo amore per il soldato ormai tornato in patria. Il nome con cui viene normalmente chiamata la pianta deriva dalla forma delle sue radici che ricorda quella della coda di un drago. Secondo una versione diversa sull'origine del nome, la pianta sarebbe chiamata dragoncello perché in grado di guarire dai morsi di serpenti velenosi, tant'è vero che è conosciuta a livello popolare con il termine di "erba dei serpenti". Esistono due specie diverse di questa pianta, una siberiana ed una francese. Il dragoncello siberiano ha un fusto più robusto ed un sapore poco deciso; quello francese, al contrario, ha foglie più delicate e dal gusto molto aromatico. E' un'erba che non cresce spontanea ed è considerata un'erba aromatica. Il suo sapore è piuttosto amaro e trova un largo uso in cucina. La pianta ha un fusto fatto di diversi cespugli, la cui altezza è mediamente di un metro, arricchito da fiori di piccola dimensione dal colore giallastro o verde. I frutti della pianta, invece, sono molto scuri ma ugualmente piccoli; la loro dimensione, infatti, è di circa un paio di millimetri. Il colore delle foglie è brillante, simile al verde smeraldo e la loro forma è molto sottile e allungata. La raccolta, sia dei fiori che delle foglie, avviene normalmente nei mesi più caldi dell'anno. Il dragoncello trova un largo uso in cucina, essendo una spezia che riesce a dare un sapore deciso ad ogni piatto. La cucina, però, non detiene l'esclusiva nell'uso del dragoncello che per le sue proprietà benefiche è utilizzato anche in ambito farmaceutico omeopatico.
La prima cosa da sapere sul dragoncello è che esso può aiutare notevolmente in caso di problemi di digestione. La pianta, infatti, favorisce la regolarità della digestione ed aiuta a risolvere problemi di gonfiore. Nello specifico, il dragoncello agisce nella digestione di alimenti ricchi di proteine e grassi. Allo stesso tempo, l'assunzione di dragoncello permette di proteggere la salute del fegato e di stimolare la sua normale attività. L'erba in questione è estremamente utile anche nei casi di inappetenza, aiutando a far tornare l'appetito, e di dispepsia. Chi ha problemi di pressione alta e non può mangiare sale, inoltre, può benissimo utilizzare il dragoncello per aggiustare la sapidità dei cibi senza correre rischi per la salute. In più, essa agisce nel processo diuretico, stimolando l'eliminazione dei liquidi in eccesso. Proprio per questo, il dragoncello è considerato utile anche nel caso della lotta contro la cellulite e gli inestetismi della pelle legati al famoso effetto a buccia d'arancia. Altro beneficio assicurato dal dragoncello riguarda il mal di gola e gli stati infiammatori del cavo orale: masticare le sue foglie allevia il bruciore alla gola ed è un buon modo per ridurre un brutto e doloroso mal di denti. Questi effetti, conosciuti già nell'antica Grecia, rendono il dragoncello un vero e proprio antisettico naturale.
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Il modo migliore per beneficiare delle proprietà positive del dragoncello è quello di acquistare in erboristeria delle foglie secche ed utilizzarle per preparare degli infusi. Facendo bollire un cucchiaio di foglie in una quantità d'acqua pari ad una tazza si ottiene un infuso ottimo per i problemi di digestione: berlo dopo cena, al posto del caffè, assicurerà un sonno tranquillo. Se bevuto prima di cena, invece, sarà un aperitivo che stimolerà l'appetito e aumenterà la sensazione di fame. Un'altra soluzione può essere quella di masticare direttamente le foglie o i rami della pianta: questo metodo è indicato in particolar modo per il trattamento del dolore ai denti e per combattere un fastidioso singhiozzo. Masticando le foglie di dragoncello, inoltre, si rendono meno sensibili le papille gustative: un ottimo metodo per assumere medicine dal gusto poco piacevole.
Come precedentemente accennato, il dragoncello è anche una spezia molto utilizzata in cucina grazie al suo sapore marcato che è in grado di dare un tocco in più ad ogni ricetta esaltandone il gusto. In Francia, ad esempio, il dragoncello è aggiunto spesso alla maionese per creare una salsa dal gusto più deciso. Un buon modo per usare il dragoncello in cucina è quello di aggiungerlo agli arrosti, per insaporire la carne, alle insalate e al pesce cotto in forno o al cartoccio. Altro esempio d'uso di dragoncello in cucina è quello per la preparazione di un liquore: 50 grammi circa di foglie di dragoncello fresco lasciate a macerare per almeno due mesi in un litro e mezzo di acquavite, con successiva aggiunta di zucchero ed acqua, porterà alla creazione di un liquore da leccarsi i baffi. Se non si vuole usare il dragoncello nelle proprie ricette, si può sempre ricorrere alla pianta per profumare gli ambienti: immergendo un ramo nell'aceto, infatti, si otterrà un ottimo deodorante per la casa.
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