piantaggine
Pianta perenne diffusa su tutto il continente, la Piantaggine è un’erbacea dalle foglie strette e lanceolate che termina con delle spighe cilindriche. D’Estate fiorisce con piccoli fiori rossi o anche scuri che a loro volta danno vita a frutti che contengono un seme. Il nome deriva da Planta che è un’accezione latina che indica la pianta del piede dato che la pianta assomiglia proprio a quest’ultima.
La piantaggine è originaria di Asia e Africa dove esistono vere e proprie piantaggioni ma in Italia la troviamo un po’ dovunque perché la sua germinazione è spontanea e cresce soprattutto nelle zone di collina o bassa montagna.
Utilizzata fin dai tempi dell’antichità, la piantaggine curava diverse patologie ed era ritenuta di grande importanza.
Il suo principale impiego era per le malattie da raffreddamento, per le bronchiti e per la tosse ma veniva usata anche come diaforetico e diuretico.
La pianta era ritenuta utilissima per lenire i bruciori delle escoriazioni e delle piccole ferite e anche oggi, attraverso questa popolare voce, le foglie di piantaggine vengono frizionate sulla cute dopo la fastidiosa puntura di un insetto ed il dolore ed il bruciore, scompaiono automaticamente.
L'aucubina, elemento principale contenuto nella pianta, fa si che il suo uso esterno sia molto efficace per la puntura degli insetti e non a caso questa pianta, viene usata anche per la preparazioni di creme lenitive contro le punture di zanzare.
Oltre alle creme però è possibile utilizzare anche diversi prodotti preparati in maniera casalinga come i decotti con i quali applicare bendaggi o garze intrise di soluzione, sulla parte della pelle dolorante.
Il suo consumo per uso interno invece, è consigliabile per tutti quei disturbi legati alle malattie da raffreddamento e a tutti quegli stati catarrali che hanno bisogno di fluidificare le secrezioni.
Secondo recentissimi studi, la piantaggine può essere fatta assumere anche a persone anziane e a bambini perché non presenta effetti collaterali rilevanti a meno che non se ne faccia un uso spropositato.
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Anche se la germinazione della piantaggine è del tutto spontanea, la pianta si può coltivare anche a scopo ornamentale o semplicemente per avvalersi dei suoi benefici terapeutici. Quindi può essere coltivata anche in giardino o in vasi di terracotta.
La pianta ha bisogno di luminosità e quindi va posizionata in un posto molto assolato e ai diretto contatto con i raggi del sole.
La piantaggine non necessita di nessun accorgimento particolare e per quanto riguarda l’irrigazione, va benissimo quella piovana tranne in quei periodi di arsura e lunga siccità.
In tal caso si farà assorbire al terreno dell’acqua e quando sarà perfettamente penetrata nel terreno, si annaffierà nuovamente senza lasciare ristagni.
La pianta è resistente ai parassiti ma potrebbe capitare che sia infestata da aceri da fungine, in tal caso, specie se viene utilizzata per scopi terapeutici, occorre usare insetticida naturali e che non risultano nocivi per l’uomo.
Se la coltivazione viene effettuata su grandi appezzamenti di terreno, occorre livellare il terreno per renderlo pianeggiante altrimenti i macchinari non potranno procedere alla raccolta.
La piantaggine si trova in commercio sotto forma di semi per piantarla o per realizzare decotti ma il suo uso viene in genere effettuato utilizzando la pianta fresca che si trova sempre e specialmente se si coltiva domesticamente, la pianta può essere usata per frizionare le pelli punte da insetti.
La pianta si trova però anche sotto forma di estratto o di crema lenitiva ed è utile sempre per lenire bruciori e dolori causati dalle punture di insetti.
In erboristeria esistono anche pillole alla piantaggine o estratti che si assumono specialmente in caso di tosse catarrale per riuscire a fluidificare le secrezioni. Inoltre ci sono anche preparati come lo sciroppo.
Le foglie della pianta, vengono usate anche per condire le insalate.
L’infuso di piantaggine si prepara utilizzando 3 grammi di foglie in 100 grammi di acqua calda e poi si lascia riposare il preparato fino a farlo intiepidire. Si beve dolcificato e per tre volte al giorno.
E’ utilissimo per i disturbi legati al tratto intestinale, per la tosse stizzosa e per le affezioni catarrali.
Per gli stessi sintomi, si possono usare anche le foglie della pianta centrifugate e se ne assumono tre cucchiai al giorno.
Il decotto invece, va realizzato facendo bollire 5 grammi di foglie in 100 grammi di acqua. Si beve una tazza di decotto, la sera prima di andare a dormire. Gli effetti oltre che depurativi, provocheranno una leggera diuresi.
I cataplasmi vanno preparati realizzando un decotto e poi imbevendo di soluzione delle garze o della stoffa che verranno applicate su ulcere delle gambe o su piccole ferite. Le foglie schiacciate, sono un’ottima medicazione su quelle piccole escoriazioni che stentano a guarire.
Dato che la piantaggine è un alimento che fa bene alle persone anemiche, è utilissimo unire le sue foglie ad insalate varie che possono essere mangiate anche dai più piccoli senza però esagerare perché portano una leggera stitichezza.
Un’ottima lozione per la pelle del viso, si realizza mettendo in infusione 50 grammi di foglie verdi in un litro di acqua. La soluzione si usa poi imbevendo compresse di garza che verranno applicate sulla pelle del viso per idratarla e decongestionarla.
Un tempo la piantaggine veniva ricercata come cibo per i conigli perché li fortificava e li rendeva molto prolifici. Gli allevatori andavano a caccia di questa importante erba ma ad un certo punto non si sa il perché, venne aggiunta nella categoria delle erbe infestanti e i contadini usavano diserbanti varie per contrastare la loro crescita.
Dioscoride, Plinio e Galeno, la consideravano una pianta quasi magica visto le sorprendenti proprietà terapeutiche e le fibre ricche di mucillagini, gomma, pectina, sostanze amare, saponina, acido citrico ossalico e silicico, sali di cloro, potassio e magnesio, aucubina glucoside e silicio ossido cicatrizzante, fitocidi, antibiotici vegetali, antibatterici.
Già anticamente la pianta veniva usata come rinfrescante, diuretica e depurativa e soprattutto come astringente intestinale.
Venivano realizzati cataplasma per lenire il prurito e per purificare la pelle delle damigelle da foruncoli o piccole imperfezioni della pelle.
Erano in molti ad usare la piantaggine che veniva anche essiccata e conservata con una sapiente metodologia.