gelso
Il gelso appartiene alla famiglia delle Moraceae e ha origini esotiche: la parte Orientale della Cina e l’Iran sono i luoghi che hanno dato i natali a questo magnifico albero da frutto secolare. Esistono due varietà di gelso (Morus Celsa): il gelso bianco (Morus Alba) e il gelso nero (Morus Nigra). Fra le due varietà esistono differenze non solo estetiche, ma anche pratiche: infatti i frutti del gelso bianco hanno un aspetto più grande e al gusto risultano asprigni; quelli del gelso nero, invece, sono i tipici frutti scuro-violacei, dolci e succosi che tutti conosciamo.
L’albero di gelso può arrivare fino ai quindici metri di altezza e, in alcuni casi, è in grado di vivere oltre cento anni.
Il periodo di piena maturazione avviene intorno al mese di aprile, sebbene i suoi frutti si possano apprezzare solo a stagione estiva inoltrata.
Come accennato, l’impiego del gelso non si limita solo alla sfera culinaria: infatti questo frutto carnoso e saporito è utilizzato anche in ambito erboristico. Molte tradizioni mediche in diversi paesi del mondo utilizzano i frutti di gelso o le sue foglie per preparare infusi, tisane o decotti dal potere terapeutico. La conferma delle proprietà benefiche di questa pianta ci arriva dalle analisi chimiche che oggigiorno è possibile effettuare sulla pianta per rilevarne le componenti essenziali e individuare in che modo e in che quantità è possibile utilizzarle a scopo terapeutico o nel trattamento di alcune sintomatologie.
L’albero di gelso, che certamente non può restare indifferente a chi ama apprezzarne il sapore dei frutti e la bellezza estetica della sua chioma, è riconosciuto come una delle migliori fonti di principi attivi esistenti in natura. In fitoterapia vengono utilizzate le foglie, le radici, la corteccia e naturalmente i frutti dell’albero di gelso.
Una delle proprietà di maggior rilievo della pianta del gelso – in questo caso, quello bianco (Morus Alba) – è rappresentata dalla capacità dei suoi frutti di provocare effetti diuretici e lassativi, con ogni probabilità per via della forte componente zuccherina contenuta nei suoi frutti bianchi. In questo caso, quindi, si rivela un vero toccasana per chi soffre di problemi legati alla stitichezza.
Per quanto riguarda il gelso nero (Morus Nigra) invece, oltre alla proprietà lassativa tipica del gelso bianco (che in questo caso è presente non solo nei frutti, ma in tutte le parti dell’albero), pare che sia anche un ottimo decongestionante, rinfrescante, tonico e lenitivo. Ha proprietà depurative e, nel caso delle foglie, anche antobiotiche.
L’albero del gelso nero contiene in sé moltissime differenti componenti benefiche che, se utilizzate nel modo più opportuno e sempre sotto il consiglio di un esperto competente, possono aiutare il nostro organismo a funzionare meglio: tra queste, troviamo gli aminoacidi, il manganese, il rame, il boro e lo zinco. I tannini, anch’essi presenti, possono aiutare in caso di lievi gastriti. L’acido folico, presente in gran parte, è considerato un efficace antianemico. Nella pianta del gelso sono inoltre presenti le vitamine dei gruppi A, B e C. Il glucosio e il fruttosio sono zuccheri presenti naturalmente nella pianta. I carotenoidi e le antocianine, che caratterizzano il particolare colore violaceo del frutto, sono considerate un ottimo rimedio per la protezione del sistema circolatorio perché aiutano a proteggere i vasi sanguigni.
Una fra le proprietà di sicuramente maggior rilievo del gelso è quella ipoglicemizzante. Malgrado non siano state ancora individuate le componenti ipoglicemizzanti all’interno del frutto, questo ha la capacità di abbassare il livello di zuccheri nel sangue in caso di iperglicemia, mentre di ridurlo pochissimo in casi di glicemia nella norma. È dunque oggetto di studio per la cura dei pazienti affetti da diabete di tipo A e di tipo, soprattutto, B.
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Del gelso nero è possibile utilizzare la maggior parte delle componenti dell’albero.
Le foglie possiedono proprietà benefiche in grado di svolgere funzioni antibiotiche e diuretiche.
È possibile metterle in infusione e berne una tazza prima dei pasti.
La corteccia si può preparare in un decotto nei casi di stipsi, insufficienza renale e – come già detto per i frutti – diabete.
Grazie ai frutti è possibile ottenere uno sciroppo da impiegare in caso di infiammazioni alla gola o lievi lesioni all’apparato orale (per esempio, afte).
Crema per la pelle:
Far bollire le foglie e pestarle con un mortaio dopo averle asciugate. Il preparato, denso, può essere applicato su zone affette da eczema o eruzione cutanea.
Decotto per stimolare l’appetito:
Usare dai 20 ai 30 g di corteccia e portarla a ebollizione in 0,5 L di acqua. Dopo averla passata con un colino, lasciar raffreddare. Berne qualche bicchierino con miele prima dei pasti.
Decotto depurativo:
Far bollire le foglie in un litro d’acqua per circa tre minuti. Dopo averlo fatto riposare, bere il decotto filtrato lungo tutto il giorno,
Collutorio:
Procuratevi delle radici di gelso. Lasciatele bollire in 1L d’acqua fino a dimezzare la quantità del liquido. Lasciatelo riposare e filtratelo. In caso di dolori gengivali o mal di denti, lasciatelo indugiare sulla zona dolorante prima di sputarlo,
Decotto per stitichezza:
In mezzo litro d’acqua lasciare bollire circa 30 g di radici e corteccia di gelso nero. Assumere il decotto a stomaco vuoto al mattino e alla sera.
Tisana per l’ipertensione:
In un litro di acqua bollente lasciare macerare alcune foglie fresche di gelso. Una volta riposato e filtrato, berne qualche bicchiere lungo la giornata.
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